"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
martedì, 13 dicembre 2022
In un reportage dalle terre alte (Alpi e Appennini) imprenditori e amministratori locali, operatori e testimoni del mondo della montagna si raccontano, analizzano i fallimenti, spiegano i percorsi di riconversione, fotografano i sogni di rinascita. Un libro che descrive il non più di un modello insostenibile e il non ancora della conversione ecologica della montagna.
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L'anteprima trentina del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli
"Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa" (Derive & Approdi, 2022)
si svolgerà a Trento, presso la sala convegni del Muse,
martedì 13 dicembre 2022, alle ore 17.30.
In dialogo con gli autori ci saranno
Vanda Bonardo, presidente CIPRA e responsabile Alpi di Legambiente
Gianluca Cepollaro, Trentino School of Management
Diego Cason, co-fondatore del Bard (Belluno Autonoma Regione Dolomiti)
Giorgio Daidola, scrittore, maestro di sci, Università di Trento
A moderare l'incontro sarà Federico Zappini, libraio.
«C'è un momento preciso in cui capisci che qualcosa sta cambiando. Ma cambiando davvero. Sei nato e cresciuto pensando che sarebbe sempre stato così, anno dopo anno, stagione dopo stagione, generazione dopo generazione, e poi un giorno ti svegli e capisci che anche quel che sembrava immutabile è destinato a mutare. Cominci a parlarne con gli amici, poi compaiono i primi articoli sui giornali, escono le prime pubblicazioni che fotografano il fenomeno, e a quel punto è solo questione di tempo. A volte, per qualcuno, molto tempo, mentre altri ci arrivano prima. Perché i cambiamenti culturali, di stili di vita, di abitudini, sono lenti, vanno metabolizzati poco alla volta. Ma prima o dopo, d'improvviso ti ci trovi dentro, e tutto come d’incanto diventa chiaro, senza più conflitti interiori o rimpianti. E ti senti finalmente libero, ti stupisci di essere stato così stupido da incaponirti su una cosa che non aveva più senso. Da un po’. Bastava fermarsi un momento, alzare lo sguardo, ragionare e uscire dai cliché...»
Maurizio Dematteis
«... Da tempo sappiamo che le leggi dell'entropia (il secondo principio della termodinamica) ci hanno posto di fronte al concetto di limite, quand'anche questa parola non sia ancor oggi entrata nel vocabolario del dibattito pubblico. Se negli antichi era l'infinito (aperion) ad avere un'accezione negativa, sinonimo di incompleto, e il limite (peras) aveva invece a che fare con la perfezione e la compiutezza, fra i moderni questa idea viene rovesciata. È il positivismo – tratto comune delle grandi ideologie otto-novecentesche – ad indicarci il bisogno dell'essere umano di non darsi limiti. Sono il Macchiavelli e Hobbes ad indicarci che il limite è provvisorio e sempre spostato in avanti, fatto per essere sormontato. «Questo è il senso più pregnante della parola “progresso”, che non coincide più né con la trasgressione, né con la hibris, ma si nutre piuttosto del bottino strappato agli arcana naturae, agli arcana Dei e agli arcana imperii» scrive Remo Bodei. Tanto da far divenire “il sol dell'avvenir” e “la società dell'abbondanza” versioni apparentemente diverse di un medesimo approccio...»
Michele Nardelli
Trento, Muse, Corso del lavoro e della scienza, 3
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