"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Diario

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lunedì, 27 novembre 2023La pagina de Il T di domenica scorsa

Il libro "Inverno liquido" si rivela in continuazione generatore di dibattito, di occasioni di confronto, di comunità di pensiero, ma anche motivo di sostegno verso le realtà che provano ad uscire da un "non più" sempre più insostenibile verso un "non ancora" che sperimenta strade di transizione ecologica nell'immaginare scenari diversi rispetto a quelli della monocultura dell'industria dello sci.

Stiamo andando verso le 100 presentazioni (sin qui sono state 95) alle quali hanno partecipato circa 4.500 persone. Le ultime sono state quelle di Fiorano Modenese, di Vezzano e Torbole in Trentino. A Fiorano la presentazione, organizzata dalla locale sezione del CAI e da Legambiente, ha visto una notevole partecipazione di pubblico ed un intenso confronto. Significativa partecipazione anche a Vezzano dove il libro si è incontrato con i giovani di Lìmit, un percorso itinerante di sensibilizzazione ambientale. Anche a Torbole la sala della Colonia Pavese (l'imponente struttura affacciata sul Lago di Garda da anni in stato di abbandono) era gremita di persone richiamate dall'Associazione SOS Altissimo e da Italia Nostra. 

Le prossime saranno martedì 28 novembre a Milano (Libreria Alaska, ore 19.00), mercoledì 29 a Paderno Dugnano (Biblioteca Tilane, ore 20.45), giovedì 30 novembre a Rezzago (CO) e contiamo di raggiungere la centesima a metà di novembre. Il 20 dicembre (ore 17.30) contiamo infatti di organizzare un incontro a Trento, presso l'Area Agorà del Muse, dove proprio un anno fa questo tour di presentazioni è iniziato. L'intento è quello di incrociare l'esito della Cop 28 di Dubai (al quale partecipa una delegazione di giovani trentini), i temi posti dal libro "Inverno liquido" e i percorsi di riflessione, scrittura e formazione che ne sono generati.

Interessante è anche il fatto che da questo libro si sia aperta una linea di interlocuzione civile fra mondi diversi della montagna. Abbiamo molto insistito in questi mesi sul fatto che in questa situazione così grave non ci si salva da soli e, pur tra mille difficoltà e pregiudizi, qualche pertugio di dialogo stiamo aprendolo. Ne è un esempio la pagina di "Terra Madre" uscita domenica scorsa 26 novembre sul quotidiano "Il T" ospitando un forum sul futuro della montagna che ha visto il confronto fra Bruno Felicetti, direttore delle Funivie di Madonna di Campiglio, e il sottoscritto (e che potete leggere aprendo la foto). Impostazioni ancora lontane ma anche punti d'incontro non scontati. In verità, mi sarei aspettato che Felicetti andasse oltre le scelte di "adattamento" alla crisi climatica, che pure rappresentano un primo passo ma che appaiono ancora largamente insufficienti. 

Non basta essere resilienti, cosa che ogni essere vivente fa più o meno spontaneamente, adattandosi a contesti sempre nuovi e carichi di problematiche inedite. L'attuale impronta ecologica ci chiede di invertire la rotta. Di fare scelte radicali affinché la transizione ecologica non sia l'ennesimo slogan per non cambiare indirizzo rispetto alle politiche che ci hanno portati a questa situazione.

Del resto tornare sui propri passi richiede il coraggio di scontrarsi con i poteri forti e con chi - parlo di buona parte della politica - verso questi poteri appare ancora subalterno.