"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Ricerca politica

Il caso Trentino
In attesa della primavera

di Michele Nardelli

(26 maggio 2013) Sul piano politico sono giornate convulse. In gioco è, semplicemente, il futuro del Trentino. Dovremmo, almeno così la vedo io, cercare di salvaguardare la coalizione che ha reso possibile quindici anni di governo del centrosinistra autonomista in Trentino. Che oggi viene messa alla prova da una molteplicità di fattori che vanno dall'incertezza sulla leadership ad una diversa narrazione su ciò che è stata questa terra nell'era del governo di Lorenzo Dellai.

Abbiamo a che fare, per la verità, anche con cose meno nobili, i personalismi, gli interessi, i rancori, le rivincite... che pure attraversano la politica. Al di là delle miserie, ci sono nodi veri che danno corpo a diverse idee progettuali per il Trentino che poi si sono tradotti nel confronto, forse improprio, fra continuità e discontinuità.

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L'avranno letto? Il Manifesto di Ventotene, in versione integrale.
Dedica di Altiero Spinelli

(22 agosto 2016) Oggi si incontrano a Ventotene Merkel, Hollande e Renzi per parlare di rilancio del progetto politico europeo. L'elemento simbolico di farlo nel luogo dove Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli scrissero nel loro esilio il Manifesto di Ventotene, ovvero la proposta degli Stati Uniti d'Europa, non è affatto banale.

Qualche anno fa, come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, proposi che il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento si recasse a Ventotene come segno di attenzione verso la necessità di rilanciare un progetto europeo in crisi ma non se ne fece nulla, testimoniando in questo modo come la crisi di visione investisse anche le nostre istituzioni locali.

In quell'occasione mi resi conto come il "Manifesto di Ventotene" fosse sconosciuto ai più (compresa la quasi totalità dei consiglieri provinciali) e la stessa sensazione ce l'ho anche in questi giorni dove pure quel "manifesto" viene continuamente evocato.

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Senza il vento della storia
La copertina del libro

Franco Cassano

Senza il vento della storia.

La sinistra nell'era del cambiamento

Laterza, 2014

 

A lungo la sinistra ha pensato che nelle sue vele soffiasse il vento della storia. Oggi che tutto è cambiato, che quel vento non le ha riconosciuto alcuna primazia, che anche il suo popolo non è più lo stesso, la sinistra sembra essersi ritratta in una posizione difensiva e risponde con sdegno all'accusa di conservatorismo.

In verità le sue ragioni sono tutt'altro che scomparse, ma per farle rientrare nella partita del mondo è necessario che smetta di sentirsi ospite innocente in un universo cattivo e abbandoni ogni nostalgia. Perché la globalizzazione non è solo una banale restaurazione, non è solo espropriazione e sradicamento, ma un gioco di dimensioni planetarie nel quale nuovi protagonisti si affacciano sulla scena della storia. E a questo gioco largo e imprevedibile, pieno di pericoli e di opportunità, non ci si può sottrarre.

Potere e contropotere nell'età globale
La copertina del libro

(4 gennaio 2015) Se ne è andato nei giorni scorsi all'età di settant'anni Ulrich Beck, uno dei principali pensatori del nostro tempo. Un piccolo omaggio attraverso la segnalazione di questo libro nella mia biblioteca.

 

Ulrich Beck

Potere e contropotere nell'età globale

Editori Laterza, 2010

 

«... Noi europei facciamo come se esistessero ancora la Germania, l'Italia, i Paesi Bassi, il Portogallo, ecc. E invece non ci sono più da un pezzo, poiché quelle riserve di potere che sono gli Stati nazionali chiusi in se stessi e le unità nazionali delimitate l'una rispetto all'altra sono diventate irreali al più tardi con l'introduzione dell'euro. Nella misura in cui c'è l'Europa nonesistono più la Germania, la Francia, l'Italia, ecc. (anche se questi paesi continuano a governare nelle teste delle persone e nei libri illustrati degli scrittori di storia), poiché non ci sono più le frontiere, le competenze e gli spazi di esperienza esclusivi sui cui si fondava questo mondo di Stati nazionali. Ma se tutto ciòè passato, se il nostro pensiero, le nostre azioni e le nostre ricerche si muovono all'interno di categorie-zombie, quale mondo si sta formando o si è già formato?...»

Vittorio Foa, quell'incontro in un bar di via Veneto a Trento

di Michele Nardelli

Non dimenticherò mai la sua passione civile, quando aggrottava la fronte ed avvicinava lo sguardo da sopra gli occhiali, per ascoltare e vedere più da vicino le storie e i volti degli operai che raccontavano la loro condizione in fabbrica, il loro sapere di persone autodidatte ma che conoscevano l’organizzazione del lavoro della loro azienda molto di più di tanti dirigenti.

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