"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Immagini del territorio, osservazioni delle trasformazioni
Convegno regionale
Venerdì 30 novembre ore 9.30 - 17.30
presso il Centro Direzionale Interporto, Via Innsbruck, 15 - Trento
Con preghiera di pre-iscrizione all'indirizzo: sezionetrentino.inu@gmail.com.
Presso la stessa sede è visitabile fino all'8 dicembre la mostra "NORD DI TRENTO, A SUD DI BOLZANO" dal 3 novembre all'8 dicembre 2012 ore 09.00 - 19.00
(domenica chiuso)
Per capire quanto e come è cambiato l'uso del territorio in questa «terra di mezzo»
Ambiente Trentino | www.ambientetrentino.it e le sezioni di Trento e di Bolzano dell'Istituto Nazionale di Urbanistica www.inu.it hanno ideato una indagine fotografica e un convegno che concentrano l'attenzione su uno dei tratti più emblematici del territorio regionale, quello compreso tra le periferie nord di Trento e sud di Bolzano. Un
territorio che sfugge a classificazioni univoche e non è mai stato oggetto di uno studio
unitario, anche in ragione dei moderni confini e della separazione amministrativa legata alle due province autonome. L'evento è accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo, bilingue, che raccoglie oltre alle immagini dei fotografi: Leonhard Angerer, Luca Chistè, Ivo Corrà, Erich Dapunt, Anna Da Sacco, Hugo Munoz, Francesca Padovan e Paolo Sandri, un saggio di Corrado Diamantini dell'Università di Trento.
Un'idea di Ambiente Trentino e Istituto Nazionale di Urbanistica, Sezioni Trentino e Alto Adige/Südtirol
6 - 24 novembre 2012. Trento
Al via la IV edizione del Festival cinematografico di Mandacarù e Altromercato sui temi del cibo, della biodiversità, della sovranità alimentare, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile.
La conferenza di inaugurazione si svolgerà martedì 6 novembre 2012 ore 20.30, presso il Teatro Cuminetti, Via Santa Croce 67 - Trento
LA NUOVA CORSA ALLE TERRE
Interviene Stefano Liberti, giornalista, scrittore e documentarista, intervistato da Francesco Terreri, giornalista economico del quotidiano "l'Adige"
di Michele Nardelli
(24 gennaio 2017) Perché non s'impara mai nulla? Che cosa deve ancora accadere per comprendere che la natura ci sta presentando il conto?
C'è ben poco di casuale nei drammatici avvenimenti che in questi giorni riempiono le cronache italiane e sbaglieremmo a pensare che il tema sul quale confrontarci debba essere la tempestività dei soccorsi. Che pure si pone, ma è forse quello meno complicato cui dare risposta.
La questione di fondo è un'altra. O sapremo mettere in discussione l'attuale modello di sviluppo, oppure dovremmo rassegnarci a considerare l'emergenza come normalità.
Purtroppo è lungo questa seconda strada che siamo incamminati. Nonostante viviamo in un'area geografica temperata che pure attenua fenomeni altrove ben più radicali, non c'è stagione che non porti con sé effetti disastrosi dovuti essenzialmente ai cambiamenti climatici, esito a loro volta di culture e prassi che non sanno porsi il tema del limite.
I dati del Ministero
Ancora 34 mila siti da bonificare. Picco di malati atteso fra il 2015 e il 2020: 680 mila le persone che potrebbero ammalarsi. Ancora 32 milioni di tonnellate da smaltire.
Prima che entrasse in vigore la legge del 1992, che ha messo al bando l'amianto, l'Italia era uno dei maggiori consumatori di amianto in Europa. E oggi si trova quindi con un fardello di oltre 34 mila siti a «potenziale contaminazione di amianto», di cui 373 con rischi di primo livello. Un numero destinato a salire fino a 500, quando sarà completata la mappatura delle Regioni italiane. Sicilia e Calabria mancano infatti ancora all'appello, mentre in Piemonte sono censiti in maggioranza i siti che contengono amianto naturale. Sono i dati che emergono dal 15esimo quaderno del Ministero della Salute dedicato alle patologie correlate all'esposizione da amianto.
Dal dopoguerra al 1992 l'Italia ha prodotto 3,7 milioni di tonnellate di amianto grezzo, mentre il Cnr ha evidenziato che l'amianto cemento ancora da bonificare ammonta a 32 milioni di tonnellate in Italia. Se venissero rimosse 380 mila tonnellate all'anno, occorrerebbero 85 anni per liberare il bel paese da questo materiale letale. Sul fronte della salute, questo si è tradotto in una incidenza del mesotelioma pari a 3,6 casi ogni 100 mila abitanti per gli uomini e 1,6 ogni 100 mila per le donne. Ma la latenza della malattia, oltre 40 anni, potrebbe far salire il numero dei malati, il cui picco è atteso fra il 2015 e il 2020. Sono 680 mila le persone esposte al rischio.
Il Trentino, con la LP 13/2012 di cui ero proponente, si è dato uno strumento per ovviare alle lacune della legislazione nazionale e rendere efficace e certa l'azione di bonifica del territorio. L'aggiornamento del piano da parte della Provincia Autonoma di Trento uscirà a breve e conterrà criteri, tempi e modalità dell'assegnazione del sostegno pubblico alla bonifica nonché i criteri per lo smaltimento.
Lo stato del mare sulle coste italiane secondo Legambiente
(14 agosto 2012) Secondo "Goletta verde", l'annuale rilevazione di Legambiente sullo stato del mare in Italia, ogni 62 chilometri di costa c'è un posto fuori norma: 100 dei 205 campioni hanno riscontrato concentrazioni batteriche doppie rispetto ai limiti di legge. Ecco la mappa delle località analizzate. http://www.repubblica.it/ambiente/2012/08/14/news/inquinamento_mare_la_mappa_di_legambiente-40947875/
La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo
4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico
(21 luglio 2011) La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 (''Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo'') convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico integrato, su cui pochi mesi prima c'era stato il referendum. Il governo insomma avrebbe cercato di reintrodurre la normativa sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare. A fare ricorso erano state sei regioni: Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna.
Il Trentino, dal canto suo, aveva messo in campo le prerogative statutarie dell'autonomia per proseguire nella gestione diretta da parte dei comuni (o attraverso società in house interamente pubbliche) mentre prosegue il progetto di scorporo del settore acqua da Dolomiti Energia per la creazione di una società in house per il servizio idrico nei Comuni attualmente serviti da DE.
Secondo appuntamento Domenica 22 luglio nell'ambito dell'iniziativa: "L'ascensione al limite. Appuntamenti di meditazione in quota: Codices Vacui" promossa in collaborazione con il Forum trentino per la pace.
L'incontro avverrà al rifugio Capanna a passo Valles ed avrà per oggetto "I Codici del Vuoto" La pratica meditativa che incontra le atmosfere rarefatte dell'alta montagna decrittandone l'essenza mediante una peculiare tecnologia interiore.