"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Trento

Trento. Di domeniche e turismo di cittadinanza
da https://pontidivista.wordpress.com

di Federico Zappini

(5 luglio 2020) Da due anni gestisco una libreria. Due soci lavoratori, zero dipendenti. Non ci sono i margini per assumere qualcuno. Può essere che io sia una schiappa come imprenditore.

Siamo aperti il lunedì dalle 15 alle 20, da martedì a sabato dalle 10 alle 20. Aggiunto il lavoro preparatorio (leggere, progettare, curiosare), l’impegno nel quartiere e burocrazia varia le giornate si allungano. Credo valga per molti. Ho alzato le serrande di domenica una decina volte, in concomitanza del Natale. Non un aspetto determinante per la mia piccola attività.

Immagino che per supermercati, grande distribuzione (un discorso a parte, che andrà affrontato), ristoranti e bar la situazione sia diversa. E non la sottovaluto.

Trovo però la discussione sulle aperture domenicali e – di riflesso – sul concetto di città turistica fuorviante e non totalmente centrata.

 

 

 

Assemblea della Condotta di Slow Food Valle dell'Adige e Alto Garda
La locandina dell'Assemblea

Convocazione Assemblea di Condotta

Slow Food Valle dell'Adige e Alto Garda

 

Cari soci,

ben ritrovati dopo questi mesi così complessi, speriamo siate tutti in buona salute.

Finalmente le nuove norme ci permettono di proseguire con i percorsi congressuali, con la presente quindi siamo a comunicare che è convocato il Congresso di Condotta Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda, per il giorno 14 luglio 2020 alle ore 18.00.

L’incontro si terrà a Isera presso la Locanda delle Tre Chiavi (la sede potrà subire variazioni, che saranno tempestivamente comunicate, in base al numero di conferme di partecipazione).

Il monito della ninfea. Finalmente la presentazione a Trento
Valle di Fiemme

Era già stata programmata per il 27 febbraio. Poi la pandemia ha stravolto le nostre esistenze. Ora sabato 20 giugno alle ore 17.30 ci riproviamo, questa volta all'aperto così da garantire il distanziamento dei partecipanti ma soprattutto per riprenderci gli spazi di convivialità della città. Per questo lo faremo in strada, precisamente nell'area pedonale di via San Martino nei pressi della Libreria "due punti", che promuove l'evento. E con ancora più forti argomenti, considerato che questo libro – uscito due settimane prima dello scoppio della pandemia – si rivela nelle molte testimonianze dei lettori un'utile chiave di lettura del nostro tempo.

In dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli, ci saranno la vicepresidente della SAT Elena Guella, il professor Ugo Morelli e l'antropologo Annibale Salsa. E le molte altre persone che vorranno partecipare, finalmente di persona, all'incontro.

Sindaci/artigiani e la città da vivere all’aperto
da https://pontidivista.wordpress.com

di Federico Zappini

Sindaci - Artigiani

L'Italia è Paese per nulla omogeneo, rugoso. Dappertutto e rasoterra, direbbe Giuseppe De Rita, stanno i Sindaci. Di grandi, medie e piccole città. In questi mesi hanno contato i morti, monitorato le condizioni di salute dei loro concittadini, praticato solidarietà, raccolto ansie e rabbie delle comunità che rappresentano. Primo ammortizzatore e massima prossimità della rappresentanza politica.

Le Monde in un recente articolo li paragonava ad artigiani.

Le città della Fase 1 erano silenziose, a loro modo ordinate. Gli attori della vita urbana e un certo modo di vivere (l’abitudine, giusta o sbagliata che fosse) sono usciti dal palcoscenico: le strade, le piazze, i palazzi. Uomini e donne, vecchi e bambini, lavoratori e senzatetto, camminatori silenziosi e frequentatori seriali dei bar, cittadini autoctoni e cittadini in transito si sono chiusi in casa.

Il monito della ninfea. La presentazione a Trento è stata sospesa
Vaia

La presentazione a Trento del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite", prevista giovedì 27 febbraio 2020, alle ore 18.00, presso la Casa della SAT in via Manci a Trento, è stata rinviata a data da destinarsi in ottemperanza con le disposizioni della Provincia Autonoma di Trento relative al diffondersi del "coronavirus".

In ogni caso, il libro lo potete trovare nelle librerie dove è stato distribuito. Se non lo trovate, potete chiedere al libraio di ordinarne qualche copia alla casa editrice (Bertelli Editori, www.lineagraficabertelli.it) o ordinarlo direttamente.

Se lo volete con dedica, sarò alla Libreria due punti di Trento (che dell'evento era insieme alla SAT l'organizzatore) nel pomeriggio di giovedì per promuovere il libro e dialogare in prima persona con i lettori.

Speriamo di potervi dare al più presto notizia di quando saremo in grado di svolgere regolarmente la presentazione a Trento di un libro come "Il monito della ninfea" le cui riflessioni sono tutt'altro che estranee a quel che accade in queste ore. 

Come vivremo insieme?
da https://pontidivista.wordpress.com

Questo articolo è stato pubblicato oggi, martedì 10 marzo 2020, sul Corriere del Trentino

 

di ***

 

1. La Biennale Arte di Venezia nel 2019 si intitolava “May You Live In Interesting Times”, “Che tu possa vivere tempi interessanti”. Il confine tra augurio e maledizione contenuto in questa frase non è mai stato così sottile e scivoloso. Quelli che attraversiamo sono tempi complessi. Confusi e frenetici. Sono tempi non banali, che non possono lasciare indifferenti. Tempi nervosi, non pacificati. Tempi contraddittori che non generano solo paura – emozione primaria, legittima e spesso necessaria – ma tracimano nel panico. Tempi interessanti quindi, e per questo di faticosissima interpretazione.

Quell'uomo buono, libero e senza parole.
Matteo Di Menna

In ricordo di Matteo Di Menna


Le nostre vite sono di corsa, crediamo che il nostro tempo sia infinito e che possa esserci sempre un'altra possibilità. Capita che prendiamo strade che ci portano lontano da persone che ci sono care, oppure che si spezzi qualcosa, che magari ci ripromettiamo di ricomporre senza che poi se ne faccia nulla. Sappiamo che ciò che rimane sono le relazioni profonde e l'amicizia, ma presi come siamo dalle nostre piccole o grandi autoreferenzialità, nemmeno ci accorgiamo di smarrire le cose che contano di più. Insomma, il mestiere di vivere non lo impariamo mai.

Poi all'improvviso una telefonata. “Non ti ho visto al funerale” mi dice Claudio. “A quale funerale?” rispondo io. “Ma come, non lo sai? Davvero non sai niente? Matteo...”.

Mi viene un groppo alla gola. “E' stato nei giorni caldi di luglio, quasi un mese fa. Un infarto, in casa. Eravamo in tanti a salutarlo, il giro dei vecchi amici, i Camei” continua Claudio. “Pensavamo che tu lo sapessi”. Invece non sapevo nulla. L'effetto è quello di una lacerazione, che ti strappa un pezzo della tua stessa vita.

Matteo Di Menna era parte di una generazione di meravigliosi sgangherati, irregolari forse, ma che c'erano sempre dove occorreva esserci e che hanno segnato il tessuto sociale e urbano della città di Trento. C'è stato un tempo in cui con Matteo trascorrevamo giornate intere, giorno e notte, nelle occupazioni che avrebbero cambiato il volto dei nostri quartieri popolari. Una su tutte, quella del vecchio ospedale Santa Chiara che nelle intenzioni dell'amministrazione comunale avrebbe dovuto diventare la copia del centro direzionale “Europa”. Era il mese di giugno del 1975 e l'occupazione sarebbe durata almeno sessanta giorni. Si faceva sempre il mattino, in attesa che arrivasse qualcuno a darci il cambio. E la vincemmo quella partita, anche se poi la dimensione sociale di quel luogo è andata via via scemando. Oggi non c'è nemmeno una piccola memoria che ricordi come quel vecchio ospedale (e prima ancora Monastero di Santa Chiara) e il suo parco debbano la loro destinazione sociale alla lotta di una città, cosa che peraltro avevo richiesto scontrandomi con l'aridità di chi ne aveva la gestione. Senza memoria di sé, una città muore. Beh, se c'è una persona che meriterebbe un ricordo in quel luogo sarebbe proprio Matteo.