"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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Sobre la guerra. Sulla guerra
Estanislao Zuleta

di Estanislao Zuleta

 

Estanislao Zuleta (nato nel 1935 a Medellín - morto nel 1990 a Cali) è stato un filosofo , scrittore e professore combiano. Più che per i suoi scritti, Zuleta è ricordato dai suoi convegni che sono stati accuratamente registrati dai suoi colleghi e allievi e pubblicati più volte durante la sua vita e dopo la sua morte.

 

Pienso que lo más urgente cuando se trata de combatir la guerra es no hacerse ilusiones sobre el carácter y las posibilidades de este combate. Sobre todo no oponerle a la guerra, como han hecho hasta ahora casi todas las tendencias pacifistas, un reino del amor y la abundancia, de la igualdad y la homogeneidad, una entropía social. En realidad la idealización del conjunto social a nombre de Dios, de la razón o de cualquier cosa conduce siempre al terror; y como decía Dostoievski, su fórmula completa es “Liberté, egalité, fraternité. .. de la mort”. Para combatir la guerra con una posibilidad remota, pero real de éxito, es necesario comenzar por reconocer que el conflicto y la hostilidad son fenómenos tan constitutivos del vínculo social, como la interdependencia misma, y que la noción de una sociedad armónica es una contradicción en los términos. La erradicación de los conflictos y su disolución en  una cálida convivencia no es una meta alcanzable, ni deseable, ni en la vida personal - en el amor y la amistad - ni en la vida colectiva. Es preciso, por el contrario, construir un espacio social y legal en el cual los conflictos puedan manifestarse y desarrollarse, sin que la oposición al otro conduzca a la supresión del otro, matándolo, reduciéndolo a la impotencia o silenciándolo.

 

Oltre i centottanta secondi...
Un\'immagine dell\'incontro di sabato scorso

 

 

(dicembre 2014) L'incontro proposto da Lorenzo Dellai al Sanbapolis di Trento ha messo in luce l'inadeguatezza dell'attuale governo provinciale e ha fatto emergere le contraddizioni profonde che hanno accompagnato in particolare la scorsa legislatura fino a portarci a questo nuovo scenario. Ma soprattutto ha posto la necessità di una politica capace di rinnovare le proprie categorie per riprendere quel cammino originale che ha fatto diverso il Trentino negli anni della paura e dello spaesamento.

 

Un commento di Michele Nardelli.

 

 

# 180 secondi. La tua idea per il Trentino
ricostruire l\'anomalia trentina
Riconoscere il carattere di straordinarietà dell’Autonomia trentina e saperlo alimentare attraverso un esercizio non ordinario della politica (senza buona politica, l'Autonomia diventa un giogo) e della cittadinanza, oltre i rischi contrapposti del localismo e della verticalizzazione.
 
Assumere questa prospettiva per andare oltre le difficoltà di un presente che sembra incapace di generare futuro. Dare senso alle sfide della grande metamorfosi provocata dalla crisi, che ci costringe a riscrivere i tradizionali codici economici, sociali e culturali.
 
Queste, in estrema sintesi, le direttrici lungo le quali Lorenzo Dellai, in un fondo pubblicato dal quotidiano “Trentino”, ha invitato chiunque abbia a cuore i destini della comunità trentina e, a qualsiasi titolo, si riconosce nell’esperienza del centro sinistra autonomista a sviluppare una riflessione aperta e creativa di futuro e speranza.
 
Sabato 6 dicembre dalle 15.30 alle 18.30, negli spazi adiacenti alla bellissima palestra di arrampicata di Sanbapolis nel quartiere di San Bartolomeo a Trento, ci incontreremo per avviare e condividere questa riflessione. Una riflessione che ci piace pensare libera e non irreggimentata in schemi preconfezionati; da qui la scelta di assicurare a tutti i partecipanti #180secondi per esprimere la loro idea di futuro e di Trentino.

 

Coniughiamo dimensione e aspirazione
Foto di Carlo Nardelli

Nei giorni scorsi Lorenzo Dellai ha proposto di dar vita ad un cantiere politico per rilanciare il Trentino come terra di sperimentazione originale, lanciando l'idea di un appuntamento per il prossimo 6 dicembre. Alessio Manica, capogruppo PD in Consiglio Provinciale, con questo intervento apparso oggi sul Trentino, riprende la proposta e rilancia.

 

di Alessio Manica

 

(26 novembre 2014) Ha ragione Lorenzo Dellai quando parla della necessità di aprire una riflessione ampia sul futuro del Trentino. Ne parliamo in tanti, e sicuramente da parecchio tempo, ormai da anni e a questo punto credo proprio sia giunto il momento di passare ai fatti, aprendo una riflessione ampia e partecipata sul futuro del Trentino e dell’Autonomia, dalla quale derivare un progetto politico e di governo capace di aggregare trasversalmente chi ha cuore il futuro nostro e del nostro territorio.

 

Non possiamo negare che se un’anomalia trentina c’è stata, con riferimento alla lunga stagione in cui la nostra Provincia è riuscita ad essere laboratorio politico ed amministrativo innovativo, questa si è un po’ persa negli ultimi anni. Va recuperato quello slancio politico e culturale necessario a valorizzare la nostra specialità.

 

Rilanciare l'anomalia politica trentina
vuoto della politica

(17 novembre 2014) Ho posto più volte in queste settimane l'esigenza di riprendere un cammino di ricerca politica originale a fronte di un Trentino che ha smarrito la sua capacità di essere laboratorio politico e in progressiva omologazione al quadro nazionale. L'ho fatto in forma pubblica, attraverso questo blog, e privata nelle occasioni di incontro o di conversazione che ho avuto con le persone che dell'anomalia trentina sono state a vario titolo protagoniste.

 

Domenica sul quotidiano "Trentino" Lorenzo Dellai riprende con un suo intervento (che trovate in allegato) la necessità di rilanciare la positiva anomalia politica che tanto ha contribuito a fare diversa questa terra indicando anche un giorno, il 6 dicembre p.v., per riprenderne il filo conduttore.

 

Non può che farmi piacere e penso che quell'appuntamento sia più che mai opportuno, purché la reazione dei vari interlocutori non sia quella gattopardesca che si esprime ad esempio nello stupore di un Panizza come se quanto accaduto in Trentino negli ultimi mesi rappresentasse la naturale continuità del passato.

 

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Un mondo senza alternative
Oltre il muro

Questo articolo è stato scritto da Zygmunt Bauman per la webzine europea Eutopia Magazine promossa da Laterza con altri editori europei, Telecom e la London School of Economics per l'inserto sul crollo del Muro di Berlino che comprenderà, tra gli altri, anche interventi di Ivan Krastev, Valerio Castronovo, Wolfgang Schuller e Gianni Riotta.

 

di Zygmunt Bauman

 

(8 novembre 2014) Sulle rovine del Muro di Berlino aleggia lo spettro di un mondo senza alternative. Non è la prima volta che uno spettro simile fa la sua comparsa: la novità fondamentale è che stavolta aleggia sul mondo intero. Nei secoli di sovranità territoriale e indipendenza che hanno fatto seguito alla Pace di Vestfalia, nel 1648, l'assenza di alternative (in sintonia con la formula cuius regio eius religio, dove la religio successivamente sarebbe stata rimpiazzata con la natio) era confinata allo spazio racchiuso nei confini di un singolo Stato; c'erano alternative in abbondanza nelle vaste distese che cominciavano dall'altro lato del confine, e lo scopo principale della sovranità territoriale era quello di impedire a queste alternative, per amore o per forza, di varcare quella linea. Il perforamento e lo smantellamento del Muro di Berlino hanno fuso gli spettri locali dell'assenza di alternative in un unico spettro mondiale.

Darsi il tempo per costruire un'altra agenda politica
Paul Klee

 

di Michele Nardelli e Federico Zappini

 

(5 dicembre 2014) 180 secondi sono un tempo brevissimo, eppure sufficiente per dire alcune cose. Dell'iniziativa proposta da Lorenzo Dellai (il prossimo 6 dicembre, a Trento) è facile elencare i possibili limiti. Questo esercizio lo praticheranno in molti, secondo un copione collaudato. Calata dall'alto, fuori tempo massimo, politicista. Con queste premesse sembrerebbe plausibile aspettarsi gli stessi risultati - non tutti esaltanti - degli ultimi esperimenti che hanno visto protagonista l'ex Presidente della Provincia di Trento. Ma è davvero questo il livello del dibattito al quale vogliamo partecipare e che siamo interessati a sostenere?

Sarebbe troppo semplice liquidare così l'appuntamento di sabato. Al netto della formula e persino del metodo (che mescola le nuove formule del marketing politico con le più classiche chiamate a raccolta dei partiti) ciò che andrebbe messo in risalto sono le motivazione che ne hanno fatto emergere - in Lorenzo Dellai, ma non solo... - l'esigenza.

 

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