"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

«Come il giardiniere, così il giardino». In ricordo di Doriano Stefani

Doriano con Claudio e Vasco a Parigi

(12 settembre 2024) Qualche giorno fa la comunità di Tezze Valsugana ha accompagnato Doriano Stefani nel suo ultimo viaggio. Tante persone, a testimonianza della gratitudine verso quanto Doriano ha donato alla sua gente insieme all'incredulità per come all'improvviso se ne è andato.

Con Doriano non ci vedevamo da chissà quanto, ma agli amici della Valsugana chiedevo spesso di lui e nelle occasioni di incontro in valle speravo di intravvederlo in un angolo remoto, schivo com'era quando lo conobbi nei primi anni '80.

Doriano era parte di quel gruppo di giovani di Tezze – un tempo passaggio di confine fra l'Impero asburgico e il Regno d'Italia, oggi ultima propaggine trentina prima di entrare in Veneto – che all'inizio del 1983 decisero di rompere l'isolamento di quel luogo così lontano dai palazzi della politica e ai limiti dell'emarginazione. Così la prima cosa da fare sarebbe stata quella di dare uno scossone anche sul piano dell'amministrazione locale.

Lo fecero nel modo più semplice e partecipativo, un questionario che diffusero casa per casa nel Comune di Grigno (di cui Tezze faceva e fa parte), nel quale si chiedeva ad ogni abitante quali fossero i problemi più avvertiti, dalla casa all'assistenza verso gli anziani (mi colpì che uno dei temi più segnalati fosse l'assegnazione di legna già tagliata per le persone anziane), dai bisogni dei giovani privi di luoghi di aggregazione al futuro dell'altopiano delle Marcesine.

Costruirono in questo modo il programma per le elezioni comunali che si svolsero di lì a poco, nel giugno 1983, in concomitanza con le elezioni politiche. E lo scossone ci fu davvero.

Al seggio elettorale di Tezze, durante lo spoglio, per ogni voto assegnato alla Democrazia Cristiana ne corrispondeva uno dato a Democrazia Proletaria. Alla fine DP a Tezze aveva ottenuto il 40%. Da non credere. Non fu così a Grigno, ma comunque DP risultò a livello comunale il terzo partito con il 13% dei suffragi, ben più del PSI e del PCI, e due eletti, Claudio Voltolini e Tullio Doriano Stefani. Due giovani poco più che ventenni, entrambi operai alla Magh, la fabbrica più grossa del paese, entrarono in Consiglio Comunale e ne scandirono l'opposizione a suon di mozioni e interrogazioni. Che divennero e sono ancora oggi realtà.

Fu una consiliatura lunga sei anni. Caddero muri, partiti, certezze. Dopo l'89 scegliemmo strade talvolta impervie e non sempre condivise. Rimasero le amicizie e rimase l'impegno. Doriano, finita l'esperienza in Consiglio, immaginò il volontariato che decise di declinare nella cooperazione in America Latina e successivamente nella sua terra, come nella normale pratica di vita, tanto nell'impegno professionale come nell'associazionismo, fino all'ultimo dei suoi giorni. Nel silenzio di chi non ama il clamore. Lo stesso silenzio di quell'ultimo respiro, quando il suo grande cuore ha smesso di battere.

Lunedì scorso, davanti alla Chiesa di Tezze gremita, quei giovani di allora hanno quasi tutti i capelli bianchi. Ciascuno a fare i conti con le vicissitudini delle proprie vite, con gli acciacchi dell'età e con il disincanto per un contesto che avevano immaginato decisamente diverso da quello che scorre oggi davanti ai loro occhi. E malgrado ciò con la pienezza delle proprie esistenze e con l'orgoglio di chi non ha mai smesso di pensare e di impegnarsi per il bene comune.

Con alcuni di loro si sono riannodate sensibilità, terreni di confronto, letture, viaggi. Con altri ci reincontriamo dopo anni e non deve stupire che il tempo non abbia inciso più di tanto sulla capacità di indignazione come sulla curiosità verso le cose del mondo. Significa che qualcosa di profondo ha messo radici.

Come il giardiniere, così il giardino”.

Grazie Doriano. (m.n.)

 

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