«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
di Gabriele Di Luca *
(15 febbraio 2016) Purtroppo non è andata come molti di noi speravano. Prima data in modo confuso, contraddittorio, allarmato e allarmante, adesso la notizia è che al Brennero, com’è già accaduto a Spielfeld, il piccolo comune al confine tra Austria e Slovenia, verrà allestita una barriera per contenere il flusso dei profughi. Si tratta della rivelazione che straccia un’illusione cullata a lungo. Recuperandone la nobile espressione originaria, risalente al testo del Manifesto di Ventotene redatto da Altiero Spinelli, parliamo ovviamente della “definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani”. A ben guardare un processo sempre e solo annunciato, quindi regolarmente smentito soprattutto allorché ci è parso scontato.
«Tempi interessanti» (32)
di Francesco Picciotto
Sembrava che fossimo ad un passo dalla depenalizzazione di uno dei (non) reati più offensivi della dignità e dell’intelligenza umana: quello di clandestinità (aggravante c.d. “di clandestinità” di cui all’art. 61, n. 11 bis, c.p. – introdotta con la Legge 185/2008 – e il reato di ingresso e soggiorno illegale degli stranieri in Italia di cui all’art. 10 bis T.U. 286/98 – introdotto con la L. 94/2009).
Poi i fatti di Colonia.
Giovedì scorso sono stato a Modena, nella sala della Fondazione Teatro San Carlo, un po' il cuore antico della città, per il Convegno dal titolo suggestivo “Modena, stazione di Modena”.
I migranti arrivano in treno e queste sono le parole con le quali vengono accolti. Loro però non sanno che cosa li aspetta, o forse sì perché Modena è una città ricca e dunque forse si aspettano di condividere un po' di quella ricchezza. Ma 400 ospiti diventano invece un problema. Numeri irrilevanti se rapportati alla popolazione, agli sportelli bancari e agli altri presunti indicatori del benessere, ma non per un immaginario collettivo che si auto alimenta di paure (e di quel che la gente vuol sentirsi dire) che i talk show televisivi spargono a piene mani pur di fare audience. ...
MODENA, STAZIONE DI MODENA
per il futuro si cambia
Testimonianze, approfondimenti e dialoghi per orientarci sui fenomeni migratori ed elaborare una nuova cultura dell’accoglienza
26 novembre 2015 dalle 15.00 alle 20.00
presso Teatro della Fondazione Collegio San Carlo
via San Carlo, 5 - Modena
di Adel Jabbar
(13 ottobre 2015) Nello scorrere del tempo l'intreccio di saperi, di conoscenze e di esperienze ha spesso costituito lo sfondo alla nascita delle città. Le città rappresentano la prova delle tante storie che le hanno plasmate, lasciando tracce nello stile urbanistico, nell’arredo urbano, nel patrimonio artistico, nella gastronomia, nell’uso dei tessuti, nelle lingue e nelle credenze.
Tramite la conoscenza sedimentata nello spazio urbano è possibile indagare il passaggio e i lasciti del tempo. Le città sono come dei cantastorie narranti le vicende delle genti che le hanno abitate, attraverso i segni visibili di innumerevoli cimeli e di vaste eredità. Segni che compongono quella che viene chiamata memoria, anche se spesso tale memoria viene presentata e letta secondo interpretazioni parziali, in cui prevalgono visioni ideologiche a edificare un ben precisa coscienza collettiva, più funzionale alla congettura del presente che alla vera conoscenza della complessità della storia.
Il 3 ottobre 2013 morivano al largo dell'isola di Lampedusa 366 persone, a due anni da questa tragedia e di fronte al flusso ininterrotto e sempre crescente di profughi verso l'Europa, la Commissione diritti umani del Senato, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Bolzano, realizzano una giornata dedicata alla memoria delle vittime.
Un'occasione per riflettere su forme idonee di solidarietà, come componente sostanziale dell'identità europea, alla luce del trasferimento nel nostro continente di migliaia di donne, uomini, bambini in cerca di sicurezza e protezione, promossa in uno dei luoghi simbolo di questi mesi, la stazione di Bolzano, da cui le persone in fuga continuano a transitare, trovando ristoro e conforto grazie al contributo delle istituzioni e delle associazioni di volontariato.
Locandina e programma dell'evento