"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Ricerca politica

Non sono d'accordo con Renzi
Papaveri rossi

di Roberto Pinter

 

(26 marzo 2015) Non sono tra quelli che ha passato il suo tempo a sparlare di Berlusconi e non sarò tra quelli che ora si concentrano su Renzi, ma non sopporto che diventi un atto di lesa maestà la critica a Renzi e che per questo si venga classificati come nostalgici comunisti.

Non mi riconosco in queste categorie e ritengo necessario che se qualcuno dissente dalle scelte di Renzi lo possa e lo debba esprimere. Non fa bene a nessuno, non di sicuro ad una politica che sia pensiero autonomo e critico, che si taccia per non disturbare il manovratore e per non compromettere il successo elettorale.

Capisco che vincere abbia il suo peso sopratutto per chi le ha perse quasi tutte ma esiste un'alternativa al “teniamoci Renzi che almeno si vince e il paese recupera fiducia” e sta appunto nella capacità di distinguere tra il governo del paese (riconoscendo la funzione ricostituente di Renzi) e il futuro del suo popolo. 

Un luogo per riannodare pensiero e politica. Malgrado il cinismo e la pigrizia...
La sala gremita del Sanbapolis

(15 marzo 2015) Un sabato mattina di quasi primavera, centocinquanta persone s'incontrano e almeno cento di loro prendono la parola: già questo è un fatto insolito. Che ciò avvenga per confrontarsi attorno alla “carta” costitutiva di un'associazione che fa della cultura politica il proprio focus, nonostante la politica (quella ufficiale) guardi con una certa ostilità a tutto questo, beh!, anche questo mi sembra tutt'altro che banale. Che idee e pensieri si sviluppino senza mai parlare di scadenze elettorali, interrogandosi al contrario sulle grandi questioni del nostro tempo e sul futuro della nostra autonomia, ci può dare l'idea di quanto bisogno vi sia di buona politica.

 

C'è dunque di che essere soddisfatti dell'evento di presentazione dell'associazione “territoriali#europei”. Ma... c'è un problema. Le persone che non hanno potuto partecipare alla presentazione dell'associazione (molte della quali ci hanno scritto dandoci la loro adesione o manifestandoci il loro interesse) hanno trovato sui media un altro racconto, nel tentativo di costringere a forza nello schema di una politica che vorremmo cambiare (e per cui questa associazione è nata) anche questa iniziativa. Francamente insopportabile.

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Uno spazio di condivisione per sviluppare comunità
Paul Klee

 

L'associazione "territoriali#europei" verrà presentata sabato 14 marzo 2015 (ore 9.30 - 12.30) a Trento (Sanbapolis)

 

di Alessandro Dalla Torre

 

(6 marzo 2015) Uno spazio di condivisione per sviluppare comunità: questa è la dimensione che esprime l’identità ed il fine dell’associazione politica e culturale “territoriali#europei”. Il profilo “territoriale” di tale dimensione identifica e misura l’estensione dell’istanza politica dell’associazione. Un’estensione reale che dal territorio, anche interiore, che abitiamo e ci abita si apre alle manifestazioni plurali del nostro essere sociale ed associato, passando per la trama di manufatti e ambiente naturale che, nel quotidiano, mettono in relazione la nostra condizione urbana e locale con l’universo che ci circonda. Il profilo “europeo” della dimensione che esprime il carattere dell’associazione identifica e misura, invece, l’estensione della sua istanza culturale. Un’estensione ideale che prende le mosse da e per qualcosa che, nella sua piena accezione federalista, rimane ancora da conseguire ed è per ciò in grado di ispirare ed orientare un impegno ed un programma ancorati alle categorie del futuro e quindi oggetto privilegiato di studio, ricerca e sperimentazione sociale ed istituzionale.

 

La Carta dell'associazione «territoriali#europei»
Il logo dell\'associazione

 

territoriali#europei

spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità

 

Ci accomuna la preoccupazione verso una crisi della politica che ha raggiunto livelli di guardia. La fiducia degli italiani nei confronti della politica è ai minimi storici, corrodendo la stessa credibilità delle pubbliche istituzioni. Per chi ancora crede che il ruolo della politica sia decisivo, per chi non vuole accettare che a prevalere sia la logica del “diritto naturale”, ovvero del più forte, diviene urgente interrogarsi sulle ragioni di tale crisi, cercando risposte adeguate. Farlo riguarda tutti, chi ritiene che ancora sia necessario agire nei luoghi tradizionali dell’agire politico, chi esprime il proprio impegno civico nelle molteplici forme della cittadinanza attiva, dell’innovazione sociale dello sviluppo di comunità, chi ha semplicemente a cuore il bene comune.

 

Ci accomuna la convinzione che alla radice della crisi della politica vi sia certamente la questione morale, che ci costringe a riflettere sul senso stesso dell’impegno politico e intorno alle modalità di selezione della classe dirigente, ma non solo. Ci riferiamo in particolare all’incapacità di interpretare un tempo di profondi cambiamenti e di leggere il passato – quello più remoto come quello più prossimo – per imparare dagli errori e dalle tragedie, per mettere alla prova le nostre categorie interpretative e per cercare nuovi pensieri di promozione e liberazione umana. 

territoriali#europei
Il logo dell\'associazione

Spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità

 

Quella che segue è la carta costitutiva dell'associazione di cultura politica "territoriali#europei"

 

Ci accomuna la preoccupazione verso una crisi della politica che ha raggiunto livelli di guardia. La fiducia degli italiani nei confronti della politica è ai minimi storici, corrodendo la stessa credibilità delle pubbliche istituzioni. Per chi ancora crede che il ruolo della politica sia decisivo, per chi non vuole accettare che a prevalere sia la logica del “diritto naturale”, ovvero del più forte, diviene urgente interrogarsi sulle ragioni di tale crisi, cercando risposte adeguate. Farlo riguarda tutti, chi ritiene che ancora sia necessario agire nei luoghi tradizionali dell'agire politico, chi esprime il proprio impegno civico nelle molteplici forme della cittadinanza attiva, dell'innovazione sociale dello sviluppo di comunità, chi ha semplicemente a cuore il bene comune.

Nuovi occhi per nuovi contesti. L'ipotesi di territoriali#europei
Occhi nuovi

Questo commento è apparso oggi sul quotidiano "L'Adige"


di Federico Zappini

(4 marzo 2015) Approfitto dello spazio che mi viene concesso per provare a offrire due spunti di riflessione. Il primo - più generale - riguarda la Politica, la descrizione della sua crisi e un'ipotesi di lavoro per uscirne. Il secondo invece, stimolato dall'editoriale del direttore Pierangelo Giovannetti del 22 febbraio scorso, prende in considerazione la questione dello spazio urbano, anche in vista delle prossime elezioni comunali.

Zygmund Bauman nel suo ultimo pamphlet - dal titolo "Stato di crisi" - descrive uno scenario economico, politico e sociale che faremmo bene a prendere in considerazione, prima che sia troppo tardi. La crisi - intesa in questi anni come fase transitoria ed emergenziale - è a tutti gli effetti il nuovo contesto, permanente e generalizzato, dentro il quale andrà cercato un equilibrio che dia il via a una diversa narrazione collettiva, per il momento totalmente assente. Provando a fotografare oggi la condizione del nostro pianeta non ci dovremmo stupire nel contare un numero impressionante di punti di tensione che confermano in pieno le parole di Papa Francesco sull'imminenza di una Terza Guerra Mondiale. Diffusa, puntiforme, per capitoli, ma pur sempre Mondiale. Un contesto complesso e frammentato, dentro il quale la globalizzazione definisce infinite connessioni, un variegato catalogo - per dirla con le parole di Aldo Bonomi - di "flussi che impattano sui luoghi”, modificandone le caratteristiche e i destini. Il qui e l'altrove sono in costante dialogo. Non si può analizzare l'uno senza prendere in considerazione l'altro, pena una deriva semplificatoria - oggi insostenibile - di ogni fenomeno che ci scorre davanti agli occhi.

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Terra laboratorio
collettivo

Le motivazioni della mia adesione all'associazione "territoriali#europei"

 

di Giuseppe Ferrandi

 

(3 marzo 2015) Cresce la disponibilità a reagire alla crisi della politica e delle sue “forme”. Cresce e si diffonde la volontà di riempire gli spazi lasciati vuoti dai partiti, dai governi locali, dalle rappresentanze economiche e sociali. Questa disponibilità non si articola e si sviluppa contro qualcuno o per miseri calcoli di convenienza elettorale, ma perché è andata maturando la consapevolezza che tale crisi, sul medio periodo, può manifestarsi in modo ancor più aggressivo e nefasto sulla nostra specifica realtà territoriale e comunitaria. Una realtà che ha potuto contare su di una forte ed originale vocazione ad essere “laboratorio”, che ha capitalizzato un patrimonio di esperienze di autogoverno, che ha contato sulla presenza di tradizioni e culture politiche fortemente radicate e nel contempo capaci di guardare oltre e di assumere un proprio ruolo nella dimensione nazionale ed europea.