"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Sofia Farina *
(10 gennaio 2025) Il 2024 è stato ufficialmente l’anno più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media che ha superato per la prima volta i 1,5°C sopra i livelli pre-industriali.Questo dato, confermato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), non è solo un record storico, ma anche un campanello d’allarme per gli effetti a cascata che il riscaldamento globale ha su diversi sistemi terrestri, dagli oceani alle montagne.
Uno degli aspetti più significativi del 2024 è stato il record della temperatura superficiale del mare (SST) nei bacini extra-polari, con una media annuale di 20,87°C, ossia 0,51°C sopra la media 1991-2020. I primi sei mesi dell’anno hanno visto livelli record per questo parametro, mentre i mesi successivi, pur leggermente meno estremi, si sono confermati tra i più caldi mai registrati.
Il riscaldamento degli oceani ha implicazioni profonde per le dinamiche atmosferiche globali. Il calore immagazzinato nelle acque marine alimenta fenomeni climatici estremi, come cicloni più intensi, ondate di calore marine e alterazioni nei regimi di precipitazione. Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate presso ECMWF, ha sottolineato come questi dati riflettano una tendenza consolidata: «Gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi mai registrati e la media degli ultimi due anni supera stabilmente la soglia di 1,5°C».
L’energia termica accumulata negli oceani influenza direttamente la circolazione atmosferica globale. Il fenomeno di El Niño, in particolare, ha amplificato il riscaldamento del 2024, accentuando ondate di calore e precipitazioni anomale in molte regioni del mondo. Le montagne, pur essendo lontane dagli oceani, subiscono effetti indiretti di questi cambiamenti, con un aumento delle piogge torrenziali e della fusione dei ghiacciai.
La temperatura media globale del 2024, pari a 15,10°C, è stata di 0,72°C superiore alla media 1991-2020 e di 1,60°C sopra i livelli pre-industriali. Particolarmente preoccupante è stato il record di temperatura globale raggiunto il 22 luglio, con 17,16°C, il valore più alto mai registrato per un singolo giorno.
Il riscaldamento degli oceani contribuisce anche a fenomeni come l’aumento del vapore acqueo atmosferico, che nel 2024 ha raggiunto livelli record, con circa il 5% in più rispetto alla media del 1991-2020. Questo ha amplificato gli episodi di stress da calore, con il 44% della superficie terrestre colpito da condizioni di calore estremo il 10 luglio, una percentuale mai raggiunta prima.
Gli effetti sugli ecosistemi marini sono altrettanto evidenti: la fusione dei ghiacci marini in Antartide e nell’Artico ha raggiunto valori minimi storici. La riduzione del ghiaccio marino altera i flussi energetici e climatici, con ripercussioni sulle correnti atmosferiche e oceaniche che regolano i sistemi meteorologici a livello globale.
Mentre gli oceani giocano un ruolo primario, anche le montagne risentono pesantemente di queste dinamiche. Le variazioni nei modelli atmosferici causate dal riscaldamento degli oceani intensificano eventi estremi come le piogge torrenziali, che destabilizzano i versanti montuosi, e le ondate di calore, che accelerano la fusione dei ghiacciai.
L’Europa, nel 2024, ha registrato la primavera e l’estate più calde di sempre. La temperatura media primaverile è stata di 1,50°C sopra la media 1991-2020, mentre l’estate ha visto un aumento di 1,54°C. Questi cambiamenti non solo mettono a rischio le risorse idriche e i paesaggi montani, ma influenzano anche l’economia locale, in particolare il turismo e l’agricoltura.
Il 2024 non rappresenta una deviazione temporanea, ma l'ennesima conferma di un trend che si sta consolidando. Come afferma Carlo Buontempo, direttore del C3S: «L’umanità ha il potere di decidere il proprio destino, ma dobbiamo agire sulla base di evidenze scientifiche. Il futuro è nelle nostre mani».
Buontempo ha ragione, il futuro è nelle nostre mani, e gli ultimi paragrafi del comunicato ufficiale di Copernicus, quelli dedicati al monitoraggio dei gas a effetto serra, ci danno una chiara idea di quanto seriamente abbiamo considerato, collettivamente, questa responsabilità finora.
«Questo rapporto dimostra il valore critico delle nostre attività di monitoraggio - commenta Laurence Rouil, direttrice di una sezione del Centro Europeo per le Previsioni Atmosferiche -. Nel 2024, i gas serra atmosferici hanno raggiunto i livelli annuali più alti mai registrati nell'atmosfera. Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2024 erano superiori di 2,9 ppm rispetto al 2023 e quelle di metano di 3 ppb. Questo aumento ha portato la stima annuale della concentrazione atmosferica di anidride carbonica a 422 ppm e di metano a 1897 ppb. I nostri dati indicano chiaramente un costante aumento globale delle emissioni di gas serra, che rimangono il principale agente del cambiamento climatico».
Se il fattore che guida l'evoluzione del nuovo clima è la temperatura globale, la causa del suo aumento sono invece i gas serra e la loro concentrazione in atmosfera. Purtroppo, o per fortuna, a emetterli siamo noi: il surriscaldamento del pianeta che sta mettendo l'umanità di fronte a nuove e complesse sfide da risolvere, giorno dopo giorno, è determinato da noi, dalle nostre scelte individuali e collettive, dal modo in cui mangiamo, ci spostiamo, ci scaldiamo, lavoriamo. Le emissioni di anidride carbonica continuano ad aumentare, e lo fanno sempre più velocemente. L'atmosfera, semplicemente, le accoglie e cambia di conseguenza, seguendo le leggi della chimica.
Di fronte a un rapporto così catastrofico e spaventoso non ci rimane che guardarci allo specchio e chiederci se stiamo facendo abbastanza e se stiamo chiedendo abbastanza a chi prende decisioni per noi: facciamolo, rispondiamoci e agiamo di conseguenza.
* Sofia Farina è fisica dell’atmosfera. L'articolo è tratto da https://www.ildolomiti.it/altra-montagna
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