"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Diego Cason parla del suo ultimo libro "Il monito della ninfea" scritto con Michele Nardelli. Si tratta di un lavoro sulla tempesta Vaia, sui suoi effetti e sul ruolo dell'uomo nel determinare gli scompensi climatici che causano fenomeni devastanti quali appunto la tempesta che si è abbattuta sulla regione dolomitica a fine ottobre del 2018.
Nel video su youtube che puoi vedere qui: https://youtu.be/WzQkB3l30xI
Intervista in diretta steaming sulla pagina facebook della SAT ad uno degli autori del libro "Il monito della ninfea", Michele Nardelli, da parte della responsabile dell'ufficio stampa della SAT Elena Beltrami.
Lo scorso 27 febbraio avremmo dovuto presentare a Trento, presso la Casa della SAT, il libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite". Analogamente a molte altre presentazioni già programmate l'insorgere della pandemia ci ha costretti a cancellare questo appuntamento. Ora stiamo riprogrammando gli appuntamenti a partire dalla seconda metà di giugno in ambiti aperti.
Intanto la SAT ci ha proposto di fare una presentazione in diretta streaming sulla sua pagina facebook, programmata per giovedì 28 giugno alle ore 17.00. Sarà una sorta di anteprima della presentazione vera e propria che contiamo di realizzare a Trento, se non ci saranno nuovi impedimenti, nella seconda metà di giugno (annotatevi in agenda il 20 giugno, poi saremo più precisi).
Nei giorni scorsi “Il monito della ninfea” (Bertelli Editori, 2020) è stato presentato sulle frequenze di Radio Popolare, storica radio indipendente che direttamente o grazie a Popolare Network raggiunge centinaia di miglia di persone in Italia e in Europa, con un intervista della giornalista Ira Rubini ad uno degli autori, Michele Nardelli.
Un libro uscito proprio qualche giorno prima che scoppiasse la pandemia Covid – 19, dedicato alla tempesta Vaia che nell'ottobre 2018 ha spazzato via 42.525 ettari di boschi e foreste dell'area dolomitica ma che parla del nostro tempo, dell'insostenibilità di un modello di sviluppo che ci ha portati oltre il limite e della quale misuriamo ogni giorno le conseguenze.
Potete ascoltare l'intervista su https://www.radiopopolare.it/podcast/note-dellautore-di-ven-15-05/
«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come il “Monito della Ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi».
Sulla sua pagina facebook così scrive oggi l'amico Silvano Falocco a proposito del nostro libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020). Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze.
di Emilio Molinari *
Un vento a 150 km/h, lo schianto di un bombardamento e l'inimmaginabile. 42500 ettari di bosco, cancellati. Cancellata la storia di luoghi. Una cultura millenaria come quella della montagna e delle sue comunità, già spopolate o stravolte dalla modernità e dagli stili di vita consumistici, perde un pezzo, ma lo perdiamo tutti. Questo sta scritto nel libro “Il monito della ninfea” di Michele Nardelli e Diego Cason.
Perdiamo ossigeno, perdiamo lavoro di cura del territorio, perdiamo bellezza, perdiamo piaceri tutti nostri, che non si comprano in un centro commerciale, come camminare soli in un bosco, mentre il tuo cervello è libero di far volare i tuoi pensieri, perdiamo profumi, leggende, canzoni.
Sul disastro della tempesta Vaia, gli autori ci danno dati e cifre, mischiando ambiente, economia e dolorosi sentimenti. Scandagliano il disastro per andare oltre, ne descrivono le interconnessioni con il mondo globalizzato, con il clima e il riscaldamento dei mari, con i disastri precedenti e quelli che si annunciano, evidenziano quel vento, nella metafora del famoso “battito delle ali di una farfalla” che qui si vede, si materializza, si ripercuote a migliaia di chilometri, sui mercati globalizzati del legno il cui prezzo precipita e qualcuno si arricchisce a dismisura e altri si impoveriscono.
Qualche giorno fa, grazie alla libreria Due punti di Trento, abbiamo realizzato in video conferenza la presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea". Per chi non avesse potuto seguirla è possibile rivederla cliccando il link seguente:
https://drive.google.com/drive/folders/1oyMyR7xO0tS4PjvDlet5O7z0o47lkBAF?usp=sharing
In attesa di realizzare le presentazioni dal vivo, come avevamo iniziato a fare a febbraio prima che la pandemia ci bloccasse tutti gli incontri programmati, questa è una possibilità concreta che potremmo su richiesta ripetere allargando l'informazione per la connessione.
Peraltro le presentazioni di questo libro, e il titolo "Il monito della ninfea" lo spiega, rappresentano altrettante occasioni di confronto su quanti sta accadendo intorno a noi.
«... resta pur sempre valido il monito espresso dall'immagine della ninfea che raddoppia quotidianamente le sue dimensioni, di modo che, il giorno che precede la copertura dell'intera superficie dello stagno la metà ne resta ancora scoperta, per cui quasi nessuno, alla vista di tanto spazio libero, è portato intimamente a credere all'imminenza della catastrofe».
Premio Leggimontagna, le motivazioni della giuria per "Il monito della ninfea"
La sezione saggistica del prestigioso Premio Leggimontagna giunto nel 2020 alla sua diciottesima edizione ha avuto due vincitori. Il primo classificato è stato il volume edito da Einaudi "L'impero in quota. I Romani e le Alpi" di Silvia Giorcelli Bersani. Il secondo premio è andato invece ad una piccola casa editrice, la Bertelli Editori di Trento, con "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" di Diego Cason e Michele Nardelli. Accanto a queste opere, il riconoscimento come premio alla carriera per Annibale Salsa con il suo libro "I paesaggi delle Alpi. Un viaggio nelle terre alte fra filosofia, natura e storia (Donzelli Editore, 2019). Complessivamente le opere in concorso erano trentadue, di altrettanti autori italiani ed europei.
Forse basterebbe questo per descrivere il valore di questo riconoscimento e, insieme, l'emozione per aver raggiunto un risultato sostanzialmente inaspettato per un libro dal forte accento politico che parla della tragedia Vaia e, più in generale, dell'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo. Lo si evince anche dalle motivazioni della giuria dedicate a "Il monito della ninfea":
«Un libro documentatissimo, ma agile, dedicato al tema degli equilibri, dei disequilibri e dei limiti. Un volume militante che nasce dalla constatazione che è ormai impossibile pensare alla realtà della montagna prescindendo da ciò che è accaduto alla fine di ottobre del 2018. Vaia, infatti, non ha lasciato soltanto segni di devastazione; ha inciso in profondità anche su analisi, riflessioni, capacità progettuali, obbligando a riflettere sugli effetti diretti e indiretti del nostro stile di vita e sulle scelte economiche e politiche che lo reggono. Ogni passaggio è sorretto da cifre e statistiche e accompagnato da citazioni mai casuali che rafforzano il concetto che è necessario uno sguardo globale che superi e dia significato alle analisi specialistiche e alla quantità di dati prodotti dai diversi settori della ricerca scientifica e sappia porre le basi per offrirci la capacità di cogliere le interrelazioni fra i fenomeni che caratterizzano gli squilibri ambientali e che possono influire anche su eventi ancor più drammatici come le pandemie».