"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Serata di presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite"
Mercoledì 26 agosto 2020, alle ore 20.30, presso il Cortile del Palazzo della Magnifica Comunità a Cavalese viene presentato il libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020).
Una riflessione sugli effetti sociali di Vaia, sul suo impatto e significato sui diversi versanti delle Dolomiti, sulle responsabilità nella cura dell'unica Terra che abbiamo.
In dialogo con gli autori del libro, Diego Cason e Michele Nardelli, sarà il professor Ugo Morelli.
Modera l'incontro Domenico Sartori, giornalista.
Saluto iniziale del dott. Mauro Gilmozzi
(In caso di cattivo tempo la presentazione si terrà presso l'Auditorium dell'Istituto di Istruzione "La Rosa Bianca", Via Gandhi 1)
«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come “Il monito della ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi. Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze. E’ un libro avvincente, che passa dalla descrizione ragionata dei giorni precedenti e successivi alla tempesta, al dialogo con alcuni dei protagonisti stretti tra dolore e silenzio, fino a ripercorrere – passo dopo passo – i confini planetari che andiamo superando. Gli autori non cercano colpevoli, perché sarebbe superfluo come guardarsi allo specchio, ma le ragioni. Innanzitutto la perdita di un rapporto spirituale con il bosco e la montagna, oggi guardate con gli occhi del turista inconsapevole, come se fossero merci. Siamo convinti che l’economia possa fare a meno della natura, violando le leggi che la regolano. Ma è irrealistico, utopistico. Un paradigma che nessuno sembra voler abbandonare e che non prevede concetti chiave quali entropia, irreversibilità, cultura del limite, incertezza, complessità. Tornare sui nostri passi sarà indispensabile, le ragioni per farlo sono tutte in questo libro prezioso». (Silvano Falocco)
Nell'ambito della manifestazione "Eventi a Costalta. Agosto 2020", martedì 18 agosto 2020, alle ore 20.45, presso la "Stua Cultural" nell'albergo diffuso di Costalta, ci sarà la presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020).
Il pubblico sarà in dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli.
Si raccomanda di portarsi la mascherina.
"... Nel “Monito della ninfea” parliamo proprio della catena di eventi del nostro tempo, delle crisi scambiate per emergenze, delle fonti di inquietudine che lo attraversano: della crescita della produzione di anidride carbonica e degli altri gas climalteranti, dell'aumento delle temperature e del susseguirsi di eventi estremi, della scarsità di terre abitabili e di acqua potabile, della desertificazione e del land grabbing, della crescita demografica mondiale e delle forme di abbandono della montagna e della campagna che originano l'insorgere delle megalopoli, della plastica e dei rifiuti che soffocano il pianeta, dell'aumento della mobilità e delle migrazioni, della distribuzione diseguale della ricchezza... una catena di eventi o una sola catastrofe? ... "
Anche il Tesino è stato attraversato nell'ottobre 2018 dalla tempesta Vaia. Di questo evento e delle connessioni con la crisi climatica parleremo nella presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020) che si svolge a Castello Tesino, nell'anfiteatro esterno al Museo della Flora e della Fauna, sabato 22 agosto 2020, alle ore 18.00.
In dialogo con gli autori sarà il giornalista Walter Nicoletti.
«Da Vaia al riscaldamento climatico, dall'invasione delle locuste alla pandemia mondiale, crisi scambiate per emergenze. Michele Nardelli e Diego Cason provano a darci un punto di vista più ampio, che comprenda tutte queste catastrofi in una sola visione e che ci induca alla necessità di ripensare il nostro modo di rapportarci con gli altri e con il pianeta».
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Per iniziativa dell'Associazione Tutela Territorio di Ala, mercoledì 12 agosto 2020, alle ore 20.30, nel Cortile della Biblioteca Civica di Ala (Via Roma) viene presentato il libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020).
A parlarne con gli autori sarà il giornalista Walter Nicoletti.
Si raccomanda di portarsi la mascherina.
In una delle valli più colpite dalla tempesta Vaia che nell'ottobre 2018 ha devastato i boschi dolomitici, un'opportunità di riflessione promossa dal Comune di San Vito di Cadore con la presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli, "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli editori 2020).
L'incontro cui partecipa uno degli autori (Diego Cason) si svolge il 5 agosto 2020, alle ore 21.00. presso la Sala polifunzionale di San Vito di Cadore.
Presentazione del libro
"Il monito della ninfea". Vaia, la montagna, il limite"
Una riflessione sugli effetti sociali di Vaia, sul suo impatto e significato sui diversi versanti delle Dolomiti, sulle responsabilità nella cura dell'unica Terra che abbiamo.
Mercoledì 19 agosto 2020, ore 20.30
Agordo, Sala Don Tamis
Saranno presenti gli autori, Diego Cason, sociologo, e Michele Nardelli, ricercatore e saggista.
Interverrà il prof. Cesare Lasen, naturalista.
Presenta e modera Gianni Santomaso, giornalista
di Neri Pollastri
Resta pur sempre valido il monito espresso dall’immagine della ninfea
che raddoppia quotidianamente le sue dimensioni,
di modo che, il giorno che precede la copertura dell’intera superficie dello stagno
la metà ne resta ancora scoperta, per cui quasi nessuno,
alla vista di tanto spazio libero,
è portato intimamente a credere all’imminenza della catastrofe
(Remo Bodei, Limite)
Intitolato a quello che è forse il più celebre motto di matrice ambientalista (ripreso in questo caso da un saggio di Remo Bodei, da poco scomparso) e scritto stavolta in coppia con il sociologo Diego Cason, Il monito della ninfea è l’ultimo lavoro di Michele Nardelli (del quale poco più di un anno fa recensivamo il precedente Sicurezza). Incentrato su un ben preciso, apparentemente isolato ed eccezionale evento, è in realtà un vero libro glocal e, anche per questo, la sua uscita proprio nel periodo della pandemia Covid-19 è da considerarsi da un lato di estrema tempestività, dall’altro a sua volta un monito da raccogliere.
Il tema specifico del volume, uscito per Bertelli Editori, è la tempesta di Vaia, la violentissima e atipica bufera di pioggia e vento che lunedì 29 ottobre 2018 sconvolse la montagna dolomitica in tutte e quattro le regioni che attraversa – Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli – travolgendone i boschi e abbattendo in una sola notte circa diciotto milioni di alberi. Di quel cataclisma tutti probabilmente hanno visto e ben ricordano le terribili immagini; ma poiché – come scrivono gli autori – «chi non è stato investito da questa spaventosa forza distruttrice (…) lo può considerare uno dei tanti eventi disastrosi che periodicamente accadono» (31), il libro non solo narra con una certa dovizia i fatti, fornendo dati sui danni e sulle impegnative opere di ripristino, ma ne cerca anche un più profondo significato umano, culturale e politico, allargando lo sguardo dall’arco alpino alle terre che lo circondano, dal singolo fenomeno alla complessità del mondo naturale, fino a leggerlo non già come un mero accidente atmosferico, bensì come un passaggio emblematico dello storico e contrastato rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive.