"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Giusy Diquattro, Adel Jabbar, Gianluca Gabrielli (a cura di)
Paesaggi interculturali nella terra di mezzo
Kanoga edizioni, 2022
di Claudio Tugnoli *
Il tema della convivenza tra persone di diversa provenienza geografica e culturale è antico e sempre attuale. Una società si compone inevitabilmente di persone che hanno bisogni e aspirazioni diverse, riconducibili alle differenze di età, di formazione scolastica ed estrazione culturale. Tale molteplicità di soggetti che differiscono in quasi tutto – una molteplicità mobile e in costante trasformazione – è la conseguenza del fatto che gli esseri umani da sempre si spostano sulla superficie del nostro pianeta, sfidando i muri, i fili spinati, il mare in burrasca.
E coloro che erigono palizzate posticce in nome della necessità di difendere l’identità di chi vive all’interno di quei confini, ignorano o fingono di ignorare che l’identità non è un monolite, ma il risultato di una stratificazione millenaria e mai conclusa; che i confini non hanno alcuna ragion d’essere, sono invisibili, come dimostra la facilità con cui possono essere varcati a dispetto di tutti i divieti del mondo; e che in sostanza lo spostamento degli esseri umani da un luogo all’altro è un processo fisiologico inarrestabile, parte integrante dell’orizzonte esistenziale di ogni essere umano, il quale avverte la necessità di procedere oltre, di muoversi e sperimentare luoghi diversi.
Cari, care,
sarebbe bello trovarsi con la scusa di fare uscire alla luce un piccolissimo libro : «Cose così»
per dire dei giorni tristi
per ricordare Francesco
per riflettere su questo tempo.
Un tempo che è avaro di ideali e di passione politica, che avrebbe tanto bisogno di cambiamenti profondi nel modo di pensare e di agire.
Un tempo in cui è davvero importante dare valore alle relazioni fra le persone e all'amicizia.
Grazie a Michele e Gabriella, il giardino della casa alle Camalghe di Cadine ci offre l'opportunità di vederci insieme.
Vi attendiamo
Lunedì 31 ottobre 2022 alle ore 11.00 per una zuppa calda, un sorso di vino e di amicizia.
Micaela (insieme a Michele e Gabriella)
Enzo Tiezzi
Tempi storici, tempi biologici
Con una nuova introduzione venticinque anni dopo
Donzelli editore, 2001
«Mentre con lo schiudersi del nuovo millennio la scienza celebra i fasti di risultati fino a ieri semplicemente inimmaginabili, è nello stesso tempo davanti agli occhi di tutti una crisi radicale del nostro rapporto con la natura. …
La modernità di Tempi storici, tempi biologici sta proprio nell'aver intuito l'intreccio fra economia sostenibile e fisica evolutiva, tra valori etici e politica ambientale, tra estetica e scienza della complessità.»
E' uscita la seconda edizione del libro “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite”.
E' una piccola buona notizia, per un insieme di ragioni.
La prima è che quella precedente è andata esaurita. Ne erano state stampate 1.500 copie e, malgrado la pandemia ci avesse tarpato le ali proprio all'indomani dell'uscita a fine gennaio 2020, la vendita in libreria e nel corso delle presentazioni è andata bene.
La seconda è che nella stesura della prima edizione non potevamo certo immaginare che di lì a qualche giorno il pianeta sarebbe stato sconvolto da un virus che avrebbe modificato le nostre vite. Eppure, come qualcuno ci ha scritto, era come se ne parlassimo in ogni pagina.
Una terza ragione è che abbiamo imparato il significato della parola “sindemia”, un intreccio di crisi in connessione fra loro, così che la tesi del libro che indicava Vaia come un messaggero veniva drammaticamente confermata creando una stretta relazione fra il cambiamento climatico, la nascita di nuove patologie e l'insostenibilità del nostro modello di sviluppo.
Infine perché Vaia, pur essendo trascorsi quasi quattro anni dall'evento di maggior impatto ambientale che ha sconvolto l'arco alpino, ci chiede di interrogarci sul futuro delle foreste dolomitiche, sulla loro fragilità e sull'urgenza di ripensare al nostro rapporto con la montagna.
Non è solo una biografia: è il Novecento stesso a essere raccontato attraverso la passione umana e politica di un uomo, infaticabile e testardo interprete del proprio tempo. Alberto Tridente, operaio e sindacalista torinese nato in una famiglia numerosa di immigrati a Venaria, racconta la sua formazione morale e intellettuale intrecciando emozioni e vicende sue proprie con i grandi eventi della storia.
Ciao a tutti/e...
Credo che ogni occasione per allargare il nostro modo di guardare alla politica e al mondo debba essere intesa come benvenuta, come utile. Una boccata d'ossigeno di fronte alla faticosa e dolorosa quotidianità che ci circonda e ci colpisce a tradimento, tra guerra, crisi assortite e precarietà diffusa.
Elly Schlein è – credo di non essere il solo a crederlo – una delle voci più interessanti, innovative e visionarie del panorama politico italiano e sono quindi felicissimo che possa passare anche per Trento a presentare il suo libro La nostra parte e che lo possa fare dialogando con il sindaco di Trento Franco Ianeselli, Caterina Moser e Anna Benazzoli.
Per come la vedo sarà l'occasione anche e soprattutto per passare del tempo insieme e consentirci di proseguire in discorsi che riguardano allo stesso tempo il Trentino, l'Italia, l'Europa e il mondo intero e di intenderci su quali siano le sfide che ci attendono e di come affrontarle insieme.
L'appuntamento è per sabato 23 aprile 2022, alle ore 16.00, in Bookique (quartiere San Martino) a Trento.
di Ugo Morelli *
Oltre l’estrazione, per una vivibilità planetaria. Potrebbe essere questa la sintesi per descrivere l’intento e la forza che sprigiona il libro di Luigi Ferrajoli, Per una costituzione della Terra. L’umanità al bivio, Feltrinelli, Milano 2022. Un moto di esultanza prende già dal titolo e dalla copertina: finalmente un giurista di tale livello prende in mano la situazione! E ci invita a smetterla di essere terricoli per divenire finalmente terrestri, indicandoci una via decisiva per riuscirci, quella delle regole fondamentali, quelle istituenti, per tutti gli abitanti della Terra.
Ad essere chiamati all’impegno sono, naturalmente, coloro che sono i principali responsabili, non solo perché sono divenuti i principali distruttori della Terra, ma anche perché portano la responsabilità di specie di sapere di sapere, e non solo di sapere; di conoscere la conoscenza e non solo di conoscere; di pensarsi e non solo di pensare. Siamo tutti chiamati a farlo per noi e l’ecosistema di cui siamo parte, da cui la nostra stessa vivibilità dipende. La chiamata è a darci le regole di base per smettere di estrarre sempre di più le risorse dalla nostra casa senza preoccuparci della loro riproducibilità, e di abusare senza limiti della nostra capacità di farlo.