"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Michele Nardelli
Secondo i calcoli del Global Footprint Network, nel 2021 questo nostro pianeta ha raggiunto l'overshoot day (il giorno del superamento) il 29 luglio. Questo significa che in questa data l'umanità ha consumato quel che gli ecosistemi terrestri sono in grado di produrre nel corso di un anno. Significa altresì che tutto quel che abbiamo e stiamo consumando da oggi fino al 31 dicembre viene sottratto alle generazioni a venire, posto che intendiamo consegnare il pianeta così come lo abbiamo trovato.
Global Footprint, un network di esperti provenienti dai vari continenti, si è dato uno strumento di rilevazione dell'insostenibilità che ha chiamato “Earth Overshoot Day”, il momento dell’anno in cui iniziamo a vivere oltre le nostre possibilità. L’Earth Overshoot Day è dunque una sorta di unità di misura dell'impronta ecologica che serve per comprendere il grado di (in)sostenibilità del pianeta, dei paesi e dei territori.
Sono ormai cinquanta gli anni in cui l'impronta ecologica è insostenibile. I dati che emergono da questa fotografia del pianeta scattata di anno in anno sono impressionanti. Se fino al 1970 consumavamo grosso modo le risorse eticamente disponibili, è a partire dall'anno successivo che andiamo in rosso.
Da quel momento quasi ogni anno è andata peggio: nel 1980 il superamento è avvenuto il 4 novembre, dieci anni dopo (1990) il 13 ottobre. La progressione è continuata a grandi balzi, tanto che l’Earth Overshoot Day nel 2000 è stato il 23 settembre e nel 2010 il 9 agosto. Fino a raggiungere l'impronta più pesante nel 2019. Nel 2020, per effetto della pandemia, il giorno del Sovrasfruttamento della Terra è caduto il 22 agosto, con un miglioramento rispetto all'anno precedente grazie alla riduzione del 9,3% dell’Impronta ecologica dovuta alle misure di contenimento messe in atto in tutto il mondo in risposta al Covid-19. Ma già nel 2021, a pandemia ancora in corso, il pianeta si è riallineato ed è tornato all'insostenibile “normalità” precedente. Con questa rilevazione la popolazione terrestre per mantenere l'attuale livello di consumi avrebbe bisogno di 1,7 pianeti (vedi tabella allegata).
Se questo è il dato globale, è interessante dare un'occhiata a quel che accade sul piano della sostenibilità ecologica dei singoli paesi. Il dato che emerge è che se una parte del mondo consuma meno di quel che il suo territorio può dare, ci sono paesi come gli Stati Uniti d'America o Australia che consumano 5 volte quel che potrebbero. Anche l'Italia non scherza e il suo overshoot day nel 2021 è stato il 13 maggio, peggio ancora di prima della pandemia. Quel giorno abbiamo esaurito ciò che gli ecosistemi di questa nostra regione d'Europa erano in grado di produrre nel corso dell'anno solare. Questo significa che l'Italia, stando ai suoi attuali consumi, vive 2,8 volte al di sopra delle sue possibilità. O avrebbe bisogno di un territorio grande 2,8 volte il nostro paese.
Questo ci dice due cose. La prima è che insostenibilità e ingiustizia vanno di pari passo. Che, oltre a superare le diseguaglianze, dovremmo imparare a fare meglio con meno. La seconda è che - dalla tragedia che ha attraversato e ancora attraversa il pianeta - abbiamo imparato ben poco.
Di quanti pianeti e territori abbiamo bisogno....
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