"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Riprendo questo articolo di un vecchio amico giornalista milanese con il quale collaborammo ai tempi di Solidarietà nella redazione dei libri bianchi su “Affari & Politica”. Ma Gianni Berbacetto in questo caso ci parla del Friuli Venezia Giulia e di una coalizione di centro-sinistra-autonomista che va alle elezioni regionali (2 e 3 aprile 2023) proponendo l'amico Massimo Morertuzzo, esponente del Patto per l'Autonomia, come presidente. In questi anni con Massimo abbiamo spesso collaborato, tanto sul piano culturale che politico, ed è un piacere vedere il suo impegno venga oggi riconosciuto in questa candidatura unitaria. Anche recentemente ci siamo incontrati a Udine in occasione della presentazione di “Inverno liquido”. Insomma, una buona notizia.
di Gianni Barbacetto *
Miracolo in Friuli Venezia Giulia. Tutta l’opposizione di centrosinistra – in un momento di difficoltà per i partiti e in particolare per il Pd, nazionale e locale – ha scelto, rapidamente e senza polemiche, il candidato unitario e civico che tenterà l’impresa di battere il leghista Massimiliano Fedriga alle prossime elezioni regionali del 2 e 3 aprile.
È Massimo Moretuzzo, 46 anni, fuori dai partiti ma da sempre dentro il volontariato e l’impegno civile. Lo sosterranno Patto per l’Autonomia (a cui appartiene), Pd, Movimento 5 stelle, Civica Fvg, Unione slovena, Articolo uno, Open Fvg, Alleanza Verdi Sinistra.
Moretuzzo, figlio di un piccolo imprenditore friulano che vende macchine per l’edilizia, ha cominciato a 20 anni a impegnarsi nel Cevi, il Centro di volontariato internazionale di Udine attivo soprattutto in America latina. Nel 2000 ha incontrato Emilio Molinari, leader del movimento per l’acqua pubblica, e da quel momento è diventato uno degli attivisti più influenti del movimento, fino al vittorioso referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua.
Punto di riferimento del Forum regionale per i beni comuni, è stato poi eletto, alla guida di una lista civica, sindaco del suo paese, Mereto di Tomba, in provincia di Udine, dove ha sperimentato forme di partecipazione innovative, come i buoni comunali per l’assistenza che funzionavano come una specie di moneta locale da spendere nei negozi del territorio; e come la promozione dei grani locali per la produzione cooperativa di pane e farina, oggi venduti in un “panificio di comunità” a Udine, anche con la partecipazione di carcerati coinvolti in programmi di reinserimento lavorativo.
Insieme a un battagliero gruppo di attivisti e intellettuali friulani, tra cui lo scrittore Tullio Avoledo, ha dato vita al Patto per l’Autonomia, che ha fatto eleggere molti sindaci in Friuli, ha sostenuto il movimento Adesso Trieste e alle elezioni del 2018 ha raccolto il 4,5 per cento dei consensi: è così entrato nel parlamento regionale come capogruppo del Patto.
Per aver definito “eversiva e antidemocratica” l’azione di Casa Pound che, nell’agosto 2019, aveva fatto irruzione nel parlamento regionale interrompendo i lavori e leggendo un comunicato sull’immigrazione, è stato querelato, rinviato a giudizio e infine assolto.
“Mi candido”, spiega ora al Fatto, “perché è tempo di raccontare un Friuli Venezia Giulia diverso da quello della destra nazionalista. Una Regione in cui beni comuni, sanità pubblica, economia giusta siano al centro dell’azione politica”.
* Il Fatto Quotidiano
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