"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Solitudine a Belgrado
Kafa

di Predrag Perisic*

Riprendo dal sito di OBC questo racconto originariamente pubblicato dal quotidiano Politika il 27 settembre 2019, selezionato e tradotto da Jasmina Radivojevi


Stavo seduto in un kafic1 che frequento quasi tutti i giorni. Ho ordinato un caffè e mi sono messo a leggere i giornali. Il cameriere mi ha portato il caffè e a voce alta mi ha detto: “Komšija2, perché legge questa spazzatura?” Non vi era cattiveria nella sua voce. Si percepiva persino una sincera preoccupazione per la mia salute mentale. "Loro pubblicano solo inganni e le bugie", e questo lo ha detto già con un tono leggermente più alto. Le persone presenti nel kafic si sono girate verso di me. All’improvviso il clima è cambiato. O ero io ad avere quest’impressione. La gente mi guardava in un modo diverso. Non ero intimorito, solo non mi sentivo a mio agio, cominciavo a percepire uno strano senso di colpa, senza nessun motivo né ragione. Ho compreso di quanto si è ristretto lo spazio della libertà generale e personale. Ho pensato: oggi mi prescrivono cosa devo leggere, domani cosa dire e dopo domani cosa pensare… in quel momento, salvifico fu il suonò del cellulare. "Sono un medico dell’Istituto psichiatrico 'Laza Lazarevic'. È lei il Sig. P?" –"Sì." –"Abbiamo qui un paziente che dichiara di conoscerla e che lei garantirà per lui in caso di dimissioni". - "Come si chiama?" – "Djordje V." – "Non lo conosco." – "È quello che abbiamo pensato… Lui si immagina tante cose, probabilmente così facendo si è inventato anche il suo nome. Scusi il disturbo".

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Come giardinieri
Joan Mirò, Il giardino

di Ugo Morelli *

“Io lavoro come un giardiniere”, diceva di sé Joan Mirò. Indicando che la passione per la natura parla della natura delle passioni umane. Quelle passioni possono essere generative e distruttive.

Il nostro rapporto con la natura di cui siamo parte ha visto prevalere fino ad oggi una posizione e azioni prevalentemente distruttive da parte di noi umani. Un libro postumo di Oliver Sacks, dal titolo emblematico, “Ogni cosa al posto giusto”, in corso di traduzione in italiano, evidenzia in modo magistrale il conforto esistenziale e vitale che da un punto di vista fisiologico e psicologico può venirci dalla natura. Denso di significato è anche il sottotitolo del libro: primi amori e ultimi racconti.

Una sintesi adeguata alla nostra condizione. Auspicando che il nostro amore e la nostra passione per la natura non si traducano in racconti finali delle bellezze e dei valori della natura stessa.

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«Sicurezza». Il programma delle nuove presentazioni
Vesuvio, Ginestra

Proseguono le presentazioni del libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli "Sicurezza" (Edizioni Messaggero) in diverse regioni italiane e in Trentino. Incontri che si rivelano un'opportunità di confronto sui grandi temi del nostro tempo.

Quello che segue è il programma delle presentazioni nel mese di maggio:

Venerdì 3 maggio 2019, Firenze - Teatro Nuovo sentiero, Via delle Panche 36 (ore 18.00)

Venerdì 10 maggio 2019, Udine - Caffè Caucigh, via Gemona (ore 18.00)

Mercoledì 15 maggio 2019, Venezia - Spazio Micromega, Campo San Maurizio (ore 18.00)

Giovedì 16 maggio 2019, Vicenza - Vicenza Time Cafè - Contrà Porta Nova 28 (ore 18.15)

Venerdì 17 maggio 2019, Cles (Trento) - Sala Borghesi Bertolla (ore 20.30)

Venerdì 24 maggio 2019, Belluno - Casa dei Beni Comuni (ore 20.30)

Lunedì 27 maggio 2019, Lavis (Trento) - Biblioteca comunale (ore 20.30)

Mercoledì 29 maggio 2019, Brescia - S.Eufemia, Circolo del Monco, via XXVIII marzo 1849 (ore 18.30)

 

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Tempi interessanti da abitare con coraggio
vetro appannato

di Federico Zappini

(27 maggio 2019) Nelle settimane scorse mi è mancato il tempo, e la lucidità, per mettere insieme un ragionamento pre-voto. In realtà una traccia l'avevo abbozzata, sulla base di un percorso - non solo mio - lungo qualche anno che trova nel risultato elettorale odierno, tanto europeo quanto locale, una sedimentazione, una certa conferma.

La mia riflessione iniziava da Andrea Zanzotto e dal suo "progresso scorsoio, nel quale non so più se sono ingoiato o se ingoio". Aforisma perfetto per descrivere il vicolo cieco - economico e antropologico - nel quale si è infilato l'intero Occidente, e in particolare l'Europa. Uno senso di spaesamento che con maggiore nitidezza sanno interpretare i poeti, capaci di riconoscere ciò che tra le righe della realtà si sedimenta e non solamente ciò che agli occhi appare evidente, lampante.

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«La nostra eredità non è preceduta da alcun testamento»
Angelus Novus

«L'attenzione alla condizione umana ma anche all'inumano che ci circonda. “Comprendere” è forse la parola chiave per descrivere la vocazione filosofica di Hannah Arendt. Ed è anche una chiave per andare oltre il Novecento, cercando un senso a questo passaggio di tempo, fra il non più e il non ancora. Nella speranza che effettivamente in questi intervalli possiamo trovare il momento della verità».

Si conclude con queste parole la riflessione che ho proposto ai partecipanti del nuovo percorso annuale della Scuola di formazione Danilo Dolci che si è svolto mercoledì scorso a Roma. Il titolo proposto "Tra passato e futuro. Nel passaggio di tempo fra il non più e il non ancora. Riflessione sul nostro presente a partire dal pensiero di Hannah Arendt" pone un obiettivo ambizioso, quello di osservare il nostro tempo cercando di farci aiutare da uno dei pensieri più originali e fervidi del secolo scorso.

In allegato il testo della mia riflessione.

 

Il testo della lezione alla Scuola Danilo Dolci di Roma

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«Sicurezza», spazi di pensiero nella solitudine della politica
La presentazione a Venezia

Firenze, Udine, Venezia, Vicenza... e poi in Trentino, a Cles. Una serie fitta di presentazioni del libro Sicurezza, ma a guardar bene qualcosa di più della semplice proposta di un lavoro editoriale. Come a sentire il polso di altrettante comunità di persone, talvolta molto diverse fra loro ma anche per questo spaccati di una fatica e di uno smarrimento diffusi, laddove i corpi intermedi hanno in buona parte perso la propria capacità di visione e di formazione permanente.

Eppure emerge ovunque il bisogno di spazi di pensiero, pulito dalle scorie di un agire politico scandito dalle emergenze, dalle scadenze elettorali, dai rituali (o quel che ne rimane) della politica ridotta ad esercizio di potere.

Non intendo affatto banalizzare la realtà delle forme associative, posso dire di conoscerla bene e di considerarla comunque più dignitosa rispetto alla logica privatistica dei consigli di amministrazione o, peggio ancora, delle logiche plebiscitarie dei “padri-padroni”. Ma proprio perché ne conosco le dinamiche, so bene quanto sia oggi marginale la dimensione collettiva come terreno di crescita e di confronto.

Vivo personalmente questa solitudine. Dopo una vita di impegno politico attivo mi ritrovo senza un partito di riferimento. Fatto insolito in un percorso politico che, a fronte del non riconoscersi in alcun soggetto politico nazionale, non ha esitato a dar vita a nuove sperimentazioni politiche di natura territoriale. Solitudine che avverto anche sul piano dell'impegno sociale e del volontariato, riscontrando anche in questi luoghi l'incapacità di alzare lo sguardo e di tracciare nuove coordinate di pensiero/azione.

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Ogni anno le risorse della Terra finiscono prima: per l'Italia l'Overshoot day è il 15 maggio
Immagine da www.repubblica.it

Il debito con l'ambiente calcolato in base al Global Footprint Network. Il campanello per l'Europa è già suonato il 10 maggio *

Se la Terra fosse una casa con muri e soffitto, da oggi dispensa e frigorifero a disposizione dell'Italia per il 2019 sarebbero già completamente vuoti. Siamo solo al 15 maggio e il nostro Paese ha già raggiunto l'Overshoot Day - il giorno del sovrasfruttamento - cinque giorni dopo la media dei vicini europei ma due mesi e mezzo prima di quello ufficiale al livello planetario. Il campanello d'allarme arriva dall'ultimo rapporto del Fondo Mondiale per la Natura (Wwf) e del Global Footprint Network, pubblicato a meno di due settimane dalle elezioni europee. L'Overshoot Day della Terra intera si colloca di solito nel mese di agosto, ma nei fatti ogni anno arriva sempre prima.

Nel 2019 quello della piccola Europa è arrivato ben prima, il 10 maggio, e oggi tocca proprio all'Italia. Vuol dire che lo Stivale ha già esaurito tutte le risorse naturali a disposizione sulla Terra, ledendo così alla sua biocapacità, il che vuol dire non avere il tempo necessario per rigenerare gli ecosistemi.

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