"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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«Il momento delle scelte è adesso»
Marcato della terra, Alba

Il momento delle scelte è adesso. La pandemia che abbiamo attraversato e che stiamo ancora fronteggiando può essere occasione di rinascita, opportunità di ripensare un modello di sviluppo che ci ha trascinati nella gigantesca crisi climatica, o può diventare l’alibi per portare avanti, in nome della ripresa, politiche scellerate, le stesse che negli ultimi 50 anni hanno devastato il pianeta.

di Carlo Petrini

(5 giugno 2020) Nel settore agroalimentare, le risorse importanti che giustamente il decreto Rilancio mette a disposizione possono prendere due strade diverse. Possono andare a vantaggio di un sistema che ha inquinato il suolo e l’acqua, generato ingiustizie sociali e compromesso la salute dei cittadini. Un sistema alla base di storture inaccettabili, come i cibi scadenti prodotti sulla pelle di tanti lavoratori sfruttati e venduti sottocosto in Africa (il Ghana, per esempio, è inondato ogni anno da milioni di tonnellate di salsa di pomodoro italiana, oppure cinese confezionata in Italia) o come lo spreco alimentare, che non è danno collaterale, ma meccanismo necessario alla sopravvivenza di un sistema di produzione basato sulla costante crescita dei consumi.

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«Inverno liquido» a Fahrenheit su Radio 3
Fahrenheit

Una trasmissione di Fahrenheit (RAI, Radio 3) lo scorso venerdì 13 gennaio dedicata ai temi proposti dal libro “Inverno liquido” di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli (DeriveApprodi, 2023).

Inverno liquido: paesaggio e cambiamento climatico

Alle 15: Susanna Marietti di Antigone commenta il rapporto Human Rights Watch | Alle 15.30: Parlare di paesaggio senza agire per il paesaggio, soprattutto in montagna. Con Ugo Morelli e Luca Martinelli | Alle 16: Melania Mazzucco racconta "Self-portrait", Einaudi | Alle 16.30: Fahre-scuola. Censimento dei giardini scolastici. Con Riccardo Morri, docente di geografia all'Università La Sapienza di Roma.

Che potete ascoltare al minuto 38 cliccando sul seguente link:

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/01/Fahrenheit-del-13012023-33851b02-2e2a-436b-bd47-6e098f1f2ad1.html

«Il monito della ninfea»: la lezione della tempesta Vaia
da www.buongiornonatura.it

di Alessandro Graziadei *

(4 giugno 2020) “La percezione dell’estrema vulnerabilità (e dei mezzi limitati per fronteggiare la potenza della natura) è probabilmente il più forte e duraturo lascito che Vaia ci ha messo sulle spalle. Una lezione, almeno per chi intende imparare”. Il libro di Diego Cason e Michele Nardelli “Il monito della ninfea” parte dalla tempesta che ha sconvolto le Dolomiti nel 2018 per parlarci della “cultura del limite” e lo fa con uno sguardo lungo che va ben oltre l’emergenza.

Nella sera e nella notte di lunedì 29 ottobre, in molti luoghi delle Dolomiti, a distruggere tutto è stata una tempesta che porta il nome di una signora tedesca: Vaia Jakobs. È lei che ha ricevuto la possibilità di dare il proprio nome alla bassa pressione che ha attraversato l’Europa nel 2018 e che l’Istituto Meteo dell’Università di Berlino vende dal 1950 per finanziarsi. Nonostante l’allerta meteo, pochi potevano immaginare che la signora Vaia Jakobs sarebbe stata ricordata per i venti tra i 120 e i 190 km/h e i rovesci da 700 millimetri di pioggia in 72 ore, che hanno investito 494 comuni, lasciando in eredità 8 morti (2 in Trentino) e più di 42.500 ettari di bosco schiantato (circa 8,6 milioni di metri cubi di legname). Al netto di altri disastri, visto che Vaia è stato un evento che ha inaugurato la “possibilità continua” di fenomeni tipici delle aree tropicali anche nelle Dolomiti, per rimettere tutto a posto forse non basteranno cent’anni. Solo in Trentino i danni causati da Vaia ad edifici privati e alle infrastrutture pubbliche sono stati quantificati in 360 milioni di euro, mentre altri 12 milioni e mezzo serviranno per ripristinare la viabilità forestale.

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Manifesto per la Carnia dopo la pandemia. Ricostruire una Comunità
Borgo abbandonato

Il manifesto che segue sarà al centro del confronto sui temi della montagna che si svolgerà online sulla pagina facebook del Patto per l'Autonomia giovedì 4 giugno 2020 alle ore 21.00 

di Franco Corleone e Luigi Cortolezzis *

La diffusione del virus sconosciuto non ha salvato nessuno. La Costituzione ha subito strappi insopportabili, la libertà personale inviolabile è stata limitata da strumenti giuridici impropri, il Parlamento è diventato realmente un’aula sorda e grigia. Che fare? Molti che temono le conseguenze economiche e sociali del prolungarsi della chiusura delle attività commerciali e produttive invocano il ritorno alla normalità.

La tragedia che si sta ancora vivendo deve invece far pensare a come cambiare le cose sbagliate che hanno aggravato le conseguenze di una aggressione alla salute pubblica inimmaginabile e come ricucire le ferite sociali e morali inferte a tante persone che si sono viste impedire perfino la cerimonia di commiato dalle persone amate. Dunque non semplicemente il ritorno alla impossibile normalità, come il ritorno all’età dell’oro, ma piuttosto una fase di impegno costituente.

Molte questioni riguardano l’Italia e l’Europa. Ma un contributo per una ragionevole rivoluzione di stili di vita, abitudini, comportamenti può e deve nascere dal basso.

La Carnia, questa storica regione delle Alpi, deve rialzare la testa e rivendicare l’autogoverno per il suo popolo, felicemente definito il popolo duro che resisteva alla miseria, all’emigrazione, alle tante servitù, preservando l’identità a cominciare dalla lingua e tutelando la memoria.

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Riconnettere conoscenze e nuovi saperi
Il lago di Alleghe dopo Vaia

Note a commento del volume “Il monito della ninfea” di Diego Cason e Michele Nardelli

di Micaela Bertoldi

E che dire delle ninfee, le splendide foglie con fiori delicati che arredavano gli stagni di Jean Monet, dopo aver ascoltato la voce di Remo Bodei (ex ergo)?

Non si può che ammutolire, sentendo la profezia certa, del raddoppio delle estensioni della copertura dei tratti lacustri, visto che ogni foglia raddoppia la superficie in una notte. Tanta bellezza può apportare danno irreparabile se in un blitz dovesse scomparire proprio lo stagno, il lago. La fatale bellezza nasconde il tranello della forza che può distruggere, l’attrazione allucinata a volte impedisce di scoprire i risvolti potenzialmente negativi. L’altro lato della massima pulcritudine compare ad un tratto come un baratro.

Apprezziamo il grande Monet, intento a dispensare emozioni, con lo sguardo affascinato e concentrato sul momento che gli appare denso di meraviglia. E può capitare anche a noi di rincorrere la luce e la bellezza dei suoi riflessi, spesso ignari che nella società attuale sono creati ad arte per illudere e farci assopire nel quieto (?) tran tran del benessere raggiunto, lo stile di vita irrinunciabile. Quello stile di vita che fa apparire necessario procedere nell’accaparramento di ogni cosa, di ogni spazio anche se lo si sottrae ad altri esseri viventi.

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Il monito della ninfea, un video su Youtube
Un'immagine del video

Diego Cason parla del suo ultimo libro "Il monito della ninfea" scritto con Michele Nardelli. Si tratta di un lavoro sulla tempesta Vaia, sui suoi effetti e sul ruolo dell'uomo nel determinare gli scompensi climatici che causano fenomeni devastanti quali appunto la tempesta che si è abbattuta sulla regione dolomitica a fine ottobre del 2018. 

Nel video su youtube che puoi vedere qui: https://youtu.be/WzQkB3l30xI

 

"Il monito della ninfea" su Radio Popolare
Radio Popolare, la redazione

Nei giorni scorsi “Il monito della ninfea” (Bertelli Editori, 2020) è stato presentato sulle frequenze di Radio Popolare, storica radio indipendente che direttamente o grazie a Popolare Network raggiunge centinaia di miglia di persone in Italia e in Europa, con un intervista della giornalista Ira Rubini ad uno degli autori, Michele Nardelli.

Un libro uscito proprio qualche giorno prima che scoppiasse la pandemia Covid – 19, dedicato alla tempesta Vaia che nell'ottobre 2018 ha spazzato via 42.525 ettari di boschi e foreste dell'area dolomitica ma che parla del nostro tempo, dell'insostenibilità di un modello di sviluppo che ci ha portati oltre il limite e della quale misuriamo ogni giorno le conseguenze.

Potete ascoltare l'intervista su https://www.radiopopolare.it/podcast/note-dellautore-di-ven-15-05/