«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Ricerca politica

Incroci romani
Spaventapasseri

(Inizio febbraio 2014) Avevo programmato un viaggio di qualche giorno a Roma, con l'obiettivo di incontrare alcuni dei possibili interlocutori di quell'itinerario politico “territoriale ed europeo” che credo potrebbe rappresentare la vera alternativa al “finale di partito” disegnato da Marco Revelli nel suo saggio di un anno fa.

L'ambiente romano, rispetto a questo disegno, rappresenta in sé una sorta di ossimoro, tanto in quella città le dinamiche politiche sembrano autistiche. Ma ciò non di meno è utile trovare anche nella capitale della politica italiana, per quanto residuale rispetto ai processi del reale, delle possibili sponde per quel rovesciamento di paradigma che s'impone alla politica, nelle sue culture come nelle sue forme.  

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L'epilogo
Paul Klee

... Se avessimo a che fare con l'“ambizione smisurata” di un personaggio politico si tratterebbe di aspettare che gli eventi facessero il loro corso (rapidissimo, se pensiamo che le primarie con cui Pierluigi Bersani venne candidato premier sono state poco più di un anno fa...). Ma qui in gioco c'è qualcosa di più, ovvero il futuro di una comunità politica che rappresenta milioni di persone.

Temo infatti che ci stiamo rapidamente avvicinando all'epilogo di un progetto nel quale abbiamo creduto potesse realizzarsi quell'originale sintesi politico-culturale in virtù del quale abbiamo scelto di archiviare i percorsi più significativi della cultura democratica di questo paese e, per quello che mi riguarda, anche quella piccola eresia politico-culturale che in Trentino era rappresentata da Solidarietà ... 

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Terre sole. 'Fare politica', un piccolo network abruzzese, territoriale ed europeo
Abruzzo

Una lettera da Roseto degli Abruzzi ci racconta di quanto l'offerta politica nazionale sia lontana da un pensiero capace di affrontare le sfide del futuro e dalla necessità di sperimentazione politica originale sui territori.

 

Nasce così "Fare politica", un piccolo network abruzzese che si ispira a quel "Territoriali ed europei" che faceva da sfondo alla "summer school" che come "Politica responsabile" abbiamo realizzato ad agosto al Monte di Mezzocorona.

 

Sono le prime testimonianze di un'azione parallela che, nelle forme più diverse, attraverso il piacere del racconto del territorio e delle sue connessioni nel tempo dell'interdipendenza, il "pensare da sé" e la formazione, aiuti l'agire politico ad uscire dalle secche dell'opacità e dell'autoreferenzialità. 

 

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Campo democratico, ultima fermata
Campo in fiore
Si è svolto martedì scorso 12 novembre a Roma l'incontro “Campo democratico, ultima fermata”, un confronto con Goffredo Bettini promosso nell'ambito della “Scuola di formazione politica Danilo Dolci”. Fra gli invitati al dibattito c'ero anch'io, ma per varie ragioni non ho potuto essere presente, affidando ad un breve scritto il messaggio che avrei voluto portare.

Senza parole. Nuove presentazioni sul territorio
La copertina del libro

"Senza parole. Cronache e idee dall'autunno della politica", Erickson Live, 2013.

Incontri di presentazione del libro "Senza parole" realizzato dall'associazione Politica Responsabile e che raccoglie una parte significativa dei temi trattati all'interno del sito www.politicaresponsabile.it

Borgo Valsugana, 7 ottobre 2013, ore 20.30

Rovereto, The Hub - 10 ottobre 2013, ore 18.00

Trento, Café de la Paix - 15 ottobre 2013, ore 21.00

Territoriali ed europei, una prima sintesi di tre giorni di confronto
Un momento della summer school

Quella che segue è una prima sintesi dei temi affrontati nella summer school che si è svolta da venerdì a domenica al Monte di Mezzocorona. Queste ed altre le parole per un possibile manifesto politico. 

(25 agosto 2013) La protagonista di questa Summer School è stata la politica. Di certo è un tempo in cui essa non gode di grande reputazione. Eppure in questi giorni non ne abbiamo celebrato l'ennesimo processo, ma anzi abbiamo provato a dare forma ad un piccolo atto d'amore nei suoi confronti.

Abbiamo descritto, cito uno degli interventi di ieri, la politica e le forme della politica come uno spazio urbano che ha bisogno di essere ripensato, riqualificato. Certamente attraverso percorsi sempre più collettivi, laddove invece vediamo crescere attorno a noi - ad ogni livello - sentimenti di spaesamento e spinte di natura individualista.

Presenti al nostro tempo
Luca Paolazzi e Fausto Raciti

di Luca Paolazzi

Introduzione alla Summer School di Politica Responsabile, Monte di Mezzocorona

Questa scuola, al pari dell'Associazione Politica Responsabile, nasce dalla necessità avvertita di riconnettere due sistemi, quello politico-istituzionale e quello socio-economico, al fine di coltivarne un confronto continuo. Lo scollamento tra questi due sistemi è alla base della difficoltà della politica di capire e raccontare il presente e i suoi cambiamenti, di farsi progetto collettivo, di pensare strategicamente, di capire i territori anziché sorvolarli, di promuovere una partecipazione sostanziale ed efficace, in grado di valorizzare le conoscenze diffuse (quella che Barca chiama mobilitazione cognitiva) nell'elaborare risposte condivise anziché risolversi in spesso vuoti esercizi di selezione del leader. Tale scollamento è anche causa della crescente delegittimazione di quei soggetti intermedi che del presente dovrebbero dare rappresentazione e guidarne lo sviluppo, ma che sono invece troppo spesso concentrati sui processi interni di costruzione del consenso e sull'affermazione autoreferenziale.

La crisi, che da fenomeno passeggero si sta trasformando sempre più in una nuova condizione di normalità, non è un fatto solo economico bensì anche sociale e politico. La crisi politica sta soprattutto nella difficoltà di istituzioni e corpi intermedi di elaborare norme, riferimenti culturali e visioni collettive. È crisi del sistema di rappresentanza basata sui partiti di massa e sulla loro attività di traduzione delle istanze e pulsioni locali e particolari in volontà e visione generale. Possiamo affermare che la crisi della politica è in primis difficoltà di interpretare il presente proprio nel momento in cui, come conseguenza di una globalizzazione e modernizzazione spesso non governata, le persone appaiono sono sempre più incapaci di orientarsi, spaesate e sole. È quindi indispensabile riuscire nel compito di ridare legittimità alla politica, alla sua forma e al suo agire, ripensando le forme della rappresentanza in quest'epoca caratterizzata dalla sfiducia e dal rancore, dalla solitudine e dalla metamorfosi dei processi e dei rapporti territoriali, sociali, economici, produttivi e culturali. Perché "noi, passeggeri di passaggio in questo Paese spaesato: abbiamo bisogno di Politica. Perché senza Politica è impossibile prevedere. È impossibile progettare il nostro futuro." (Ilvo Diamanti)