"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Jus soli: questa non è più la mia coalizione

Bambini

«La maledizione di vivere tempi interessanti» (72)

di Michele Nardelli

Le cronache politiche ragionali ci raccontano di un ordine del giorno contro lo jus soli (temperato, nella forma in discussione in sede parlamentare) approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale del Trentino – Alto Adige / Südtirol con un voto trasversale SVP / centrodestra / M5S e con l'astensione del PATT.

Ma che maggioranza è mai quella che nemmeno su una minima questione di civiltà come lo "jus soli temperato" riesce a mostrare un po' di coesione?

A che cosa sono serviti anni di condivisione nell'azione di governo in Consiglio Regionale come nelle comunità autonome trentina e sudtirolese se neanche di fronte alle seconde o terze generazioni dei nuovi cittadini che vivono e studiano accanto ai nostri figli sappiamo dimostrare un gesto di umanità e giustizia riconoscendone la cittadinanza?

Dove è finita la sperimentazione politica e sociale avanzata che pure abbiamo conosciuto in questa terra?

Che la divisione sullo jus soli si manifesti nella compagine di governo a livello nazionale è cosa esecrabile, ma in qualche modo giustificata dal fatto che quella maggioranza non è politicamente organica non essendo espressione di alcuno degli schieramenti che si sono presentati alle elezioni del 2013. Ma qui non è così, quelle che governano la regione e le province autonome sono maggioranze politico-programmatiche che governano insieme da cinque legislature.

Va inoltre considerato che nel 2011 il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento approvò con i voti di tutta la maggioranza un mio ordine del giorno (vedi allegato) che sollecitava il Parlamento ad introdurre lo jus soli nell'ordinamento italiano e contestualmente a far sì che sul nostro territorio e per le nostre competenze ogni discriminazione venisse rimossa.

Non è più la stessa maggioranza? Purtroppo temo proprio che sia così, laddove si preferisce assecondare gli umori che svolgere un ruolo di indirizzo culturale prima ancora che politico.

Faccio un po' di fatica a pensarlo, ma questa non è più la mia coalizione.

(Quel che scrivevo a giugno di quest'anno a proposito del dibattito in Parlamento in http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=3952 suona come una beffa)

L'ordine del giorno approvato nel 2011

 

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