"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(25 dicembre 2017) In un editoriale del quotidiano “Il Secolo XIX” dal titolo “La mia canzone per Carlo e Ahmed volati dalla gru nel giorno delle feste” lo scrittore Maurizio Maggiani (l'autore fra l'altro de “Il Romanzo della Nazione”, “Il viaggiatore notturno”, “Il coraggio del pettirosso”) riprende un tragico fatto di cronaca accaduto a Genova venerdì scorso (lo schianto di una gru, la morte sul lavoro di Carlo, quarantacinque anni, e la riduzione in fin di vita di Ahmed, diciott'anni) per ricordare gli 864 morti sul lavoro che hanno insanguinato questo paese negli ultimi dieci mesi del 2017. Lo fa riprendendo uno straordinario testo di Chico Buarque de Hollanda che s'intitola "Construçã"o, interpretato qualche anno fa con maestria e sensibilità da Enzo Jannacci, dedicando loro questa canzone. Con l'augurio di giorni di sensibile serenità. (m.n.)
La costruzione
(testo di Chico Buarque de Hollanda)
E quella volta amò come se fosse l'ultima
E poi baciò sua moglie come se fosse l'ultima
Ed ogni figlio suo come se fosse l'unico
E attraversò la strada col suo passo timido
Salì la costruzione quattro muri solidi
Mattone su mattone in un disegno logico
Ma gli occhi già impastati di cemento e lacrime
Seduto a riposare come fosse sabato
Mangiata pasta scotta come fosse un principe
Bevuto e singhiozzato come fosse un naufrago
Ballato e riso come se si sentisse musica
Ed inciampò nel cielo come ubriaco fradicio
E fluttuò nell'aria come fosse un passero
E cadde giù per terra come un pacco flacido
Agonizzando in mezzo del passaggio pubblico
E' morto contromano disturbando il traffico
E quella volta amò come se fosse l'ultima
E poi baciò sua moglie come se fosse l'unica
Ed ogni figlio suo come se fosse prodigo
E attraversò la strada come ubriaco fradicio
Salì la costruzione come fosse solida
Salì l'impalcatura quattro muri magici
Mattone su mattone in un disegno logico
Con gli occhi già impastati di cemento e traffico
Seduto a riposare come fosse un principe
Mangiata pasta scotta come fosse il massimo
Bevuto e singhiozzato come fosse macchina
Ballato e riso come fosse il prossimo
Ed inciampò nel cielo come se si sentisse musica
E fluttuò nell'aria come fosse sabato
E cadde giù per terra come un pacco timido
Agonizzando in mezzo nel passaggio naufrago
E' morto contromano disturbando il pubblico
E quella volta amò come se fosse macchina
E poi baciò sua moglie come fosse logico
Salì l'impalcatura quattro muri flacidi
Seduto a riposare come fosse un passero
E fluttuò nell'aria come fosse un principe
E cadde giù per terra come ubriaco fradicio
E' morto contromano disturbando il sabato.
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