"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Ambiente e biodiversità

L'insostenibilità del nostro modello di sviluppo
Impronta ecologica

«Tempi interessanti» (29)

E' necessario che non solo a livello globale ma anche in ogni paese e territorio si misuri la propria impronta ecologica. E con essa la propria responsabilità...

... l'Italia nel 2011 consumava il 280% delle sue bio-capacità, collocandosi al 13° posto nella graduatoria dell'insostenibilità globale, preceduta in Europa soltanto da Cipro, Belgio e Olanda. Mentre è al 12° posto in quella relativa all'impronta ecologica. E se qualcuno va a Parigi a dire che l'Italia ha le carte in regola e fa la sua parte nell'impegno per ridurre il nostro peso sull'ambiente globale dice una bugia perché non è affatto così. Per soddisfare infatti gli attuali livelli di consumo in Italia avremmo bisogno di 4,2 territori nazionali. E sempre in questo paese, il “giorno del superamento” è stato nel 2015 il 5 aprile. Questo significa che dal giorno successivo, e per i restanti 9 mesi, stiamo consumando risorse che non riusciamo a produrre...

Dal Fare al Dire. Imparare per l'era solare
tramonto

Dal 3 al 5 ottobre 2014 la venticinquesima edizione dei "Colloqui di Dobbiaco": "Dal Fare al Dire. Imparare per l'era solare"

La trasformazione verso una società solare richiede una nuova coscienza, nuovi valori, nuove capacità. Nei Colloqui di Dobbiaco 2014 cercheremo di immaginare che cosa si deve imparare per una civilizzazione postfossile. Però, attenzione: Non è che la scuola si auto ostacola, quando si tratta dell’educazione alla sostenibilità? Occorrono di sicuro delle occasioni in cui la conversione ecologica, cioè un nuovo modo di consumare beni e servizi, di produrre energia, uno stile di vita sostenibile, mobilità dolce, tecnica a misura d’uomo, diventano temi scolastici. Ma le aule non sono luoghi di nuove esperienze e il curriculum scolastico non prevede avventure, entrambi elementi indispensabili per attivarsi e impegnarsi per un futuro solare. La scuola deve aprirsi o forse deve essere abbandonata del tutto per trovare i luoghi dei cambiamenti ecologici. È considerato un luogo comune che il sapere porta all’agire. Ma pure il contrario è vero. Esiste anche l‘imparare che dall‘agire porta al sapere. Imparare nell’azione e nella resistenza contro la distruzione ambientale è educazione alla responsabilità sovversiva. Imparare in un contatto diretto con la natura, la sua vita e le sue atmosfere è educazione dei sensi. E non per ultimo: come possono contribuire le tecnologie digitali e i media sociali nel web alla mobilitazione e alla formazione di reti?

Coltivare la terra, trasformare il paesaggio
Terrazzamenti
La conservazione e la valorizzazione del paesaggio è strettamente connessa alle pratiche agricole sviluppate nel corso della storia e in diverse forme dalle comunità locali. Un’attività agricola e forestale che riconosce nel paesaggio un elemento essenziale delle prospettive di sviluppo richiede scelte di pianificazione appropriate accompagnate da un’attenta riflessione sugli orientamenti e sulle pratiche consolidate. Partendo dagli spunti sollecitati dalla mostra “Terre coltivate – Storia dei paesaggi agrari del Trentino” organizzata dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, il seminario “Coltivare la terra, trasformare il paesaggio” intende proporre alcune riflessioni sul tema del rapporto tra agricoltura e paesaggio.

Sedendo e mirando. Vagabondi tra lusco e brusco
Monti Sibillini, foto di Sandro Polzinetti

Nei giorni scorsi è stata inaugurata a Trento, presso l'area archeologica di Palazzo Lodron (a Trento, piazza Lodron 31, proprietà Volksbank), una rassegna fotografica da titolo "Sedendo e mirando. Vagabondi tra lusco e brusco", che rimarrà aperta al pubblico fino al 7 maggio.

Il titolo richiama lo stato di incertezza della luce che si trova nelle ore più tarde del giorno, al crepuscolo, o alle prime avvisaglie dell'alba. Uno stato di rarefazione che, avvicinandosi o allontanandosi dalle tenebre (tra il "lusco" e il "brusco", appunto), invita alla meditazione e alla contemplazione. Una luce che, come ben sanno i fotografi paesaggisti, è capace di restituire alla materia del mondo tutta l'intrinseca tridimensionalità e profondità di campo di cui, proprio nei Monti Sibillini, essa appare costruita.

Promossa dalla cooperativa Alpes, in collaborazione con il Sibillini Live Festival e l'Associazione Operatori Turistici Altonera, sono previsti alcuni eventi, fra i quali segnalo quello che si svolgerà sabato prossimo 3 maggio, alle ore 18.00, nell'area di Palazzo Lodron dal titolo

Dialogo sull’osservazione e l’esplorazione con Franco Michieli e Michele Nardelli

Esploratore di terre e montagne Michieli, esploratore di società ed economie Nardelli: due percorsi e punti di vista diversi, in dialogo sulla capacità di "sentire ed osservare" ciò che ci circonda.

http://www.photoforma.it/SIBILLINI/Sibillini_locandina.pdf

 

Climate Change 2013: online la traduzione italiana del report IPCC
Cambiamenti climatici

(31 marzo 2014) Il rapporto più aggiornato ed esaustivo sullo stato dell'arte della ricerca scientifica mondiale sui cambiamenti climatici. Tutto quello che sappiamo sull'aumento della temperatura, sui cambiamenti già in atto e gli scenari futuri, sulla relazione tra emissioni di gas serra e aumento della temperatura e su quanta parte dei cambiamenti climatici in atto e futuri è responsabilità delle attività umane.

La traduzione italiana della Sintesi per i Decisori Politici (Summary for Policy Makers - SPM) del volume "Climate Change 2013. The Physical Science Basis", prima parte del Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell'IPCC - WGI-AR5 è disponibile per il download.

http://www.cmcc.it/wp-content/uploads/2014/03/IPCC_WGI_AR5_SPM_brochure_ITA.pdf

Nutrire il pianeta? La “Carta di Milano” e il cambio di paradigma che non c'è
Insostenibilità

 

di Michele Nardelli

(29 aprile 2015) L'apertura di Expo 2015 ha avuto ieri una prima anticipazione con la presentazione della “Carta di Milano”, l'atto politico più importante dell'esposizione mondiale dedicata al diritto al cibo. Ho letto attentamente la “Carta” e la sensazione che ho provato è contraddittoria, analoga a quella che ho avuto a suo tempo di fronte agli Obiettivi di sviluppo del Millenium1 elaborato dalle Nazioni Unite.

Forse le carte dei diritti internazionali sono un po' sempre così, risultato di mediazioni e compromessi fra punti di vista e interessi differenti. Indicazioni, non certo principi esigibili di un diritto internazionale che c'è solo sulla carta. Ed anche questo dovrebbe diventare oggetto di riflessione se pensiamo alla distanza profonda fra quanto viene declamato e la realtà.

Quel tunnel non mi convince
Tunnel di Base del Brennero

 

Una riflessione del teologo Paul Renner pubblicata sul Corriere del Trentino di oggi che dovrebbe farci meditare.

Siamo sicuri di avere oggi bisogno di un tunnel che fa acqua da tutte le parti in un un epoca segnata dalla recessione? La politica torni a pensare ai cittadini.

di Paul Renner

(17 gennaio 2016) Di un progetto non consistente e non ben orchestrato si dice che “fa acqua da tutte le parti”. Il Tunnel di base del Brennero rischia invece di fare il contrario: di togliere l'acqua da molte parti.

Si sa da altre esperienze remote (val di Sambro, con il raddoppio autostradale fra Bologna e Firenze) e vicine (Val Passiria e San Giacomo di Bolzano) che perforare le montagne è un gioco pericoloso. Quasi sempre si finisce per alterare il loro delicato equilibrio piezoelettrico, arrivando ad interrompere importanti vene d'acqua e ad alterare la qualità di vita in superficie.

Sono effetti preclusi al vasto pubblico ma noti agli esperti, che fingono di ignorarli pur di perseguire i loro scopi, di marcata matrice tecnocratica e finanziaria.

Riguardo al tunnel del Brennero è stato comunicato che ben dieci tra i tredici corsi d'acqua che scorrono fra il Passo e Chiusa sono ad “alto rischio” di scomparsa, mentre gli altri tre sono a rischio “medio-basso”. A ciò si aggiunga che una vasta percentuale di sorgenti si esauriranno e non forniranno più l'approvvigionamento idrico necessario a decine di migliaia di cittadini.