"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Un grande albergo alle ex caserme delle Viote? Siamo alle solite...

Le ex caserme delle Viote

Si è riaperta nei giorni scorsi la discussione sul futuro delle ex caserme austroungariche delle Viote, sul gruppo montuoso del Bondone in Trentino, per l'annunciata intenzione da parte della Provincia Autonoma di Trento di alienare questo importante patrimonio pubblico destinandolo ad un utilizzo alberghiero.

Qualcuno potrebbe affermare che considerato l'attuale stato di abbandono del nucleo principale delle vecchie caserme adibito a suo tempo a Centro di Ecologia Alpina e di degrado per la parte delle caserme che nel corso degli anni non ha conosciuto che minimi interventi conservativi, si potrebbe giustificare l'alienazione di questo patrimonio. Ma non ci si rende conto che in questo modo si darebbe il là ad un nuovo capitolo di una vecchia storia che per più di mezzo secolo ha visto questo straordinario ecosistema oggetto di mire speculative, dall'insana idea di fare delle Viote il Sestriere trentino (la città in quota) degli anni '50, alla cementificazione dei decenni successivi lungo il versante orientale rivolto verso la città, dal progetto di rilancio degli anni '80 e '90 ancora incentrato sull'effetto piazza e sull'industria dello sci, al Patto territoriale che con le nuove volumetrie ancora rilanciava il modello fallimentare degli anni precedenti. Fino ad arrivare alla più recente proposta di un nuovo grande impianto funiviario capace di collegare la città alla località Vason, come se questa e non un'idea radicalmente diversa fosse la soluzione per uscire da un fallimento pluridecennale.

Da anni, infatti, vado dicendo (e non da solo, come anche l'iniziativa congiunta delle associazioni ambientaliste per la difesa delle Viote sta ad indicare) che occorre cambiare approccio, nella direzione di una valorizzazione del sistema montuoso del Bondone (290 chilometri quadrati che vanno da Trento al lago di Loppio, fra la Vallagarina e la Valle dei Laghi) per la sua ricchissima biodiversità e per un insieme di vocazioni improntate al turismo naturalistico prima ancora di quello sportivo. Tanto da dedicare proprio al Bondone un'intero capitolo del libro "Inverno liquido", al quale rimando i lettori che ne vogliono sapere di più.

Nell'ambito di questo dibattito, nei giorni scorsi il quotidiano L'Adige mi ha dedicato uno spazio di attenzione con un'intervista che potete trovare nell'allegato.

L'intervista de L'Adige

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*