"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Nasce la collana editoriale “Al limite”: narrazioni e riflessioni sulla relazione Uomo-Natura nel tempo della crisi climatica.
Bertelli Editori e Ambiente Trentino vi invitano alla presentazione del volume:
CERVI E UOMINI. Un racconto tra esperienza e passione, sulle tracce di un animale unico, di Aldo Martina
Dialogherà con l'autore Osvaldo Negra (Mediatore culturale Muse - Zoologia dei vertebrati)
Sala conferenze del MUSE - Trento
Mercoledì 11 dicembre, ore 18.00
Guido Crainz
Il sessantotto sequestrato
Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni
Saggi di Pavel Kolar, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro, Anna Bravo
Donzelli editore, 2018
«... Ma le riflessioni più importanti sulla violenza da parte di ex sessantottini - e ce ne sono di straordinarie - per lo più non contemplano Praga. Mi chiedo se non ci sia un'ombra di imbarazzo nel ricordare che non sono bastati mezzo milione di militari e cinquemila carri armati a spostare di una virgola le nostre politiche di allora - ma credo ci sia anche, come in altri, un fondo di rabbiosa tristezza al pensiero di aver distribuito i voti al dolore. Si può capire su quale spinta, se si pensa alla fotografia della bambina vietnamita bruciata dal napalm che corre a braccia spalancate - ma l'avarizia del cuore punge. Spero che molti ricordino di aver lasciato che la differenza diventasse separazione, e di come è stato facile non rendersene conto.» (dal saggio di Anna Bravo)
Un libro sul '68 fuori dalla retorica e dai luoghi comuni.
Jože Pirjevec
Tito e i suoi compagni
Einaudi, 2015
(29 gennaio 2016) E' uno sguardo sul Novecento quello che ci propone Jože Pirjevec in questo minuzioso lavoro di ricerca storica (620 pagine, 1722 note bibliografiche) sulla figura che più di ogni altra ha caratterizzato la vicenda di un paese come la Jugoslavia, sorto e scomparso nel corso del secolo breve.
Non è solo una questione di date. C'è dell'altro, che ben interpreta la lucida follia di questo secolo, le sue “sovrumane promesse” e le grandi tragedie che il Novecento ci ha lasciato in eredità.
Ci si dovrebbe chiedere, semmai, le ragioni che hanno portato un piccolo paese ad essere al centro del mondo. Perché, a pensarci bene, il Novecento nasce e muore a Sarajevo. Perché qui avviene la più forte resistenza popolare al nazifascismo. Perché è la Jugoslavia di Tito a rompere nel 1948 il monolitismo del blocco sovietico. Perché è sempre qui che prende il via l'idea del “non allineamento”, movimento che accompagnerà nel secondo dopoguerra la fine del colonialismo. Perché è ancora qui che negli anni '90, dopo mezzo secolo e nel cuore dell'Europa, riappariranno i campi di concentramento della pulizia etnica. E come anche un piccolo centro possa contenere – lo insegnano gli esoterici – tutto il mondo1.
Filippo La Porta
Maestri irregolari
Una lezione per il nostro presente
Bollati Boringhieri, 2008
Parlare di maestri in questo nostro tempo, in cui l'esperienza è così accelerata e impoverita da non essere quasi più trasmissibile, e in cui sembra essersi compiuta la profezia di una società senza padri, suona paradossale. Sfidando l'inattualità, Filippo La Porta ci indica un pugno di figure esemplari: Nicola Chiaromonte, George Orwell, Simone Weil, Albert Camus, Ignazio Silone, Arthur Koestler, Carlo Levi, Hannah Arendt, Christopher Lasch, Pier Paolo Pasolini, Ivan Illich. La loro esemplarità non ha nulla di intimorente, non prevede adesioni dottrinarie, né appartenenze chiesastiche.
Non si tratta di padri, ma di fratelli maggiori, oggetto di un sentimento morale oggi caduto in discredito, l'ammirazione. Espulsi di fatto dal nostro orizzonte culturale, disinnescati da morti dopo essere stati scomodi o inassimilabili in vita, i loro ritratti lasciano affiorare più di una parentela ideale, al di là delle solidarietà contingenti, dei moti simpatetici che qualcuno ebbe per l'altro.
Sabato 26 ottobre 2019, alle ore 10.30, presso la Libreria due punti di Trento, presentazione del libro Le radici psicologiche della disuguaglianza di Chiara Volpato (Laterza, 2019)
L'autrice Chiara Volpato dialoga con Ugo Morelli
Secondo il World Inequality Report 2018 dell’ONU la disuguaglianza nel mondo è aumentata ovunque. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Una porzione sempre più piccola di individui controlla una porzione sempre più grande di ricchezza. Ancora più grave, se possibile, è il fatto che siamo tacitamente disposti ad accettare questo stato di cose, come se fosse un fenomeno naturale, simile alla grandine o al terremoto. E invece non è così, anche se dobbiamo capire le ragioni per cui la disuguaglianza non suscita le reazioni che dovrebbe suscitare.
Nell'ambito del ciclo di incontri attorno al libro di Francesco Filippi "Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo" (Bollati Borimghieri, 2019), giovedì 5 settembre 2019, alle ore 18.00, presso la libreria Due punti a Trento, in via San Martino 78, una conversazione fra l'autore e Michele Nardelli sul nodo cruciale dell'elaborazione del passato e sulla questione della colpa.
Dragan Velikic
Bonavia
Keller editore, 2019
«... Si stanno spegnendo gli anni Ottanta. Manca ancora poco perché si crei il ritmo, perché il meccanismo batta il tempo in maniera più veloce e forte, dopodiché tutti loro, poveri e inconsolabili, affonderanno nel tempo eterno della nazione. Si raduneranno sotto le bandiere, lì dove la sconfitta viene cantata come vittoria. Maggiore sarà la sconfitta individuale, maggiore sarà la vittoria per l'intera comunità. La giustizia storica è in arrivo, il tempo della resa dei conti. Una nuova versione della storia. …
L'intelligenza da bar si travasa rapidamente. Gocciola da tutte le parti. La terra si inzupperà di sangue. Finora solo parole vuote che minacciano di soffocare tutto. Siamo solo all'inizio. Incomprensione, confusione, paura. Poi follia. Poco importa se l'origine è nelle soffitte borghesi di Zagabria o nelle pietraie dell'Erzegovina. Quando il primitivismo, il male e la povertà acquistano voce, comincia lo sfacelo. Nulla è più importante. Diventano uguali sia il contadino sia l'inviata in prima linea sul fronte che appare sugli schermi tv con il suo ciuffo viola. E' l'odio che parla. Finalmente anche noi, scarti degli scarti, abbiamo preso la parola. Successivamente prenderemo gli appartamenti e le pensioni da veterani di guerra. Il momento del primo risveglio. Chi lo avverte in anticipo, chi riesce a intuire cosa cantano i cori notturni diventa l'eroe del nostro tempo. Noi, ladri di cadaveri. Insieme ai giornalisti che arrivano da tutto il mondo per una loro porzione di storia, per riempire le taniche di catarsi e consegnarla agli spettatori nei telegiornali di punta. Assoluzione per tutti.