"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Oltre la paura. Il desiderio, l’immaginazione e il futuro a cui andare incontro.

da https://pontidivista.wordpress.com/

di Federizo Zappini

Quando martedì scorso il voto a favore di Franco Ianeselli si andava consolidando in tanti e tante abbiamo sorriso, convintamente. 54% la percentuale finale. Più di 31.000 i voti. Due risultati sensibilmente migliori rispetto a cinque anni prima. Frutto di una tripla scommessa vinta.

Tenere insieme. Da sinistra fino agli autonomisti, allargando al centro con l’aggiunta della lista civica trainata dal candidato sindaco. Mettere ogni componente della coalizione nella condizione di fare il miglior risultato possibile, partendo dal rinsaldamento delle specifiche identità. Far sì che a valle di queste due pre-condizioni tornasse al voto una parte dei delusi delle ultime tornate elettorali. Di qui la vittoria.

Ha tenuto, ed è un primo dato che deve fare riflettere, la città dei “mondi”. La somma di parzialità (elettorali e sociali) ha garantito il raggiungimento della maggioranza al primo turno, scongiurando un pericoloso secondo atto. Scacciando la paura.

Chiusa questa fase se ne apre un’altra che porta con se una questione contenutistica, una metodologica e una di proiezione politica, tra loro collegate. Condizione comune alle tre è l’insufficienza dell’effetto somma, che fin qui è bastato, e la stringente necessità di un diverso processo, di tipo generativo.

Se nella contesa elettorale ognuno ha potuto declinare – rivolgendosi ai “suoi“ – le parole d’ordine che più sentiva proprie ora è arrivato il momento di dire (e fare) cosa sono sostenibilità e cura, inclusione e cittadinanza, partecipazione e cooperazione, sicurezza e cultura, territorio ed economia. Serve dare forma alla Trento che vogliamo facendo sintesi virtuosa delle diverse Trento che ognuno immagina e desidera.

A questa visione comune, valoriale e pratica, deve corrispondere la definizione di una nuova strategia per l’ideazione e l’azione amministrativa, dentro assessorati (e giù, fino al ruolo rimesso al centro delle circoscrizioni) che non replicano il passato ma tentano di immaginare le forme che il futuro dovrà avere.

Serve fantasia e un po’ di coraggio. Oltre a un surplus di generosità.

Ci sarà un assessorato alla vivibilità urbana che incrocia le politiche sociali con la giustizia ambientale e la costruzione di una cittadinanza davvero attiva? In che dialogo staranno urbanistica, lavori pubblici e la non più rimandabile transizione ecologica? Scuola e formazione, università e ricerca – pur senza una competenza diretta a livello comunale – saranno temi portanti della prossima consiliatura? E come cultura, sport e turismo intercetteranno politiche economiche e lavoro da un lato e partecipazione e decentramento amministrativo dall’altro?

Non bastano le somme, di nuovo. È una questione che dobbiamo aver ben chiara anche quando – ed è questo il tema politico a cui accennavo a monte di questa riflessione – si sarebbe tentati di semplificare dicendo che uniti si vince.

Lo “schema Trento” (un deja vù della già vista coalizione di centro-sinistra autonomista) non è replicabile in forma schematica a livello provinciale – ce lo dicono i casi di Riva, Arco e Rovereto oltre a una diffusa frammentazione politica in chiave civica – ma deve essere stimolo per l’attivazione di una più ampia e variegata comunità politica, premessa alla formazione di laboratorio esigente di contaminazione e co-progettazione tra diversi in vista di un’inedita geografia che unisca – fin da subito e verso il 2023 – gli ambiti urbani con le diverse valli del Trentino.

E’ di questa sfida che dobbiamo farci carico insieme.

* da https://pontidivista.wordpress.com/

 

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