"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Il monito della ninfea. Finalmente la presentazione a Trento

Valle di Fiemme

sabato, 20 giugno 2020

Era già stata programmata per il 27 febbraio. Poi la pandemia ha stravolto le nostre esistenze. Ora sabato 20 giugno alle ore 17.30 ci riproviamo, questa volta all'aperto così da garantire il distanziamento dei partecipanti ma soprattutto per riprenderci gli spazi di convivialità della città. Per questo lo faremo in strada, precisamente nell'area pedonale di via San Martino nei pressi della Libreria "due punti", che promuove l'evento. E con ancora più forti argomenti, considerato che questo libro – uscito due settimane prima dello scoppio della pandemia – si rivela nelle molte testimonianze dei lettori un'utile chiave di lettura del nostro tempo.

In dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli, ci saranno la vicepresidente della SAT Elena Guella, il professor Ugo Morelli e l'antropologo Annibale Salsa. E le molte altre persone che vorranno partecipare, finalmente di persona, all'incontro.

«È un libro singolare e necessario, questo: un'analisi esatta e puntigliosa di cause ed effetti di quelle ore di tregenda … il libro è anche un affascinante quadro delle culture che si scontrano sulla scena del mondo attuale, la dissipativa, estrattiva, arrogante e incurante che è all'origine della crisi ambientale e climatica e del dissesto degli ecosistemi, e la ricca, complessa, articolata stratificata e decentrata cultura fatta di saperi radicati nei luoghi, di pratiche sviluppate per tentativi e osservazioni lungo millenni, che dell'equilibrio con la “casa” comune ... ha fatto sempre il proprio centro (il proprio cuore e il proprio cervello)».

Queste parole, tratte dalla prefazione di Gianfranco Bettin, vanno all'essenza del lavoro editoriale di Diego Cason e Michele Nardelli dedicato alla tempesta Vaia che nei giorni di fine ottobre 2018 ha devastato l'area dolomitica, proponendo uno sguardo lungo che accomuna questa ad altre tragedie ambientali, dall'acqua alta nella laguna di Venezia al fuoco che devasta la foresta amazzonica o il continente australiano, dallo scioglimento dei ghiacci alla pandemia. Rifuggendo l'approccio emergenziale che rincorre gli eventi anziché affrontarli alla radice.

Questo è del resto il significato di un titolo suggestivo e quasi enigmatico, “Il monito della ninfea”, magistralmente proposto dal filosofo Remo Bodei in uno dei suoi ultimi saggi prima di andarsene da questo mondo:

«... resta pur sempre valido il monito espresso dall'immagine della ninfea che raddoppia quotidianamente le sue dimensioni, di modo che, il giorno che precede la copertura dell'intera superficie dello stagno la metà ne resta ancora scoperta, per cui quasi nessuno, alla vista di tanto spazio libero, è portato intimamente a credere all'imminenza della catastrofe».

Potete trovare commenti e recensioni su http://www.michelenardelli.it/temi/il-monito-della-ninfea/pagina-1.html

Trento, via San Martino 78 (all'aperto)

 

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