«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»
Manifesto di Ventotene
di Federico Zappini*
Pubblico l'ultimo capitolo di una conversazione elettorale che Federico ci ha proposto in queste settimane con il titolo “Stringiamo un patto? Facciamo la Trento giusta, insieme”. «All'ultima curva della campagna elettorale – scrive Federico – condivido con voi una piccola riflessione su uno dei temi che maggiormente mi ha coinvolto negli anni da consigliere comunale: l'urbanistica. Si tratta di quello che potremmo definire il fondamento su cui edificare (non solo materialmente, per fortuna) la città e la comunità del presente e del futuro. Un campo di confronto e di lavoro di enorme complessità, che rappresenterà però nei primi 12/18 mesi della prossima consiliatura una priorità ineludibile, un'urgenza ordinatoria e di visione di cui occuparsi».
Negli scorsi quattro anni e mezzo di amministrazione della città si sono moltiplicate le partite legate alla pianificazione cittadina, cercando di unire utopie alla necessaria concretezza. Nei prossimi ci serviranno comunità coinvolte e partecipi (amministrative, politiche, sociali e civiche) che insieme completino la strada complessa e insieme interessante iniziata nella precedente consiliatura. Le parole che ci devono guidare in questo percorso sono cura e giustizia, pianificazione e prossimità.
Questo perché sappiamo che le città sono quei luoghi in cui si possono generare coesione e benessere (individuale e collettivo) ma che rischiano di essere attraversate da crescenti faglie di disuguaglianza e solitudine. Possono fare stare bene, ma possono al contrario escludere, impaurire e uccidere. E’ sulle città che impattano (lo abbiamo sperimentato negli ultimi anni) diverse crisi, moltiplicando al punto di contatto tra esse gli effetti: crisi ambientale e crisi economiche, crisi demografica e crisi migratorie – in ingresso e in uscita -, crisi democratiche e crisi di senso.
Se vogliamo rimanere alle parole di Papa Francesco nell’impegnarci in questa direzione dobbiamo ricordarci che “la realtà la possiamo vedere meglio dalla periferia della piazza invece che dal suo centro”, che la nostra massima attenzione la dobbiamo dedicare alle innumerevoli fratture presenti dentro la nostra società, che anche il futuro delle città andrà letta dentro un cambio di paradigma che passa dall’abbondanza (la città che si espande, per dimensioni e impatto ecologico, per consumi e dinamiche edificatorie) alla riscoperta dei propri elementi di essenzialità.
Minouche Shafik nel suo “Quel che ci unisce” ci richiama all’applicazione di un surplus di cura in nome di un nuovo patto sociale, al punto di contatto di giustizia ecologica e giustizia sociale.
Il primo anno e mezzo della prossima consiliatura (sulla base degli obiettivi individuati e condivisi tra il 2019 e il 2024, che qui potete leggere) saranno dedicati alla “variante strategica al PRG”. Dentro troveranno spazio linee guida per migliori politiche per l’abitare (oggi in grande affanno, per costi e mancanza di visione), per la mobilità (connettendo grandi infrastrutture a un miglioramento del servizio pubblico, per diffusione e frequenza), per tempi di vita e utilizzo della città (rallentando ritmi in nome di una diversa vivibilità), per rispondere ai particolari bisogni di bambini, anziani e fragili (serve una città dolce, accogliente), per innovare i modelli di economia e commercio (con un piano per l’economia di prossimità e per l’economia della conoscenza), per la sicurezza (progettando spazi che vengano incontro a chi oggi non si sente completamente a proprio agio nel vivere lo spazio pubblico), per la relazione con gli ambiti montani (dove a fianco dell’impianto del Monte Bondone sarà fondamentale rileggere la vita alle diverse quote della montagna).
Pianificare, pianificare, pianificare quindi con documenti strategici che derivano da più ricche competenze dentro l’amministrazione comunale. Con risorse impegnate in una molteplicità di progetti che fanno riferimento alle specificità di ogni territorio. Infrastrutture materiali che vanno in parallelo alla moltiplicazione di interventi sociali, d’insieme e puntuali. L’esperimento positivo di SuperTrento ci dice che la partecipazione deve trovare più spazi e occasioni per valorizzare il protagonismo di ogni cittadino, delle organizzazioni presenti e attive sul territorio, delle professionalità che già si impegnano nell’immaginazione del futuro della città.
I prossimi dovranno essere gli anni dell’Urban Center (nei rinnovati spazi dell’ex Mensa e dell’ex facoltà di Lettere), delle Assemblee dei cittadini (in forma strutturata e permanente) e di una ridefinizione del ruolo delle Circoscrizioni, contesto privilegiato di una prossimità che fa stringere legami più saldi, capaci di non far rimanere indietro nessuno e di aiutare ognuno a essere protagonisti/e di una città che ci fa stare bene.
* Domenica 4 maggio (dalle 7.00 alle 22.00) si vota per le elezioni comunali a Trento. Federico Zappini è candidato all'interno della lista del Partito Democratico del Trentino, sia per il Consiglio Comunale che per la Circoscrizione Centro Storico – Piedicastello
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