"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(1 aprile 2010) "Se questo è il vento, perchè non dovrebbe soffiare anche tra le nostre valli?". Così il senatore del Pdl Giacomo Santini chiude il suo intervento sull'analisi del voto per le regionali, in attesa dei risultati delle prossime amministrative di maggio in Trentino. Possiamo leggere nelle parole dell'esponente del centrodestra una certa nostalgia del buon tempo antico, là dove egli si dichiara anche convinto che alle nostre latitudini "il Pdl rimane ampiamente il primo partito del centrodestra".
Un'affermazione che suona quasi come un esorcismo, di fronte all'ondata leghista che, era sì prevista, ma non certo di queste proporzioni. In realtà il leghismo padano non ha nessuna intenzione di lasciare in Trentino lo scettro del centrodestra al Pdl; per il nuovo governatore del Veneto non sarà un'impresa difficile operare quel piccolo intervento di chirurgia ambientale fra Adria e il mare necessario per ricondurre, come ai tempi antichi, le acque dell'Adige nel bacino imbrifero del Po. Operazione necessaria questa, per poter sopravanzare l'alleato e rivendicare da parte dei leghisti l'inclusione a pieno titolo dell'alto corso del secondo fiume italiano nella Padania immaginata da Gianfranco Miglio, ma non ancora sufficiente a "normalizzare" a loro uso e consumo l'unico territorio a nord del Po guidato da una coalizione moderatamente progressista.
Certo non basterà il richiamo del governatore trentino alla aria mitteleuropea che si respira in Trentino ad arginare l'assalto leghista. Le buone pratiche dovranno essere potenziate, se vogliamo che il vallo tridentino regga all'urto, quelle buone pratiche per le quali si sta spendendo in particolare il consigliere provinciale Michele Nardelli e che vanno dalle filiere corte in campo agricolo alla tutela del patrimonio idrico, dalla salvaguardia dell'ambiente dolomitico attraverso il modello di sviluppo compatibile che Alex Langer aveva ipotizzato, per finire con la nuova sfida che va affrontata con coraggio dalla comunità trentina nel campo dell'università e della ricerca.
Scontiamo anche in Trentino un certo scollamento rispetto ai comuni intenti programmatici della coalizione del centrosinistra autonomista, ma il tempo per riprendere con nuova lena e spirito unitario il programma condiviso con cui ci si era presentati agli elettori non manca; come per lo scenario nazionale, tre anni di intenso lavoro potranno bastare per risalire la china, a patto che riprenda con forza il gioco di squadra.
La coalizione di governo provinciale deve comunque essere tenuta al riparo dalle turbolenze delle prossime elezioni comunali, caratterizzate per le candidature alla carica di primo cittadino da personalizzazioni esasperate, frutto della mancata scelta delle primarie di coalizione, errore che nel compito politico del centrosinistra autonomista va segnato con la matita blu.
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