"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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# 180 minuti di territoriali#europei
Cantiere

Incontro di presentazione dell'associazione "territoriali#europei"

 

Il tempo della Politica?

In queste ultime settimane si è parlato molto della nascita dell’Associazione territoriali#europei. Si è discusso – come è ovvio – attorno alle persone che la compongono, analizzandone i differenti passati e descrivendo anche, anticipatamente, le ambizioni future. Si è speso meno tempo per leggere il sottotitolo che accompagna il nome dell’Associazione anche nell’atto costitutivo. Infatti, oltre al richiamo ambizioso ad un pensiero e un’azione politica che sappia intrecciare sguardi locali e sovranazionali, è decisamente importante la dicitura “Spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità”. Non è un tempo, questo che stiamo vivendo, in cui si ripone troppa attenzione all’osservazione dei particolari ma a guardar bene sta proprio in questa frase la traduzione più autentica delle motivazioni che hanno portato un gruppo di persone ad interrogarsi sull’opportunità di percorrere un pezzo di strada insieme. Non un partito, non un movimento, non una “cosa”. Un luogo – fisico e virtuale – che vuole interrogarsi, e far interrogare, sul ruolo della Politica e del suo rapporto con la comunità.

territoriali#europei
territorio europa

Spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità

 

(23 febbraio 2015) Non è ancora stata presentata ufficialmente ma già in questi giorni la nascita dell'associazione di cultura politica “territoriali#europei” riempie le pagine della cronaca politica locale. Chi per curiosità, chi vedendone immediatamente il valore, chi per esorcizzarla...

Eppure si tratta semplicemente di un'associazione che non si pone altro obiettivo che quello di aprire “spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità”, ovvero cercare di dare spessore alla politica sul piano delle idee, delle visioni, dell'elaborazione progettuale, provando ad offrire risposte alte alla paura e allo spaesamento che attraversano questo nostro tempo. Quello che i partiti oggi non riescono a fare, presi come sono nell'orizzonte angusto delle emergenze, delle scadenze e dell'esasperata ricerca di consenso.

 

Un necessario cambio di paradigma
De Chirico

 

di Federico Zappini

 

(21 febbraio 2015) Ogni qualvolta si accenna alla nascita di una nuova proposta politica perplessità e sospetti prevalgono su curiosità e voglia di partecipare. E’ la cifra di questo tempo. Quella del mancato riconoscimento del ruolo della politica. Quella di uno sguardo distaccato e disattento – nella migliore delle ipotesi – o addirittura insofferente e arrabbiato nei confronti della sua azione. Non sono pochi i motivi che possono giustificare questo (cattivo) approccio, ed è anche per questo che immaginare oggi di dare vita ad un’associazione che proprio di politica si vuole occupare presuppone l’accettazione di una condizione di partenza non facile, dominata da un diffuso senso di spaesamento, di rifiuto generalizzato. Questo approccio vale nei confronti dei grandi scenari internazionali (confusi, contraddittori, frammentati), per le vicende italiche dominate dal pantano della tattica e da tensioni leaderistiche e anche nell’interpretazione delle recenti fibrillazioni trentine, ad uso e consumo del personale politico coinvolto, difficili da decifrare e sopportare per tutti gli altri.

Assemblea Politica Responsabile
Un momento della summer school 2013

Care e cari, credo siamo giunti alla fine del percorso di Politica Responsabile. Un po' perché sta nelle cose (che hanno sempre un inizio e una fine), un po' perché con il nostro lavoro abbiamo contribuito a germinare non solo idee ma anche la nascita di nuove opportunità di ricerca culturale e politica. Ovviamente non sta a me deciderlo e per questo credo sia doveroso incontrarci per prendere le decisioni anche formali necessarie.
In questo senso, anche dopo essermi consultato con alcuni di voi, viene convocata l'assemblea di Politica Reponsabile  mercoledì prossimo 11 febbraio 2015, alle ore 18.30, presso il Café de la Paix a Trento, Passaggio Teatro Osele.
All'ordine del giorno, un solo punto:
- Bilancio dell'attività e proposta di conclusione dell'esperienza dell'associazione "Politica Responsabile".
Un abbraccio.
Michele Nardelli

Ritrovare il tempo della politica
immagine tratta da ponti di vista

 

di Federico Zappini

Avremmo bisogno di un ritmo diverso, di tempi meno frenetici. È vero che la politica – almeno quella che oggi conosciamo – vive di strappi, di improvvise accelerazioni, di discontinuità violente. Ma non per questo dobbiamo abituarci, senza cercare strade alternative, a questo schema. È altrettanto vero che anche le nostre vite, in generale, sembrano scorrere assecondando le emozioni del momento, gli umori che per un attimo fanno presa su di noi. Eppure neanche questo è motivo sufficiente per mettere da parte la ragione dando libero sfogo alla pancia.

Un nuovo ordine da immaginare
Nuoro, Sardegna

 

di Ugo Morelli



(19 febbraio 2015) "L’assurdo è la ragione lucida che accetta i propri limiti”, scrive Albert Camus ne Il mito di Sisifo. A spingere il “sasso” dell’esigenza di rivitalizzazione del pensiero era rivolto l’editoriale di Simone Casalini apparso sul Corriere del Trentino dell’8 febbrai (e che potete trovare in questa home page, ndr). Non abbiamo finora assistito a un dibattito suscitato dal contenuto di quell’articolo in cui pure l’autore si impegnava, esponendosi, a formulare una proposta lucida, essenziale e necessaria.

Il prosciugamento di vitalità e di generatività delle democrazie “come lidi spogliati dalla bassa marea”, è la preoccupazione dell’autore. L’individualizzazione e l’indifferenza nella vita di tutti di noi - anche in realtà come la nostra, dove la partecipazione attiva è stata matrice di importanti passaggi storici, economici e sociali - si sono affermate mentre noi non educavamo alla democrazia, per dirla con Gustavo Zagrebelsky. 

Riprendere il processo politico innovativo che ha fatto diverso il Trentino
Rovereto

Il confronto attorno al tema dell'anomalia trentina e di una nuova sperimentazione politica sembra riaprirsi e l'intervento di Fabiano Lorandi pubblicato da L'Adige di ieri va in questa direzione.

 

di Fabiano Lorandi

 

(5 febbraio 2015) La sfida che Dellai ha proposto nell'incontro di Sanbapolis, rilanciata dal parlamentino Upt, di sperimentare nuove forme di partito, perché la politica non può vivere di conservazione, non riguarda evidentemente solo la sua forza politica e non può essere accolta dal Pd in termini difensivi. Il processo che ha portato alla fondazione del Pd nel 2007 ha avuto origine dal desiderio di dar vita a un soggetto politico plurale che mettesse insieme diverse anime. Quelle della sinistra riformista, del popolarismo cattolico e dei cristiano sociali, dell'ambientalismo e del pacifismo, di quanti hanno sempre pensato alla politica come lavoro e servizio per il conseguimento del bene della comunità. In Trentino la cifra di tale processo aveva come valore aggiunto quella dell'autonomia, non solo istituzionale ma dei territori che esprimono bisogni, necessità, urgenze ma anche energie, creatività, capitale sociale e culturale.

 

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