"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cittadinanza Euromediterranea

Il vicino oriente e la follia che si sta preparando
Gaza

di Ali Rashid

(18 novembre 2012) Gli sviluppi militari dell'offensiva israeliana su Gaza sono imprevedibili e potrebbero sfuggire di mano. Il ministro della Difesa israeliano Barak ha espresso la sua determinazione a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati e continua ad ammassare truppe di terra nella zona richiamando altri riservisti. A Barak bisogna ricordare che, a partire dalla guerra contro il Libano del 2006, nessuna operazione militare israeliana ha raggiunto i suoi obiettivi. Gli unici risultati raggiunti finora da questo attacco sono la morte definitiva dell'accordo di Camp David con l'Egitto, il rafforzamento di Hamas sul piano regionale a scapito dell'indebolimento di Abu Mazen e dell'Anp e, di conseguenza, della possibilità di rinascita del processo di pace.

Bekim Fehmiu: le piume e il sangue
Le mani e il sangue

di Dejan Atanackovic *

In questi giorni a Firenze una mostra dedicata all'Ulisse venuto dai Balcani: Bekim Fehmiu. Pubblichiamo il discorso tenuto all'inaugurazione da Dejan Atanackovic, docente e artista che si divide tra Firenze e Belgrado

(20 novembre 2012) Non ho meritato l'invito per dare un mio contributo
all'inaugurazione di una mostra dedicata a Bekim Fehmiu per la conoscenza del suo lavoro. Al contrario, per me la sua è un'immagine un po' leggendaria, un volto d'infanzia, un simbolo "pop" della mia adolescenza. E in effetti, di lui si sapeva poco.

Cairo revolution
Piazza Tahrir

Un film molto bello prodotto dall'inviato di Unimondo al Cairo, Andrea Bernardi

Il film racconta gli avvenimenti che hanno portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak attraverso le immagini e le interviste agli egiziani che in quei giorni si sono riversati in Tharir Square. Ma prova anche a raccontare il punto di vista dei sostenitori di Mubarak che hanno cercato di fermare le proteste, anche in modo violento, di quei giorni.

Il film avrà luogo al Teatro San Marco mercoledì 17 ottobre alle 17.30 all'interno di RELIGION TODAY

Extra muros
extra muros

Dopo il concerto di Gianmaria Testa, ieri sera a Cles su invito del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, ecco qui uno dei pezzi più belli di cui ci ha fatto dono. 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Vfv-FUcwYO8

La primavera inascoltata
Gelsomini

di Michele Nardelli

L'attentato di ieri a Bengasi ci dovrebbe far riflettere sulla nostra incapacità di leggere gli avvenimenti. E di quanto poco la politica e le istituzioni hanno saputo o voluto ascoltare la primavera. La sua militarizzazione, esito combinato di apparati di potere che non conoscono altro linguaggio che quello delle armi e di una politica internazionale che altro non ha saputo fare che intervenire con i bombardamenti (nel caso della Libia) o armando l'opposizione (nel caso della Siria), ha letteralmente spazzato via la vera peculiarità (e la vera forza) della primavera araba, ovvero il suo carattere nonviolento.

La primavera è riuscita ad imprimere un processo di cambiamento per il semplice fatto di esserci. Migliaia di persone in strada, milioni di parole attraverso internet, pensieri finalmente sottratti alla paura, hanno cambiato questa parte del Mediterraneo anche quando non hanno preso il potere, ma per il semplice fatto di imporsi come processo ineludibile che ha attraversato le società, la politica, le istituzioni.

Laddove è prevalsa la militarizzazione, vincono invece i dittatori, i signori della guerra, al-Qaida. L'esito è la guerra e il terrorismo, l'esodo di migliaia di persone, il fondamentalismo e la scomparsa di quell'agorà che sono state le piazze ed il fiorire di un dibattito politico prima impensabile. Il tenere aperte le contraddizioni, non chiuderle.

Perché così dovremmo leggere la primavera. Non la bacchetta magica che trasforma le dittature in democrazie, ma la capacità di mettere in moto processi partecipativi, idee, conflitti nella contraddittorietà dei contesti che non cambiano dall'oggi al domani, come se i regimi non avessero avuto consenso. Perché (dovremmo averlo imparato dal Novecento) non esistono dittature prive di consenso.

Scrivo queste righe perché la primavera ha attraversato e sta ancora attraversando tutto il mondo arabo, la mezzaluna fertile, la Turchia... anche se non ce ne accorgiamo. Tanto da averla già quasi rimossa. Forse perché le nostre percezioni riescono purtroppo solo a comprendere il linguaggio della degenerazione violenta dei conflitti. E la superficialità delle cose gridate in prima pagina.

Innovazione araba
Paul Klee

(2 luglio 2012) A un anno e mezzo dall'avvio delle sollevazioni arabe ci si interroga sui possibili sbocchi. Tra gli effetti visibili c'è il ripristino dello spazio pubblico come luogo di confronto e scambio di idee che per molti anni era rimasto monopolio dei regimi dispotici.

Ancora: si assiste allo sgretolarsi della cultura della paura con cui si è convissuto per decenni, più o meno consapevolmente, e quindi la riscoperta dell'influenza dell'individuo sugli affari pubblici e sul potere politico. E poi, agli occhi dei cittadini, degli osservatori e probabilmente dei governanti stessi, si è rivelata in modo sorprendente una molteplicità di correnti di pensiero, opinioni e punti di vista. Ne parla il nuovo direttore "a rotazione" di Politica Responsabile Adel Jabbar, naturalmente su www.politicaresponsabile.it

Leggere testi e conTesti. Un percorso formativo
Sarajevo, vent\'anni dopo

Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di segnalarvi che sono aperte le iscrizioni al corso

Leggere Testi e ConTesti - Bosnia Erzegovina

organizzato a Trento dal Centro di Formazione alla Solidarietà internazionale in collaborazione con Osservatorio Balcani e Caucaso nell'ambito di "La storia dell'Altro: percorsi introduttivi ai contesti in cui opera la solidarietà internazionale".

Nel ventennale dell'inizio del conflitto, i 4 incontri dedicati alla Bosnia Erzegovina saranno condotti da esperti d'area di Osservatorio Balcani e Caucaso e affronteranno le questioni più rilevanti lasciate in eredità dalla guerra alla luce dell'attuale percorso europeo del Paese. Particolare attenzione sarà dedicata al tema della memoria, dell'elaborazione del conflitto e della giustizia per i crimini commessi nel corso delle guerre recenti. Uno specifico case study sarà rivolto ad approfondire la tematica dei ritorni e a valutare l'efficacia dell'intervento internazionale in questo settore. Concluderà il modulo un corso sulla posizione della cultura bosniaca nel più generale contesto regionale ed europeo.

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