"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Mauro Ceruti - Tiziano Treu
Organizzare l'altruismo
Globalizzazione e welfare
Laterza, 2010
di Ugo Morelli
Tra le tante conseguenze del modo di pensare dualistico che separa la qualità della vita civile e la società dall'economia, ritenendo quest'ultima qualcosa che viene prima di tutto, vi è la scissione tra interesse e solidarietà. L'interesse viene di solito associato alla razionalità e l'altruismo solidale alla morale e alla buona volontà.
Il retaggio della carità, una volta soddisfatto l'egoismo auto interessato, ci accompagna ancora oggi. Eppure i tempi sono cambiati, nonostante le politiche dominanti nel nostro paese mostrino di non tenerne conto. "Se il mondo in cui viviamo sta cambiando, deve cambiare anche lo sguardo con cui immaginare le possibilità della nostra convivenza", sostengono Mauro Ceruti e Tiziano Treu nel loro studio sulla ridefinizione del welfare e del sistema di democrazia sociale e sussidiarietà.
"La perdita di un futuro garantito che caratterizza la nostra condizione odierna può lasciare disorientati, ma il disorientamento può essere il preludio di una nuova consapevolezza che non potrà prescindere dalla cooperazione, dalla solidarietà e dall'altruismo", dicono i due studiosi, oggi senatori della Repubblica.
Mauro Ceruti ha insegnato Epistemologia all'Università Milano-Bicocca e all'Università di Bergamo e Tiziano Treu ha insegnato Diritto del Lavoro all'Università di Pavia e all'Università Cattolica di Milano, oltre ad essere stato Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale e Ministro dei Trasporti e della Navigazione.
La scelta di Ceruti e Treu mira a concorrere alla costruzione di un nuovo futuro alla prova delle questioni più impegnative del presente come la globalizzazione, i rapporti tra mercato e solidarietà, la ridefinizione del welfare, le dimensioni sociali ed economiche della partecipazione. Alla base della loro ricerca e della loro proposta si profila una visione, su basi scientifiche, della nostra disposizione naturale ad aiutare il prossimo. Si tratta, forse, della dimensione più importante ed originale del loro contributo, ora tradotto anche in un libro pubblicato dall'editore Laterza nel 2010, il cui titolo è, appunto, Organizzare l'altruismo.
La documentazione di quelle basi altruistiche è oggi mostrata con evidenza dalla più avanzata ricerca scientifica. Proviamo a seguire i risultati di un esperimento condotto da Michael Tomasello e dai suoi ricercatori al Max Planck Institut di Antropologia evolutiva di Leipzig in Germania. Bambini di circa un anno sono stati posti a turno di fronte ad un adulto che utilizzava una cucitrice per fermare dei fogli, deponendola poi in un luogo che un altro adulto, entrando nella stanza con lo stesso intento di fermare dei fogli, non riusciva a vedere. Senza alcuna richiesta, neppure non verbale o con lo sguardo, da parte dell'adulto, tutti i bambini coinvolti si sono impegnati con i gesti a indicare la posizione della cucitrice. Non solo, ma quando nell'esperimento è stata introdotta una ricompensa i bambini hanno mostrato un netto calo di disposizione all'aiuto. Se è vero che prestiamo attenzione al nostro interesse e ai nostri benefici, è almeno altrettanto vero che riconosciamo nell'altro la condizione della nostra possibilità di riconoscimento e autorealizzazione. Abbiamo costruito perciò un'immagine distorta di noi stessi: esasperando l'egoismo auto interessato e l'individualismo confondiamo l'effetto con la causa. Si può costruire una civiltà diversa, basata su un giusto equilibrio tra interesse e solidarietà, sostengono Ceruti e Treu.
"Lo si può e lo si deve fare a partire dal riconoscere che la nostra condizione è cambiata e oggi ci è richiesto di vivere il tempo della responsabilità cercando nuovi orizzonti per la politica", sostengono gli autori. L'analisi dei fallimenti del mercato esige che non si pensi solo a nuove e invasive forme di regolazione, che potrebbero essere anche inefficaci. Il pluralismo e la partecipazione possono generare inedite forme di responsabilità diffusa che riguardino i singoli cittadini, le istanze intermedie e la responsabilità sociale d'impresa. "Si tratta di cercare le condizioni per lo sviluppo e l'affermazione di un'economia sociale di mercato che preveda anche la partecipazione e l'azionariato dei lavoratori", sostengono Ceruti e Treu.
Questa visione dell'economia e dei rapporti sociali si connette al ridisegno del ruolo del welfare e di un modello di società e di democrazia. "Una democrazia sostanziale deve partire dai nuovi bisogni della società attuale e valorizzare processi di rassicurazione e di fiducia. L'obiettivo principale è lo sviluppo delle capacità delle persone. La cittadinanza attiva è strettamente connessa alla creazione di un welfare comunitario in cui le condizioni per diventare persone libere e autonome siano al centro di un progetto di società democratica".
Il contributo di Ceruti e Treu si profila, perciò, come un'analisi che dà vita ad una innovativa visione della politica e della società in cui la sussidiarietà e la partecipazione sociale sono basate sulla responsabilità diffusa degli attori individuali e collettivi. Il cambiamento di mentalità a cui siamo invitati è certamente impegnativo ma tale da prefigurare una nuova stagione per la politica e la società.
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