"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Il taglio del bosco in località Ronco a Cortina d’Ampezzo: un ecocidio.

Mario Brunello

Si è seduto nel bosco, con il suo violoncello, e ha cominciato a suonare "una richiesta di pietà per questi larici". La protesta “musicale” è stata eseguita dal violoncellista Mario Brunello, che si è recato nei pressi del cantiere della pista da bob di Cortina D'Ampezzo, dove è iniziato l'abbattimento di parte del bosco per il cantiere dell'impianto delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

di Luigi Casanova *

Il lariceto di Ronco a Cortina d’Ampezzo rappresenta un capitale, uno scrigno che racchiude più tesori. Il primo tesoro porta a valori naturalistici.

Si tratta di un lariceto monospecifico, in prevalenza coetaneo, forte di una vita lunga oltre 100 anni, ricco di circa 400 piante in larice e in quota caratterizzato da una diffusa rinnovazione naturale composta da abete rosso e qualche diffusa giovane betulla. Dal punto di vista naturalistico tutto l’insieme è una rarità, probabilmente un ambiente unico in tutto l’arco alpino meridionale. Infatti a sud delle Alpi non si trova un lariceto a quota tanto bassa (fra i 1200 e i 1300 metri s.l.m) un simile ecosistema. Un motivo più che sufficiente per portarlo alla sua assoluta conservazione.

Dal punto di vista storico e sociale tale lariceto è stato piantumato a ridosso della prima guerra mondiale (precedente alla guerra). Ha resistito ai bombardamenti di tale guerra, ha resistito al bisogno drammatico di legna pregiata degli abitanti di Cortina durante le due guerre mondiali.

E’ diventato un luogo di ricreazione e svago per ospiti e residenti in Cortina. Infatti, grazie alla sua magnificenza, alla sua esposizione a sud, ha ospitato ai suoi piedi un’area con campi di tennis, una serie di sentieri attrezzati con diffusi giochi per bambini, dei locali di ristoro, un arcopark sugli alberi molto frequentato. A seguito della decisione di costruire la nuova pista di bob l’area dei campi tennis è stata abbandonata dalla società che la gestiva da vent’anni. Come è stato abbandonato e tolto l’arcopark.

Dal punto di vista paesaggistico  e della salute la perdita di un tale bene è irrecuperabile. Si tratta di piante monumentali, alte fino a 35 metri, colonnari. Piante che sono state un polmone di rigenerazione dell’aria in un contesto, quello di Cortina, travolto dal traffico privato: verso e dall’abitato, verso Dobbiaco e da Dobbiaco (BZ), verso e da passo Falzarego. Si pensi solo alla quantità di CO2 che l’insieme del bosco assorbe. Oltre all’assorbimento di NO2 e delle polveri sottili, le nanoparticelle diffuse anche dal riscaldamento a legna.

Tale patrimonio andava posto a tutela assoluta anche solo valutando questa sintesi di valori qui raccolta.

Invece, scelleratamente si è proceduto a un taglio sconsiderato per fare posto a una struttura sportiva, la pista di bob, skeleton, slittino, che offre un servizio a meno di 60 atleti nazionali. Si è proceduto al taglio un simile gioiello forestale in assenza di una Valutazione d’Impatto ambientale (violazione della direttiva europea nel merito e della legge nazionale del 2006). Non sono state valutate in modo pubblico alternative presenti sia in Italia (Cesana (TO), Innsbruck (AUT), Saint Moritz (CH), Germania e Francia.

Anche l’affido dei lavori ha seguito una procedura discutibile, anche dal punto di vista legale. Non si è proceduto a un appalto pubblico nonostante la quantità di legname: circa 500 larici che portano a una volumetria lorda di stimati 2500 metri cubi. Al netto si tratterà sicuramente di 1700 – 1800 metri cubi. Una gara pubblica avrebbe permesso un notevole risparmio nell’esecuzione dei lavori.

Non è stata presa in considerazione la chiarezza con la quale  fino a oggi si è espresso il CIO (Comitato Internazionale olimpico): le gare olimpiche si disputeranno solo laddove gli impianti sono esistenti e funzionanti, adeguati agli standard olimpici.

Come ultime istanze, comunque non marginali si valuti. Tale insieme naturale andava tutelato come bene storico, culturale e sociale dalla Soprintendenza ai beni storici e culturali del Veneto. Tale insieme naturale andava tutelato dai Corpo dei Carabinieri forestali. Sia dal punto di vista tecnico che legale.

L’assegnazione dei lavori doveva essere fatta solo in presenza di una martellata per singolo albero (cioè decisione su quali piante tagliare, come eseguire i lavori, misurazione di dettaglio pianta per pianta) dal Corpo dei Carabinieri forestali. L’aver proceduto con una stima (a spanne) non è solo indice di superficialità, ma di possibile illegalità di tutto il procedimento.

* Mountain Wilderness Italia

 

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