"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Due giornate a Trento sull'impronta ecologica

La locandina dell'evento

Slow Food del Trentino Alto Adige – Südtirol promuove oggi e domani due giornate dedicate all'Overshoot Day 2024

di Michele Nardelli

Negli ultimi anni l'attenzione attorno all'impronta ecologica del pianeta è cresciuta. Lo strumento per misurare tale impronta si chiama Overshoot Day, il giorno del superamento. Viene analizzato annualmente dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che si dedica all’analisi del consumo delle risorse naturali e della loro capacità di rigenerazione sulla Terra, che misura l'impronta ecologica del pianeta come degli stati cosiddetti nazionali. Ma l'impronta ecologica può essere misurata in ogni altra forma di suddivisione territoriale o istituzionale fino a quella individuale (vedi allegato).

Personalmente ne parlo da almeno quindici anni, tant'è vero che durante la mia esperienza in Consiglio Provinciale proposi di misurare l'impronta ecologica del Trentino come criterio di verifica della sostenibilità delle politiche che qui venivano realizzate. Precedentemente una ricerca sull'Impronta Ecologica e la biocapacità era stata promossa sul proprio territorio dalla Comunità della Val di Sole.

La proposta venne accettata dall'allora maggioranza di centrosinistra autonomista: ne venne una ricerca sull'impronta ecologica del Trentino, realizzata nel 2011 e curata dalla Provincia Autonoma di Trento, da Agenda 21 e dal Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino che s'intitolava "Debiti e crediti ecologici. Giornate del debito ecologico"1.

Salvo poi tornare sui propri passi perché quello che emergeva da tale ricerca non era una bella immagine del Trentino, considerato che la nostra impronta ecologica era quasi doppia rispetto a quella rilevata in Italia. Prenderne atto sarebbe stato un atto di onestà intellettuale ma soprattutto avrebbe potuto innescare un'attenzione virtuosa per misurare i passi in avanti (o indietro) della nostra comunità per rientrare passo dopo passo dalla propria insostenibilità. Perché insostenibili sono le nostre comunità come del resto lo siamo anche individualmente2 e dovremmo prenderne responsabilmente atto.

Da quel momento, nelle sedi in cui potevo far sentire la mia voce, non c'è stato anno in cui non abbia posto l'attenzione sull'impronta ecologica in Italia e nel mondo, impronta che è andata via via peggiorando se si esclude l'anno in cui il pianeta si è fermato a causa del Covid19.

Non può quindi che farmi piacere che Slow Food del Trentino Alto Adige – Südtirol, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università degli Studi di Trento organizzi venerdì 7 e sabato 8 giugno in via Verdi a Trento una due giorni di incontri, riflessioni e laboratori dal titoloOvershoot Day 2024. Il cibo buono, pulito e giusto per tutti come modello di sostenibilità, cultura di pace e laboratorio di futuro”3.

Il fatto che oggi l'attenzione sia maggiore che in passato può essere motivo di soddisfazione ma questo non significa che le cose vadano meglio.

Nel 2024 l'Overshoot Day (il giorno del superamento) per l'Italia è stato il 19 maggio scorso, migliore dell'anno precedente ma solo per effetto di un affinamento nei sistemi di calcolo. Mentre a livello globale il giorno del superamento sarà – come emerge dallo schema allegato – il primo giorno di agosto (l'anno precedente era stato il 2 agosto).

L'orologio del debito ecologico ci racconta che, di anno in anno, andiamo accumulando una sempre maggiore insostenibilità, misurando lo stato di crisi in cui versa il nostro pianeta e di cui possiamo avere percezione empirica nel suo manifestarsi quotidiano attraverso il cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacci, i processi di desertificazione di aree sempre maggiori del pianeta, la scarsità di acqua potabile, la proliferazione di pandemie, le crisi alimentari, gli eventi meteorologici estremi cui quotidianamente assistiamo ed altro ancora.

Come si può capire qui non si tratta di porre in atto politiche di adattamento. Ogni essere vivente, pianta o animale che sia, è naturalmente resiliente, adattandosi alle peggiori situazioni di vita. Qui si tratta di cambiare rotta più rapidamente possibile.

Per questo occorre cambiare il modello di sviluppo che ci ha portati in questa situazione e modificare radicalmente i nostri stili di vita. Ed uscire dal paradigma della crescita, facendo nostra la cultura del limite.



Scheda

Come funziona l'impronta ecologica

La contabilità dell’Impronta Ecologica misura la domanda e l’offerta della natura.

Dal lato della domanda, l’Impronta Ecologica somma tutte le aree biologicamente produttive per le quali compete una popolazione, una persona o un prodotto. Misura le risorse ecologiche di cui una determinata popolazione o prodotto ha bisogno per produrre le risorse naturali che consuma (compresi prodotti alimentari e fibre di origine vegetale, prodotti del bestiame e della pesca, legname e altri prodotti forestali, spazio per le infrastrutture urbane) e per assorbire i suoi rifiuti , in particolare le emissioni di carbonio.

L’Impronta Ecologica traccia l’utilizzo delle superfici produttive. Tipicamente queste aree sono: terreni coltivati, pascoli, zone di pesca, terreni edificati, aree forestali e domanda di carbonio sulla terraferma.

Dal lato dell'offerta, la biocapacità di una città, di uno stato o di una nazione rappresenta la produttività delle sue risorse ecologiche (compresi terreni coltivati, pascoli, terreni forestali, zone di pesca e terreni edificati). Queste aree, soprattutto se lasciate non raccolte, possono anche servire ad assorbire i rifiuti che generiamo, in particolare le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili.

Sia l’Impronta Ecologica che la biocapacità sono espresse in ettari globali, ettari comparabili a livello globale con la produttività media mondiale.

L'impronta ecologica di ogni città, stato o nazione può essere paragonata alla sua biocapacità o a quella del mondo.

Se l’Impronta Ecologica di una popolazione supera la biocapacità di una regione, quella regione presenta un deficit di biocapacità. La sua domanda di beni e servizi che la sua terra e i suoi mari possono fornire – frutta e verdura, carne, pesce, legno, cotone per l’abbigliamento e assorbimento di anidride carbonica – supera ciò che gli ecosistemi della regione possono rigenerare. Nelle comunicazioni più popolari, chiamiamo questo anche “deficit ecologico”. Una regione in deficit ecologico soddisfa la domanda importando, liquidando le proprie risorse ecologiche (come la pesca eccessiva o la deforestazione) e/o emettendo anidride carbonica nell’atmosfera. Se la biocapacità di una regione supera la sua Impronta Ecologica, ha una riserva di biocapacità.

Concepito nel 1990 da Mathis Wackernagel e William Rees presso l’Università della British Columbia, l’Impronta Ecologica ha lanciato il movimento più ampio dell’Impronta, inclusa l’Impronta di carbonio, ed è ora ampiamente utilizzato da scienziati, aziende, governi, individui e istituzioni che lavorano per monitorare l’impronta ecologica. l’uso delle risorse e promuovere lo sviluppo sostenibile. I calcoli più importanti sono quelli prodotti per i paesi. Li chiamiamo Conti dell’Impronta Nazionale e della Biocapacità. Dal 2019, questi conti sono di proprietà e governati da un'organizzazione dedicata (www.FoDaFo.org) con l'Università di York che mantiene e aggiorna tali conti.

Un’introduzione ricca e accessibile alla teoria e alla pratica dell’approccio è disponibile nel libro Impronta ecologica: gestione del nostro budget per la biocapacità (2019).

(da https://www-footprintnetwork-org)

 

1https://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=02862

2Il Global Footprint Network propone nel suo sito (https://www-footprintnetwork-org) un sistema di calcolo dell'impronta ecologica individuale

3https://gmail.us4.list-manage.com/track/click?u=8af7261e3711ac4a57300cd35&id=ed86440d18&e=9c772cf127

Il giorno del superamento paese per paese

 

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