"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di invitarvi alla proiezione di
Dall’altra parte / S one strane*
(di Zrinko Ogresta, 2016, Croazia-Serbia, 80')
Lunedì 3 aprile 2017, ore 21.00
Cinema Astra, Corso Michelangelo Buonarroti 16, Trento
Vesna è una donna di mezza età che vive a Zagabria, dove presta assistenza agli anziani non autosufficienti. Ha due figli grandi: uno sposato e padre, l'inquieto Vlado, e Jadranka, che sta per sposarsi. Una telefonata inattesa del marito la riporta però a un passato dal quale è fuggita 20 anni prima, quando nel suo paese infuriava il conflitto che ha distrutto tante famiglie, inclusa la sua.
Il film affronta il tema del perdono e della difficoltà di saper conciliare, anche in favore di esso, i tanti aspetti delle nostre personalità che si sovrappongono l’una all'altra.
Introduce MARZIA BONA, redattrice e ricercatrice di OBCT
*Film in lingua originale sottotitolato
La Rete degli Universitari, nell'ambito del laboratorio per gli studenti di Scienze Politiche affinché possano orientarsi sulle prospettive future sia in ambito formativo che lavorativo, promuove una serie di eventi per approfondire il tema della cooperazione internazionale.
In questo quadro lunedì 10 aprile 2017, alle ore 17.00, presso l'aula 4 in Via Zamboni 38 a Bologna, si svolge un incontro con Michele Nardelli. Il titolo della lezione, "La cooperazione internazionale al tempo della terza guerra mondiale".
Stamane mi sono incontrato per un momento formativo con i ragazzi di due quarte classi del Liceo Da Vinci di Trento. Si trattava di una prima lezione in preparazione del viaggio in Bosnia Erzegovina previsto nella prossima primavera. Attraverso tre storie ho raccontato loro che cosa sono la Bosnia Erzegovina e Sarajevo, quel che è accaduto negli anni '90 e la necessità di elaborare i conflitti se non si vuole che le tragedie si ripetano all'infinito.
Quando sento dire che i giovani di oggi sono refrattari alla conoscenza o semplicemente distratti, beh devo dire (o meglio, ne ho avuto la conferma) che non è affatto così. Ho parlato con loro (e i loro insegnanti) per un'ora e mezza e ho avuto la percezione di una forte attenzione e di un grande coinvolgimento.
Che allora il problema sia che noi adulti non sempre sappiamo catturare la loro attenzione? E magari di aver qualcosa da raccontare loro in grado di connettere vicende storiche con i temi del loro presente e futuro? O, ancora, della qualità degli ambiti formativi? Quando sapremo far tesoro del passato per leggere il presente?
Fra due o tre mesi questi ragazzi andranno a Sarajevo. Forse il primo vero e proprio viaggio della loro esperienza di vita. Spero di averli aiutati un pochino a capire che cosa è accaduto venticinque anni fa in quel paese che si chaimava Jugoslavia e ad osservare il loro tempo alzando lo sguardo.
Nell'ambito del percorso formativo per un viaggio di studio in Bosnia Erzegovina degli studenti delle quarte classi, Michele Nardelli svolgerà una lezione sul contesto balcanico a vent'anni dalla fine della guerra dei dieci anni.
Egidio Ivetic
Un confine nel Mediterraneo
L'Adritico orientale tra Italia e Slavia (1300-1900)
Viella libreria editrice, 2014
«Sullo sfondo di una riflessione storiografica transnazionale e con lo sguardo non circoscritto alle periodizzazioni tradizionali, il libro ripercorre le convivenze e le divisioni tra popolazioni, decostruisce l'idea stessa di confine, andando oltre i canoni delle storiografie coinvolte e le separazioni cultrali ancora vive in queste terre mediterranee».
Nei giorni scorsi se ne andato l'amico Predrag Matvejevic. Dopo le parole scritte in suo ricordo, volevo omaggiarne la scomparsa con la pubblicazione del piccolo saggio che nel 2005 costò a Predrag la condanna da parte del Tribunale di Zagabria a cinque mesi di carcere. Un diario fra luoghi cari che in questi anni ho imparato a conoscere e ad amare. (m.n.)
di Predrag Matvejevic
Con una comitiva delle rete televisiva franco-tedesca "Arte", che ha realizzato una trasmissione dedicata ai Balcani, sono arrivato recentemente a Mostar. Due settimane dopo ho raggiunto Sarajevo, dove il "Centar André Malraux", francese, ha organizzato un incontro di scrittori europei. Noi, nati in quel paese, possiamo fare ben poco da soli: ci siamo accapigliati, inimicati, divisi, riducendoci alla miseria. Nel mio diario le impressioni riportate nei due viaggi si intrecciano e si accavallano.
La prima volta sono arrivato dall'Italia via mare, col traghetto Ancona-Spalato, proseguendo lungo la valle del fiume Neretva fino a Mostar. La seconda volta sono arrivato a Sarajevo passando per Vienna. E da Sarajevo, in compagnia di un centinaio fra scrittori e giornalisti, mi sono avviato verso la mia città natale - Mostar. Abbiamo viaggiato in un treno che, dopo l'ultima guerra, fa raramente la spola su quella linea ferroviaria. Una volta i vagoni, passeggeri e merci, passavano ogni giorno, e più volte al giorno.
Da studente, lavorai alla costruzione del tratto di strada ferrata fra Konjic e Jablanica con le brigate giovanili. Si chiamavano "azioni di lavoro volontario". Il nostro accampamento si trovava nei pressi di Ostrozac. Si andava al lavoro prima che il sole riscaldasse fino all'arsura la terra e l'aria; dopo mezzogiorno facevamo il bagno nei rami del fiume Neretva. Ricordo gli strani, fiabeschi colori dell'alba, il biancore della pietra che emergeva dalla notte, i cespugli bagnati di rugiada, le limpide acque del fiume, i suoi vortici, le sue sponde, le rocce carsiche dell'Erzegovina. A incoraggiarci era il sole che si levava, la luce si spandeva. "Costruiremo il nostro paese più bello di prima", dicevamo. Era il nostro sogno. Molti di noi credevano nella propria fantasia. Io compreso. Invidiavo i miei compagni più forti che erano in grado di lavorare di più e di fare meglio: quella ferrovia collegava la Bosnia all'Erzegovina, univa la Jugoslavia.
"Il caso Kosovo"
Conferenza promossa dal circolo ARCI "Radio Aut" di Pavia (ore 21.30 Via di Porta Salara 18) nell'ambito di un ciclo di incontri rivolto ai soci, alla comunità pavese e agli studenti dell'Università di Pavia per avere una visione più limpida degli avvenimenti che scossero i Balcani negli anni '90. Interviene Michele Nardelli (Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa)