"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Microplastiche nel Garda: in tre anni da 9.900 a 131.619 particelle

Foto di Alessandro Graziadei

di Alessandro Graziadei *

Le microplastiche minacciano sempre di più anche i laghi italiani e in questi contesti rappresentano un problema per l’ambiente, la biodiversità, la qualità delle acque, la salute della fauna e quella delle persone.

Dopo avere trovato microplastiche sul Ghiacciaio dei Forni, sui Pirenei e perfino nell’atmosfera, adesso si scopre che le microplastiche minacciano sempre di più anche i laghi italiani dove rappresentano un grave problema per l’ambiente, la biodiversità, la qualità delle acque, la salute della fauna e quella delle persone.

Secondo i dati raccolti in questi ultimi 3 anni da Goletta dei Laghi di Legambiente insieme all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), nelle acque del lago di Garda in tre anni è aumentata in modo preoccupante la concentrazione media di micro particelle di plastica per km2 e “si è passati dalle 9.900 particelle del 2017 alle 131.619 particelle del 2019”. Ma il Garda non è il solo ad avere subito questa vera e propria “invasione” da microplastiche. I laghi Trasimeno e Bracciano, nonostante le differenti caratteristiche morfologiche ed ecosistemiche, sono nelle stesse condizioni del Garda, tanto che nelle acque del Trasimeno le particelle di plastica “da quasi 8.000 nel 2017 sono diventate 25.000 nel 2019 e nel lago di Bracciano da 117.288 particelle registrate nel 2017 si è passati alle 392.401 del 2019”.

Dati che evidenziano la portata di un fenomeno silenzioso che colpisce anche le acque interne e sul quale si concentrerà il progetto quadriennale Blue Lakes, con azioni mirate sui laghi di Garda, Bracciano e Trasimeno in Italia, e sui laghi di Costanza e Chiemsee in Germania, con l’intento di promuovere e diffondere, successivamente, le migliori buone pratiche sperimentate anche ad altre comunità lacustri italiane ed europee.

Il progetto coordinato da Legambiente, finanziato dall’Unione europea con il Programma LIFE e co-finanzato da PlasticsEurope, elaborerà dei protocolli tecnici standard in queste aree pilota e metterà in campo una serie di azioni ad hoc rivolte ad amministratori locali, decisori politici, tecnici e cittadinanza nel tentativo di ridurre e prevenire la presenza di questi inquinanti invisibili. Tra le numerose attività volte alla salvaguardia dei nostri laghi ci sarà anche la stesura della “Carta del Lago” che suggerirà ad enti e istituzioni “limiti di scarico, programmi di monitoraggio, miglioramento dei processi di trattamento delle acque reflue, indicazioni per la riduzione dell’impatto derivante dalle aziende e dalle famiglie e suggerimenti su iniziative di sensibilizzazione per i residenti”.

Per Maria Sighicelli ricercatrice del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’Enea, grazie al progetto Blue Lakes “I dati sulla presenza e la diffusione delle microplastiche negli ecosistemi delle acque interne raccolti in questi anni consentiranno di migliorare e approfondire la conoscenza di un fenomeno sempre più diffuso, ma per il quale non esiste ancora una standardizzazione a livello internazionale dei metodi di monitoraggio”. L’esperienza maturata fino ad oggi, infatti, evidenzia la necessità di avviare campagne stagionali di raccolta dei dati secondo un protocollo condiviso di campionamento e metodi di analisi più certi. In questo modo, sarà possibile condividere dati utili per la valutazione, la gestione e il contenimento del fenomeno delle microplastiche in tutti i bacini lacustri. Anche per questo, secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, “è importante che l’analisi periodica della qualità delle acque rispetto alle particelle di plastica si estenda presto per legge anche a laghi e fiumi, così come già avviene per i mari grazie alla direttiva Marine Strategy del 2008.

Una lacuna che deve essere necessariamente colmata, visto il crescente inquinamento da plastica e la pericolosa contaminazione di tutti gli ecosistemi acquatici”.

* tratto da https://www.buongiornonatura.it/

 

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