"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

«Il monito della ninfea», cinque anni dopo.

Seconda edizione

(29 ottobre 2023) Sono trascorsi cinque anni dalla tragedia di Vaia. Da quel 28 ottobre 2018 quando il ciclone extratropicale si depositò sul territorio dolomitico lasciando dietro di sé la devastazione di 42.525 ettari di bosco, insieme ad altre conseguenze sul piano ambientale e idrogeologico. Si trattò dell'evento naturale di maggior impatto ambientale mai registrato nell'arco alpino, come conseguenza della crisi climatica che segna il nostro tempo. Il ciclone - inedito in un'area tradizionalmente temperata come il Mediterraneo - era partito infatti nella sua propaggine occidentale proprio come effetto dell'aumento della temperatura in superficie del mare cresciuta quell'anno di circa tre gradi.

Non si tratta però di una semplice ricorrenza. Nel corso di questi cinque anni gli effetti di Vaia si sono misurati in vari modi e ancor oggi intere aree boschive sono ancora li come la forza del vento li ha lasciati. C'è però un effetto collaterale più grave di altri: si chiama bostrico tipografo. Un coleottero sempre presente nelle Alpi ma che, proprio in relazione alle conseguenze degli eventi estremi prodotti dalla crisi climatica, dall'infragilimento di boschi monocolturali e dalla temperatura media nell'arco alpino che ha già raggiunto la crescita di due gradi centigradi, ha trovato una condizione particolarmente favorevole ad una sua anomala proliferazione. Che porta alla morte nell'arco di una stagione dell'abete rosso aggredito.

Non essendoci animali antagonisti,  l'unico rimedio è rappresentato dall'abbattimento delle piante colpite e di quelle nelle circostanze. La diminuzione delle temperature nell'arco alpino avrebbe potito attenuare il fenomeno ma nell'estate scorsa le colonnine hanno continuato a crescere e l'autunno in corso ha registrato temperature largamente al di sopra della media.

Secondo le ricerche dell'Università degli Studi di Padova, l'effetto bostrico avrà conseguenze da 2 a 5 volte quelle di Vaia. Per averne una riprova, basta percorrere le Valli colpite dalla devastazione del 2018 per comprendere gli effetti del bostrico: quelli immediatamente percepibili dati dal diffondersi di macchie di abete rosso destinate alla morte e quelli più subdoli come l'impermeabilizzazione e la riduzione della capacità di drenaggio del sottobosco. Che in presenza di eventi estremi potrebbe avere effetti molto gravi sul piano idrogeologico.

Nel 2020 dedicammo a questo avvenimento "Il monito della ninfea", un libro che raccoglieva le voci dei territori devastati da Vaia e una serie di riflessioni su quanto era accaduto nell'area dolomitica. Malgrado l'insorgere della pandemia, ne seguirono - con oltre cinquanta presentazioni - un lavoro di confronto e di riflessione che, grazie anche all'esaurimento della prima edizione, ha reso necessaria una nuova edizione, arricchita di oltre cento pagine, uscita nel marzo 2022.

Abbiamo arricchito la seconda edizione del libro attraverso:

- l'aggiunta di una nuova prefazione di Maurizio Dematteis, direttore di “Dislivelli”;

- l'aggiornamento dei dati relativi all'estrazione del legname e la proliferazione del bostrico tipografo;

- una corposa postfazione – “Il vento e il virus” – che ci parla dell'inimmaginabile che ci ha costretti almeno per un attimo a fermarci.

Inoltre due corpose appendici:

- la prima riprende il Sesto Rapporto della Commissione sul clima delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico;

- la seconda costituita dalla proposta di “Un Green deal per le foreste dolomitiche – Vaia, da sciagura ad opportunità”, un documento della società civile che costituisce una traccia di lavoro per tutta la comunità di persone che nell'ecosistema dolomitico ragionano sul “dopo Vaia”.

Un centinaio di pagine in più, in una cornice impreziosita dall'immagine del “Drago Vaia”, l'opera realizzata con gli schianti di Vaia da Marco Martalar nel comune di Lavarone.

Per richieste di presentazioni potete chiamarci al 347 4098578 oppure scriverci a contatti@michelenardelli.it

 

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