"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Venerdì 13 novembre e sabato 14 novembre La conferenza internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso
Il programma completo su www.osservatoriobalcani.org/convegno2009
di Paul Stubbs e Christoph Solioz
Gli ultimi dodici mesi non sono stati semplici dal punto di vista delle politiche dell'Unione Europea sulla regione dei Balcani occidentali.
«Tutti gli uomini, se ne hanno l'occasione e la possibilità, sono cattivi» Boris Pahor
Boris Pahor, più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, sarà ospite del Convegno internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso che si svolgerà a Trento nei giorni 13 e 14 novembre 2009. Il suo intervento è previsto venerdì 13 alle ore 18.30 (palazzo della Regione, Piazza Dante a Trento).
Pubblichiamo una recente intervista di Isabella Bossi Fedrigotti a Boris Pahor (dal Corriere della Sera del 30 settembre scorso)
PROSECCO PROSEK (Trieste) È un omino asciutto e ironico lo scrittore di cittadinanza italiana e lingua slovena, Boris Pahor, lucido e perfettamente memore di ogni dettaglio della sua tormentata vita nonostante gli anni siano 96.
Tavola rotonda nell'ambito della Conferenza internazionale "Per uno sviluppo in partnership Italia-Kosovo"
"Il 14 agosto 1992, nelle vicinanze del confine italo-sloveno, mi fermò una pattuglia della polizia slovena, mi chiese i documenti. Li avevo, ma erano di uno Stato che non c'è più, dell'ex Jugoslavia. Il passaporto rosso, con lo stemma di un paese già disgregato. Uno dei poliziotti via telefono mandò al comando questo messaggio: "Abbiamo uno... Mandate una jeep per portarlo... E' un clandestino!"
"Il 14 agosto 1992, nelle vicinanze del confine italo-sloveno, mi fermò una pattuglia della polizia slovena, mi chiese i documenti. Li avevo, ma erano di uno Stato che non c'è più, dell'ex Jugoslavia. Il passaporto rosso, con lo stemma di un paese già disgregato. Uno dei poliziotti via telefono mandò al comando questo messaggio: "Abbiamo uno... Mandate una jeep per portarlo... E' un clandestino!"