"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Ieri mattina l'amico Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, ha postato su facebook questo messaggio:
Il MOSE non è IN ritardo.
Il MOSE è IL ritardo, l'errore
che lascia VENEZIA CON L'ACQUA ALLA GOLA.
Stanotte 187 cm, la seconda marea della storia, dopo il 4 novembre 1966 (194 cm).
Ora, piagnistei e alte grida di politicanti e opinionisti corrivi o ignoranti sui "ritardi" del Mose, che lascerebbero Venezia esposta.
Ma il Mose non è IN ritardo: il Mose è IL ritardo, il Mose è L'ERRORE storico che, con la prepotenza, con la corruzione, con l'insipienza, è stato imposto alla città, evitando perfino di verificare le praticissime alternative esistenti, più semplici, più efficaci, che avrebbero da anni già messo Venezia in sicurezza, senza sprecare tempo e una montagna di soldi, soprattutto senza farle correre i rischi mortali che sta correndo, che ha vissuto, di nuovo, in questa notte tragica.
«... resta pur sempre valido il monito espresso dall'immagine della ninfea che raddoppia quotidianamente le sue dimensioni, di modo che, il giorno che precede la copertura dell'intera superficie dello stagno, la metà ne resta ancora scoperta, per cui quasi nessuno, alla vista di tanto spazio libero, è portato intimamente a credere all'imminenza della catastrofe...».
E' questa immagine proposta dal filosofo Remo Bodei che vorrei consegnare a questo IV Sciopero Globale per il Clima che stamane a Trento come in altre migliaia di città in ogni parte del pianeta vedrà milioni di persone chiedere un radicale cambiamento verso un modello e uno stile di vita insostenibile. Un'immagine che spiega bene l'atteggiamento che ancora prevale nell'opinione pubblica e che ancora porta i più a credere nel delirio novecentesco delle magnifiche sorti e progressive dello sviluppo.
«Tempi interessanti» (97)
Un anno dopo. Osserviamo in tutta l'area colpita dalla tempesta Vaia un susseguirsi di eventi per ricordare la tragedia che in una notte ha spazzato via 18 milioni di alberi e cambiato il volto di intere vallate dolomitiche. Crediamo sia bene non dimenticare. Sarebbe altrettanto necessario riflettere sul messaggio che la natura ci ha consegnato. Se riteniamo che Vaia non sia stato un evento casuale, come possiamo farne tesoro ed evitarne il ripetersi? E poi, che cosa è cambiato nei nostri comportamenti come nelle nostre scelte collettive dopo quella tragedia? In questi mesi ci siamo spesso sentiti dire che c'è un tempo per l'emergenza e uno per la riflessione. Non è così. L'emergenza non è finita e non finirà a breve. Non abbiamo il tempo di attendere che finisca per incominciare a riflettere...
Nell'ambito del Festival dell'agricoltura di montagna che si svolge a Nosellari (Folgaria - Trento) sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019, nella giornata di sabato (ore 15.45) è prevista una conversazione coordinata da Claudio Sabelli Fioretti dal titolo "Ritorno alla terra: illusione romantica o prospettiva concreta?" alla quale partecipano Michele Nardelli e Maurizio Dematteis.
Il giorno del sovrasfruttamento delle risorse del 2019 sposta ancora la lancetta dell'impronta ecologica verso l'insostenibilità
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Il 29 luglio l’uomo avrà utilizzato tutte le risorse naturali dell’intero anno. Questo il risultato delle analisi del Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che ha avviato – e continua a portare avanti – i calcoli per la contabilità delle risorse naturali attraverso l’Impronta Ecologica. Questo indicatore tiene traccia della domanda dell’uomo per le aree biologicamente produttive che forniscono risorse naturali e servizi ecosistemici, come ad esempio cibo, legname, fibre, spazio occupato per le infrastrutture e assorbimento delle emissioni di CO2. Attualmente, proprio le emissioni di anidride carbonica costituiscono il 60% dell’intera Impronta Ecologica dell’umanità.
Il giorno del sovrasfruttamento delle risorse (in inglese, Earth Overshoot Day) segna la data in cui il consumo di risorse da parte dell’uomo eccede ciò che gli ecosistemi della Terra sono in grado di rigenerare per quell’anno. Negli ultimi 20 anni, il giorno del sovrasfruttamento si è spostato di tre mesi in anticipo nel calendario fino a cadere il 29 luglio di quest’anno, mai così presto dagli anni ’70, quando il mondo ha cominciato a sovra-sfruttare le risorse.
di Ugo Morelli *
“Io lavoro come un giardiniere”, diceva di sé Joan Mirò. Indicando che la passione per la natura parla della natura delle passioni umane. Quelle passioni possono essere generative e distruttive.
Il nostro rapporto con la natura di cui siamo parte ha visto prevalere fino ad oggi una posizione e azioni prevalentemente distruttive da parte di noi umani. Un libro postumo di Oliver Sacks, dal titolo emblematico, “Ogni cosa al posto giusto”, in corso di traduzione in italiano, evidenzia in modo magistrale il conforto esistenziale e vitale che da un punto di vista fisiologico e psicologico può venirci dalla natura. Denso di significato è anche il sottotitolo del libro: primi amori e ultimi racconti.
Una sintesi adeguata alla nostra condizione. Auspicando che il nostro amore e la nostra passione per la natura non si traducano in racconti finali delle bellezze e dei valori della natura stessa.
Il Museo Geologico delle Dolomiti - Predazzo è lieto di invitarLa al convegno riservato agli operatori del settore enogastronomico e stampa che avrà luogo il 3 giugno dalle 15.00 alle 18.00
Sapori, genti e storie del territorio dolomitico.
Chiavi di lettura per un patrimonio unico come risorsa per il turismo
La consapevolezza di risorse territoriali paesaggistiche e agricole uniche come leva di attrazione e volano di una solida economia turistica del futuro.
Partecipano Riccardo Tomasoni, responsabile Museo geologico di Predazzo; Paolo Endrici, Cantina Endrizzi TN; Marcella Morandini direttrice Fondazione Dolomiti UNESCO; Alessandro de Bertolini, Fondazione Museo Storico del Trentino; Giancarlo Cescatti, direttore APT Val di Fiemme; Stefano e Valentino Felicetti, Pastificio Felicetti Predazzo.
Moderatrice Aurora Endrici, esperta di comunicazione.