"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(10 aprile 2011) Quello che segue è l'intervento di Michele Nardelli in occasione del dibattito sull'Indagine conoscitiva sulla povertà e l'esclusione sociale in Trentino
Per quante siano le occasioni di contatto diretto con il territorio, una cosa sono le percezioni che ne possono venire, altra cosa è il lavoro di analisi, ovvero di conoscenza approfondita che presuppone capacità di ascolto, studio, confronto. E' questo, oggi, uno dei limiti più vistosi della politica, l'incapacità di leggere il presente, di comprendere la realtà, non a spanne, ma sulla base appunto di analisi in grado di mettere in discussione, se necessario, i propri strumenti interpretativi.
(30 marzo 2011) Nel 2003 all'interno del Progetto Grande Guerra, coordinato dal Servizio Beni Culturali della Provincia autonoma di Trento assieme al Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, si individuò nel Forte di Cadine la struttura dove collocare il Centro d'Informazione delle fortificazioni trentine e se ne iniziò il conseguente restauro.
Ora il restauro è concluso ma il forte è chiuso e non si sa che fine farà. Perché non utilizzarlo per elaborare il tema della guerra? Un'interrogazione di Michele Nardelli in Consiglio Provinciale.
Il 22 aprile 2009 il Consiglio provinciale ha approvato la mozione presentata dal Gruppo consiliare del PD del Trentino (primo firmatario Michele Nardelli) nella quale si conferma il Trentino come terra denuclearizzata.
Il tema della scelta nucleare è ritornato di attualità per effetto del recente accordo fra Italia e Francia con il quale si sono messe le basi per la realizzazione sul territorio italiano di quattro grandi centrali termonucleari. Così una partita che gli italiani avevano chiuso con un netto pronunciamento popolare nel 1987, ora viene riaperta.
(22 marzo 2011) Il Gruppo consiliare provinciale del PD del Trentino sull'intervento militare in Libia
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo (Art. 11 Costituzione italiana)
DOVE PARLANO LE ARMI, PERDE LA POLITICA
Com'è possibile che oggi l'Italia si trovi insieme a Francia ed Inghilterra a bombardare Tripoli, con Lampedusa invasa da migliaia d'immigrati in fuga dal nord Africa, e con la Libia che minaccia ritorsioni? Le guerre non nascono per caso, e la democrazia non si esporta lanciando missili e bombe da chilometri di distanza.
Quello che accade in Libia in queste ore infatti ha ben poco a che fare con la rivoluzione dei gelsomini. In Tunisia, in Egitto e in tanta parte del mondo arabo milioni di giovani donne e uomini hanno scelto di riprendere nelle loro mani il proprio destino.