"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
L'amico Emilio Molinari mi invia queste righe.
«Cari amici, oggi il "Fatto Quotidiano" ha pubblicato un mio articolo e un appello a Papa Francesco.
Il perché sta nel fatto che il governo ha candidato il nostro Paese ad ospitare il Forum Mondiale dell'acqua. Non pensate sia un appuntamento dell'ONU e delle istituzioni mondiali, è bensì il Forum delle Multinazionali dell'acqua.
Una lettera aperta del presidente della Circoscizione Bondone sul futuro della montagna
di Alex Benetti *
La montagna è un luogo controverso e difficile, dove convive lo spirito vigoroso dei fianchi dei rilievi e la fragilità di un ambiente precario. La sua affascinante maestosità ha spesso motivato l’uomo a mostrare la propria superiorità. La sua bellezza è un equilibrio che richiede aiuto, tutela e cautela. Talvolta non occorre immaginare un suo sviluppo perché spesso accade di trovare nei suoi luoghi ciò che occorre per apprezzarla.
Il Bondone è sempre un tema rilevante che periodicamente si ripresenta nei quotidiani provinciali. Nel corso degli anni sono state proposte molte analisi e sono stati ideati molti progetti. Alcuni hanno trovato una vera realizzazione, altri sono rimasti solo sulla carta. I molti interrogativi ai quali non è stato risposto hanno fatto crescere il sentimento che il Monte Bondone possa essere paragonato ad una montagna incompiuta. Negli anni del boom economico si immaginava una montagna vocata al turismo di massa e capace di ospitare i cittadini di Trento in villeggiatura. La Trento Alta che era immaginata a metà secolo è stata un fallimento con il quale oggi dobbiamo confrontarci. Prima di investire in grandi progetti dobbiamo analizzare il territorio, cercando di risolvere i molti punti interrogativi che ancora ci poniamo.
Nei giorni che vanno da mercoledì 8 dicembre a domenica 12 dicembre 2021 sono in viaggio nell'area regione del Gran Sasso e nell'Appennino Sannita.
Si tratta di un lavoro di indagine iniziato nei primi mesi del 2021 insieme ad un collettivo di persone appassionate di terre alte per cercare di capire se e come le comunità di montagna si stanno interrogando sugli effetti che avrà la crisi climatica (e il conseguente l'innalzamento della soglia neve) sulle stazioni turistiche invernali dedite allo sci di massa.
Stiamo percorrendo di lungo in largo l'intero arco alpino e la dorsale appenninica per realizzare un reportage sull'insostenibilità del vecchio modello turistico e, insieme, per valorizzare le esperienze che si stanno proponendo per una proposta turistica improntata sulla responsabilità e sulla sostenibilità. Un impatto - quello del cambiamento climatico - che da tempo ha messo in crisi intere aree e che richiede un profondo cambio di paradigma.
Che non sembra affatto emergere dal rilancio di vecchie proposte (e nuovi impianti) che avviene attraverso la panacea del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sta dando la stura a progetti senza prospettiva pur di intercettare i finanziamenti europei. Una logica niente affatto estranea a quella già in opera dei grandi impianti in preparazione delle Olimpiadi invernali Milano - Cortina del 2026.
Questo è il discorso che Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, ha pronunciato l'8 ottobre 2021, alla Camera dei Deputati in occasione del Pre-COP26 Parliamentary Meeting, la riunione dei parlamenti in vista della Cop26, la Conferenza sui cambiamenti climatici che si terra a Glasgow dall'1 al 12 novembre.
di Giorgio Parisi *
L’umanità deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti che i comportamenti umani stanno mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Sfortunatamente, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati assolutamente modesti. Negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti, di cui siamo stati spettatori attoniti, sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande. Adesso, comincia a esserci una reazione forse più risoluta ma abbiamo bisogno di misure decisamente più incisive.
Sabato 23 e domenica 24 ottobre 2021, due giorni nell'Appennino Tosco-Emiliano.
Sarò insieme con Maurizio Dematteis (direttore di Dislivelli) nel raccogliere parole, riflessioni e immagini su come i territori si pongono di fronte alla crisi climatica che investe il pianeta e che già oggi impatta sulle località che si sono piegate alla monocultura turistica e allo sci di massa. E per questo oggi in crisi profonda.
Questo tratto di strada è parte di un viaggio di inchiesta che con Maurizio e altri stiamo svolgendo attraverso le Alpi e gli Appennini, che diventerà a breve una nuova proposta editoriale.
di Michele Nardelli
(28 settembre 2021) Che il mondo della società civile e del volontariato s'interroghi sul proprio tempo e sul senso del proprio agire non è affatto scontato, anzi. Lo dovrebbe essere, certo, ma nel rincorrere le situazioni di emergenza sulle quali tende ad essere piegata una parte importante dell'associazionismo prevale la tendenza a dare risposte immediate e una progettualità funzionale ad intercettare bandi (finanziamenti) tendenzialmente corrispondenti all'orientamento dei decisori politico-istituzionali.
Nel delirio del fare, nel pragmatismo senza pensiero, nel prendersi cura senza andare alle radici dei conflitti e dell'esclusione, possiamo leggere uno degli effetti del malessere che investe la nostra società.
Andare alla radice significa mettere in discussione poteri consolidati che dalle diseguaglianze e dall'utilizzo irresponsabile delle risorse traggono profitti e privilegi. Insomma bisogna cambiare ed essere visionari, perché quello che abbiamo non è affatto il migliore dei mondi possibili.