"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

La diplomazia delle autonomie

Tien an men

Il Trentino si conferma crocevia di dialogo e di sperimentazione

Neanche il tempo di concludere la Conferenza internazionale dell'Osservatorio sui Balcani (e Caucaso) che ha proposto un confronto di grande profilo sull'Europa a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, che un nuovo avvenimento di straordinario profilo mette in primo piano questa terra...

il convegno scientifico  dal titolo "Autonomia regionale, identità culturale e integrazione multinazionale: esperienze comparate per il Tibet" promosso dalla Provincia autonoma di Trento, dall'Università degli Studi di Trento e dall'Eurac, l'Istituto per gli studi sul federalismo e regionalismo che martedì prossimo vedrà la presenza del Dalai Lama. Studiosi ed accademici di ogni parte del mondo a confronto sul tema dell'autonomia come chiave di volta per conflitti irrisolvibili all'interno del binomio "autodeterminazione - sovranità" che ha dominato il '900.

Un tema di straordinario valore se pensiamo alle innumerevoli aree di conflitto seguite alla deflagrazione dei blocchi e degli imperi, oppure a situazioni di scontro pluridecennale attorno alle rivendicazioni di autogoverno in Europa, nel Mediterraneo e altrove. Non credo sia casuale che proprio nelle ultime due settimane in tre distinti convegni internazionali (Forum sul Kosovo a Roma, Conferenza OBC di ieri e Convegno sul Tibet di lunedì e martedì), il tema di una prospettiva post nazionale si ponga al centro della riflessione.

Sullo sfondo di questo scenario, un nuovo appuntamento si profila nella prossima primavera: una conferenza sul conflitto israelo - palestinese per provare ad andare oltre gli attuali angusti scenari. E richiedere alla politica, alla diplomazia, ai luoghi della ricerca e alla società civile quello "scarto di pensiero" e quella capacità di visione che s'impone nel nuovo secolo.

 

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