"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Filiere corte e chiusura del ciclo dei rifiuti

vignetta

Affollato incontro a Mezzocorona con Nardelli e Pacher

Una serata molto affollata quella di ieri sera promossa dal PD a Mezzocorona. Il titolo, "Non solo rifiuti", provava ad inquadrare la questione (e oggi l'emergenza) rifiuti in un contesto più ampio, relativo al modello di sviluppo della nostra comunità. In questo senso parlare della legge sulle filiere corte e l'educazione al consumo consapevole da poco approvata dal Consiglio provinciale, non era parlare d'altro, ma affrontare la questione a partire dalla radice.

Un'impostazione non certo populistica, per cercare consenso, ma per affrontare in maniera approfondita e pacata un tema che desta allarme e preoccupazione sociale. Una scelta che si è rivelata apprezzata da molti dei partecipanti, meno da chi ha fatto dell'opposizione all'inceneritore (che presidia ogni incontro monopolizzando interventi e domande) o da qualche amministrazione locale che ha fatto di questa la madre di tutte le battaglie.

Per i quali ogni modifica al progetto originario sembra quasi dare fastidio. Ma la realtà è questa. Grazie al lavoro svolto, ai livelli raggiunti di raccolta differenziata e di riciclaggio, ad una maggiore sensibilità e anche alle numerose iniziative che questa sensibilità hanno contribuito a costruirla, oggi la situazione è cambiata. Si va verso un termovalorizzatore di piccole dimensioni e di nuova tecnologia, flessibile (a moduli che permettono di ridurne progressivamente l'attività) e a termine, nel senso che qualora i comportamenti virtuosi della nostra comunità nella produzione e nel riciclaggio dei rifiuti determineranno le condizioni per poter fare a meno di questa "protesi tecnica" l'impianto (che ha una vita naturale di quindici anni) verrà chiuso. In un quadro di impegno per evitare l'importazione e l'esportazione dei rifiuti prodotti nel nostro territorio.

Com'è ovvio questo non significa che i problemi siano risolti, che non ci si debba interrogare sulla tecnologia migliore per affrontare l'ultimo segmento del ciclo, che non siano legittime le preoccupazioni sull'impatto dell'impianto, così come ci si dovrebbe preoccupare sull'impatto delle attuali discariche come su quelle dismesse da tempo, o sulle altre forme di inquinamento. Così come ci si dovrebbe preoccupare dell'impatto dei nostri rifiuti quando dal Trentino finiscono in altre regioni o in altri paesi, visto che la salute degli altri è altrettanto importante della nostra. Perché nella logica del "non nel mio giardino" il fatto che il problema rifiuti in buona parte del pianeta si affronta in un modo solo, ovvero bruciandoli a cielo aperto, sembra non interessare a nessuno.

Un atteggiamento responsabile ci deve invece portare ad assumere una visione d'insieme, a partire dalla scelta etica prima ancora che politica, della chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino. Scelta che ci mette al riparo della logica del business più volte ventilata intorno alla realizzazione dell'impianto a Ischia Podetti.

Un incontro "coraggioso", come è stato definito. Credo che - nonostante la monopolizzazione degli interventi -  l'iniziativa abbia raggiunto il proprio scopo, quello di documentare e di costruire dialogo con la comunità locale. Senza rincorrere la demagogia e la paura. (m.n.)

 

 

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