«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Viaggi

Della leggerezza dell’amicizia, note sparse e pensieri meditati
Praga

Report sul 14° viaggio nella solitudine della politica "Dal meriggio alla mezzanotte" (6-14 settembre 2023)

 

di Micaela Bertoldi

Anziché seguire l’orma di Milan Kundera con il suo libro del riso e dell’oblio, o di quello sulla leggerezza dell’essere, voglio annotare i passaggi disimpegnati di questo nostro macinare chilometri su chilometri. Al posto di un libro solo “un report” dal titolo “Report dell’amicizia e del pensiero condiviso”, potrei dire.

Parto con il racconto delle avventure del pulmino Volkswagen di Michele, da lui guidato con Claudio ed Enzo. Tre autisti, ottimi tutti. Meno ‘ottima’ la macchina che ci ha riservato alcuni grattacapi, per dirla con eufemismo. Basti pensare alla faccia sconsolata di Michele a ogni nuovo problema incontrato.

Per iniziare, poco dopo Innsbruck, la ruota davanti a destra è saltata: letteralmente stracciato il copertone. Per fortuna che nei pressi c’era un provvidenziale slargo e che la ruota fosse quella davanti a destra: in autostrada fra Tir ed auto che sfrecciano l’operazione di cambio già difficile di suo, sarebbe stata pericolosissima. Grande Enzo, nello svitare i bulloni stretti e arrugginiti, grande il lavoro di squadra fra lui e Claudio. Il resto di noi, se ne stava perlopiù attonito a osservare cosa sarebbe successo.

Occuparsi della guerra. Creare spazio per la pace.
Girasoli

Un viaggio di ascolto, dentro un pericoloso silenzio

di Federico Zappini *

Dovevamo essere 5mila. Siamo arrivati a Kiev in poco più di cinquanta. Non deve essere letta come una sconfitta questa composizione ridotta della delegazione – anche per motivi di sicurezza, necessariamente stringenti in un paese in guerra – ma come stimolo al dare corpo a mobilitazioni sempre più vaste (oggi colpevolmente assenti, ci tornerò) in grado di fornire una massa critica sufficiente a livello europeo per chiedere/imporre l’interruzione dell’invasione russa e un contestuale percorso diplomatico che dia continuità e solidità alla pace, oggi interrotta e ferita.

Il primo avamposto del Mean (Movimento Europeo di Azione Non Violenta) è un gruppo eterogeneo di uomini e donne che – questo il tratto distintivo della missione appena conclusa – ha condiviso l’idea di un viaggio basato sull’ascolto dei propri interlocutori in Ucraina, di un’esperienza dialogica che accetta la complessità e le contraddizioni di uno scenario di guerra e dei dolori e dell’incertezza cui essa costringe da più di cinque mesi milioni di persone dentro e fuori i confini ucraini.

Un percorso di ricerca e confronto che si basa su una duplice urgenza, perfettamente descritta da Marianella Sclavi, una delle principali animatrici del progetto. Dobbiamo sentirci tutte e tutti coinvolti da un conflitto che a poche centinaia di chilometri dall’Italia e nel cuore dell’Europa da più di centocinquanta giorni terrorizza, colpisce e uccide la popolazione civile ucraina, sotto scacco di una ingiustificabile aggressione. Essere presenti a Kiev l’11 luglio ha significato prima di tutto questo. “Per sentirci e agire in modo umano serve il contatto, la presenza in comune” ci ha ricordato Angelo Moretti, altra anima ispiratrice di questa concreta e visionaria esperienza.

Contestualmente dobbiamo essere consapevoli che rompere il silenzio che stava calando attorno alla guerra – in una caldissima e faticosa estate, dove le crisi globali si sommano e moltiplicano – presuppone l’idea di coltivare e sperimentare l’ambizione di essere con i propri corpi innesco di iniziative non violente (di diplomazia e cooperazione, di confronto e di mobilitazione popolare) che affianchino, indeboliscano e, il prima possibile, sostituiscano il linguaggio della guerra e delle armi, oggi predominante.

Sarajevo Centro del mondo.
La città vecchia a Sarajevo

Paesaggi e racconti di Bosnia Erzegovina

8 giorni dal 7 al 14 agosto 2022

Sarajevo è nel cuore di tutto il mondo: viaggiatori curiosi e attenti, amanti della grande letteratura, appassionati di quel mondo dai toni e dalle sfumature infiniti che dalla Mitteleuropa giunge sino all’angolo più lontano dei Balcani. Tutti conquistati dal suo fascino di città ottomana, asburgica e jugoslava, che ha saputo tenere insieme in modo equilibrato ed armonioso queste sue diverse dimensioni, riunendo in un solo corpo i suoi abitanti: dal cuore storico alle antiche mahale sino ai quartieri operai, al di sopra di ogni diversa radice culturale e di ogni tradizione religiosa.

Il pesante conflitto che ha dissolto la Jugoslavia e le cui conseguenze fanno vibrare ancora oggi Sarajevo e la Bosnia-Erzegovina, ha di certo modificato il respiro ed il battito del cuore di questa città, che però, a dispetto delle profonde trasformazioni subite, continua a trasmettere un senso di condivisione e rispetto tra le diverse anime che la compongono. Se è vero quindi che il complicato ‘900 - e in particolare la guerra degli anni ’90 – l’ha profondamente segnata e ne ha indebolito la grande tradizione di convivenza multiculturale, questa sua natura speciale continua a dare forma al modo di pensare e al vivere quotidiano dei suoi abitanti.

Dal meriggio alla mezzanotte.
Il quattordicesimo itinerario

Il 14° itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica"

6 - 14 settembre 2023

 

La fine degli imperi e il delirio degli Stati nazionali.

Fra gli splendori e le macerie del Novecento

L'ultimo degli itinerari del “Viaggio nella solitudine della politica” – quando la pandemia sembrava essere archiviata – ha avuto come teatro l'Andalusia. Una meta pensata da tempo come un'immersione in quel tratto di Europa che fu protagonista nel Medio Evo di un movimento di cultura e di pensiero che, a guardar bene, fu alle radici del Rinascimento europeo.

All'attraversamento mediterraneo dobbiamo infatti gran parte delle conoscenze e dei saperi che venivano da Oriente, quando l'età dell'oro aveva come epicentro grandi città come Damasco e Baghdad. Una verità rimossa o cancellata insieme ai roghi dell'immenso patrimonio di biblioteche e di volumi della tradizione amanuense che ornavano città come Siviglia, Granada, Toledo e Cordoba, quest'ultima (definita l'ornamento del mondo) – con i suoi 450 mila abitanti nell'anno 1000 – la più grande città europea (e a livello mondiale, seconda solo ad Angkor in Cambogia).

Incontro di restituzione del viaggio in Andalusia
Un'immagine del Viaggio

Ci vediamo sabato prossimo 18 giugno 2022, alle ore 15.00, per l'incontro di restituzione del viaggio "Andalusia. Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte"

La proposta è quella di vederci nel giardino di casa a Cadine di Trento, in via delle Camalghe 9, verso le ore 13.30. Un orario che permette anche a chi viene da più lontano di non doversi svegliare all'alba.

Il programma prevede un brindisi di benvenuto all'arrivo accompagnato da qualcosa di buono, di fare due passi in campagna per visitare l'orto e mangiare qualche ciliegia, di fare una piccola siesta e poi, verso le 15.00, di metterci nel prato a conversare fra noi. E poi, a seguire, di preparare un piatto sostanzioso. Ovviamente sono gradite delle partecipazioni culinarie che vorrete portare.

Per chi viene da fuori e intende passare la notte in Trentino, non ha che da segnalarcelo così da trovare sistemazione. Sarebbe anche nostra intenzione proporvi per la mattinata di domenica una piccola escursione a Sant'Anna (località dove si insediarono i dolciniani) e nelle malghe della zona.

A presto.

Gabriella e Michele

Sulle tracce di al-Andalus e del Don Chisciotte
Alhambra, Granada

In terra di Spagna: paesaggi fisici ed umani.

Attese, solitudini, perdite personali e storiche. Condivisioni. Questi i lineamenti del viaggio. 

Un viaggio affrontato con stati d’animo diversi da parte dei vari viaggiatori, ciascuno dotato di personale bagaglio, di vita vissuta e di attese.

 

di Micaela Bertoldi

   

al-Andalus. Il ritorno

   

Al-Andalus: che mondo è mai questo?

Fine di epoche, di sogni e di eroi,

fine di amori perduti

strappati dalla risacca del tempo

Nostalgia di un passato

di ciò che è stato e non c’è più

di chi c’è stato e non è più

... questo mi dice a Cordoba

la splendida moschea,

questo ripete la fiera Granada

con le sue vie in salita

con la volta stellata

dei più antichi bagni arabi

questo evoca la voce di Garcia Lorca

dalla sua casa natale e

altrettanto riecheggia nella fenditura

di roccia dell’orrido naturale a Ronda

dove bocche di leone color lillà

s’aggrappano con forza: per resistere.

Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte
Alhambra, Granada

Viaggio nella solitudine della politica.

Tredicesimo itinerario.

 

Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte

22 aprile 2022 – 2 maggio 2022



«Il palcoscenico costruito da Cervantes era affollato da versioni diverse della domanda

se le cose possano mai essere quelle che sembrano, che affermano di essere, 

che vogliamo che siano, che ad altri occorre che siano»

Maria Rosa Menocal, Principi, poeti e visir



Mi sono interrogato più volte se fosse il caso di proporre - malgrado tutto quel che accade intorno a noi - un ennesimo viaggio. Pandemia, crisi climatica, guerre ci potrebbero indurre ad attendere tempi migliori. Il fatto è che il tempo migliore viene considerato quello della normalità, ovvero il contesto nel quale l'intreccio delle crisi che stiamo attraversando ha trovato il proprio retroterra materiale, culturale e politico. Ovviamente valuteremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi degli avvenimenti, ma anche questo nostro immergerci nella storia europea e mediterranea lo vorrei considerare come una risposta a chi ci ripropone - in queste ore di guerra - lo scontro di civiltà. E poi non vorrei cedere ad un'emergenza che diviene infinita, perché non sappiamo leggere in altro modo il presente. 

Ecco perché - salvo ostacoli insormontabili - vorremmo di nuovo metterci in viaggio. Uso il plurale, perché questi viaggi sono stati un agire collettivo, una forma di "presenza al proprio tempo" e anche occasioni di formazione, che hanno a loro volta prodotto pensiero e relazioni, diari e libri ed altro ancora.

Abbiamo imparato che ogni terra è un caleidoscopio sul proprio tempo. Lo è andando a rileggere il passato che, quando non elaborato, incombe sul presente. Lo è per quanto ha saputo condensare nella modernità. Lo è infine nella capacità di far vivere il futuro nel presente.

Se ci pensiamo, tutti i precedenti itinerari di questo nostro “Viaggio” hanno cercato di interpretare altrettanti limes, come a far scorrere avanti e indietro la macchina del tempo alla ricerca dei nodi gordiani di un secolo con il quale non abbiamo saputo fare i conti, ancora ingombro dei pensieri e dei paradigmi di una storia finita.

Ancora ci mancavano alcuni passaggi cruciali. Lungo le rotte mediterranee fra l'Europa, l'Africa e il vicino Oriente, alla ricerca di ciò che rimane delle “primavere arabe”. Lungo il cuore di tenebra del progresso, fra la regione del carbone e del ferro contesa nella prima guerra mondiale, il mito della razza che portò ai campi della morte e il delirio dell'homo faber che ha nell'“Arbeit mach frei” e nel controllo dell'atomo i suoi tragici simboli. E infine il passaggio che ci racconta di quando Europa volse il proprio sguardo verso occidente, come a voler rompere il cordone ombelicale che la tratteneva alla Mezzaluna fertile del Mediterraneo.

E’ quest'ultimo un itinerario concettuale prima ancora che fisico, che ci porterà ad aprile in Andalusia, per toccare tre aspetti che meglio di altri crediamo possano trasmetterci qualcosa dalla storia e dal presente di questa terra.

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