"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Andrea Rossini - www.osservatoriobalcani.org
Il 21 gennaio scorso il governo della Republika Srpska (RS), l'entità della Bosnia Erzegovina a maggioranza serba, ha dichiarato di voler organizzare nel mese di febbraio un referendum sugli accordi di Dayton (FENA, 22 gennaio). Il presidente croato uscente, Stipe Mesić, ha affermato che nel caso in cui il referendum mirasse alla secessione dalla Bosnia Erzegovina, come più volte minacciato dal Primo ministro della RS Milorad Dodik, invierebbe l'esercito oltre la Sava. Il presidente serbo, Boris Tadić, ha gettato acqua sul fuoco dichiarando alla televisione di Sarajevo OBN che la Serbia non adotterà alcuna decisione contraria all'integrità della Bosnia Erzegovina. I fuochi d'artificio si sono conclusi con le dichiarazioni dello stesso Dodik, che ha confermato il referendum su Dayton chiarendo però che un voto sull'indipendenza della RS in questo momento "non è all'ordine del giorno. Vedremo come si sviluppa la situazione" (Danas, 25 gennaio).
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