"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

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La Convenzione di Istanbul e la scomparsa di Nawal Al-Sa’adawi
Nawal al Sa'adawi

di Adel Jabbar

(30 marzo 2021) Due avvenimenti consecutivi - il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul e la scomparsa della scrittrice e intellettuale nonché medico Nawal Al-Sa‘adawi - hanno suscitato diverse discussioni e tanti interrogativi.

Il primo avvenimento si riferisce alla decisione di Erdogan in data 20 marzo che sancisce l’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul. Questo evento ha scatenato aspre polemiche da parte della stampa e delle organizzazioni femministe e altrettanto dure reazioni a tali critiche da parte di componenti del mondo islamico. Molte delle reazioni sono state delle prese di posizione difensive e poco argomentate, sovente, espresse con un tono accusatorio nei confronti di coloro che avevano espresso un parere critico al ritiro dalla convenzione. Il trattato in questione, mira essenzialmente a sollecitare le autorità dei paesi aderenti a prendere provvedimenti a sostegno delle donne che subiscono violenze e discriminazioni. Quindi i suoi contenuti non sono norme di legge che portano, come qualcuno vuole fare credere, alla distruzione della famiglia tradizionale. Gli stessi che lo affermano, sorvolano invece sul fatto che la famiglia spesso si distrugge proprio a causa della violenza che le donne subiscono da parte degli stessi famigliari.

Un’altra posizione riportata dai sostenitori di Erdogan è quella di considerare la convenzione come incentivo ad intraprendere altre scelte sessuali. Invece l’obiettivo della convenzione è quello di stimolare gli attori pubblici a mettere in essere interventi atti a garantire il rispetto di tutte le persone al di là degli orientamenti sessuali e a tutelarne la dignità.

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Vaccini e ultraottantenni
Emilio Molinari

di Emilio Molinari

(21 marzo 2021) Ho 81 anni, sono invalido al 100%, ho patologie cardiovascolari molto gravi e pure oncologiche, tanto per non farmi mancare nulla.

Non mi hanno ancora vaccinato e non mi hanno mai contattato. Non sono estraneo alla politica e ai media e quindi mi sono trattenuto da proteste. Mi sembrava di cercare una soluzione per me. Inoltre non sono nei social. Aspetto.

Aspetto cosa? Aspetto il vaccino o aspetto il Covid? Chi arriva primo?

Due giorni fa è morto un caro amico di 88 anni Carlo Rossi, una persona amata da molti a Milano. Un poliziotto pistolero gli uccise il figlio e lui con la moglie Adele non hanno mai smesso l'impegno civile. Carlo aspettava il vaccino. E' arrivato prima il Covid e la morte. Quanti morti per ogni ritardo e silenzio della Regione Lombardia?

Di queste morti non c'è un conto e non c'è rendiconto di responsabilità. Solo oggi è arrivata un po' di indignazione dei media.

 

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Quel tragico «ragionamento maturo»
Antica-stampa-Toledo

Un viaggio in Spagna, a Toledo per la precisione, sulle tracce degli ebrei sefarditi che furono cacciati nel XV secolo dalla penisola iberica e arrivarono in Bosnia Erzegovina. L'occasione per una profonda riflessione sulla memoria, sull'Olocausto, sulle tragedie della storia

Riprendo questo scritto dell'amico Bozidar, pubblicato nei giorni scorsi da Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa in occasione del giorno della memoria. Perché conoscere la storia è condizione essenziale per comprendere il nostro tempo.

di Bozidar Stanisic

(27/01/2021) Tutte le guide turistiche, sia digitali che cartacee, ripetono, tanto da sembrare un disco rotto, che vale la pena visitare Toledo, per le sue chiese, per la fortezza Alcázar, per il ponte di Alcántara, e soprattutto per El Greco. Non dimenticano di menzionare anche i souvenir – spade, coltelli, armature da cavaliere – , sottolineando inoltre che Toledo è il capoluogo della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia e che il fiume Tago crea un anello, unico nel suo genere, intorno alla città situata in cima a una collina che sembra essere stata predestinata ad ospitare un insediamento umano. Le guide spiegano anche che Toledo è la sede dell’omonima arcidiocesi e spesso ricordano ai turisti che quella regione è la terra di Don Chisciotte. A Toledo i viaggiatori possono acquistare souvenir raffiguranti il cavaliere dal volto triste e il suo servitore Sancho, e quelli malaccorti potrebbero inciampare nella statua dell’immortale personaggio di Cervantes situata in una stretta viuzza di questa città che – come si afferma nelle guide – vanta una lunga e ricca storia.

Lunga e ricca… E dolorosa, dico tra me e me. Ma, a onor del vero, non dolorosa per tutti. Dico a me stesso anche che in quel tardo autunno del 2018 mi recai a Toledo non per i motivi di cui sopra, bensì per visitare il quartiere ebraico della città. Dopo aver letto molti libri sull’espulsione degli ebrei dalla penisola iberica, decisi di visitare quel quartiere che in tutte le altre città della Spagna un tempo abitate da ebrei chiamano “judería”.

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Nostalgia del futuro. La montagna oltre la crisi pandemica e la sua crisi di senso.
Montagna

di Giulia Cutello e Federico Zappini *

(12 gennaio 2021) Simon Reynolds la chiama Retromaniaed è quella tendenza – ancora molto in voga – di rifarsi nostalgicamente alla cultura pop degli anni ’80, con le sue esagerazioni nei suoni e nelle pose. In queste settimane in cui imperversa il dibattito sull’apertura dei consorzi sciistici è in assoluto una delle prime parole a venire alla mente.

Eppure della Retromania oggi non abbiamo nessun bisogno.

«Via della Spiga, Hotel Cristallo Cortina: due ore, cinquantaquattro minuti e ventisette secondi. Alboreto is nothing!». Parole del Dogui – Guido Nicheli tratta da Vacanze di Natale 1983. Abbiamo scoperto solo iniziando a scrivere questo pezzo che si trattava del remake di un altro lungometraggio del 1959, interpretato dalla coppia Alberto Sordi – Vittorio De Sica, dal titolo Vacanze d’inverno. Il tema portante è lo stesso: l’onda lunga del “miracolo economico”. C’era il boom dei consumi e l’ostentazione di un lusso che si immaginava potesse diventare popolare e diffuso, persino democratico (?) seppur limitato temporalmente alla settimana bianca trascorsa in una località esclusiva delle Alpi.

 

 

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L'attualità del monito della ninfea. E un confronto che vorremmo riprendere
Vaia

Care amiche e cari amici,

neve e freddo ci dicono che la primavera sembra ancora lontana. La crisi climatica ci avrebbe dovuto insegnare che i passaggi di stagione avvengono repentinamente e che i picchi di calore hanno eroso quelle di mezzo. Ma intanto l'inverno non intende mollare la presa, siamo tutti più stanchi e nervosi e la fine del tunnel non si vede.

No, non intendo proporvi alcuna metafora politica. Mi piace solo immaginare che a primavera e con il necessario distanziamento per una sindemia con la quale dovremmo convivere ancora a lungo, sarebbe bello poter riprendere le presentazioni del nostro libro Il monito della ninfea.

Nei giorni scorsi, sfogliandone le pagine, mi sono reso conto di quanto quel lavoro – uscito esattamente un anno fa a ridosso del primo diffondersi del Covid-19 – mantenga intatto il suo valore, ben oltre l'ambito di inchiesta (la tempesta Vaia) che si proponeva. E di come quel monito risulti quanto mai attuale.

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Bestiario d'Amore
Bestiario d'Amore

«Non è che siccome la sola verità amorosa è quella del cuore,

e non della ragione,

è necessario parlare solo all'immaginazione

e non all'intelligenza»

G.Bianciotto, “Sur le Bestiaire d'Amour”


di Vinicio Capossela

 

«Il “Bestiario d'Amore” è una delle opere più straordinarie, più ironiche, più immaginifiche che si possano trovare su questa forza misteriosa che trasforma e imbestia le creature umane quando sono sotto l'effetto dell'amore. L'intero meccanismo amoroso è analizzato in maniera scientificamente impossibile. Come un indagatore del moto perpetuo, Fournival prova a codificare le incodificabili ed eppure certissime leggi che governano questa mascherata perenne che è la commedia amorosa. Accanirsi nel musicare un'opera che comincia con una messa al bando del canto è stata un'impresa diversamente bizzarra e inutile, oltre che superstiziosamente pericolosa. Chi canta o ascolta non fa mai una buona fine nel bestiario, che sia il canto della sirena, o quello del cigno, o quello del grillo si finisce sempre per morirne. Forse per questo il poeta, una volta constatato che “il canto poetico conduce alla morte senza procurare alcun beneficio”, rinuncia e affida il suo estremo bando a parole e immagini, perché per mezzo di immagini e parole si possa giungere alla memoria che è “custodia dei tesori che lo spirito umano conquista con l'eccellenza del suo ingegno”. Se cantare è rischioso, più che una canzone ho provato a mettere insieme una specie di racconto musicale in cui ogni creatura viene evocata con sigle melodiche o timbriche, grazie all'opera di Stefano Nanni che ci ha messo l'orchestra, che è pur sempre il più grosso organismo vivente in musica: l'Orcaestra sinfonica, l'essere smisurato in grado di inghiottire l'esperienza della vita e risputarla fuori in forma di emozione. Nel suo emiciclo è finito questo testo prezioso, riassunto e rischiosamente cantato novecento anni dopo, solo per il rinnovato diletto del vedere, udire e ricordare parole che mettano in mostra il bestiario illustrato che siamo. Ora come allora non si è mai così soli e affollati di mostri, come da innamorati. Completano la compagnia di ventura una opertra-copertina musicale e due canzoni ricavate da liriche trobadoriche, a conferma del fatto che l'unica cosa che conta sia l'essere trovati».

 

 

Un'intervista di Emanuela Genovese (Avvenire) a Vinicio Capossela

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L'importante appello di un gruppo di scienziati sul PNRR
Il gatto e la luna

Al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano

Prof. Mario Draghi



Egr. Prof. Draghi,

Desideriamo condividere con Lei e i Ministri impegnati qualche elemento di valutazione generale e avanzare raccomandazioni e suggerimenti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Siamo un gruppo di docenti, ricercatori ed esperti afferenti a diverse discipline accomunate dalle finalità di protezione sia degli ecosistemi e dell’ambiente in cui viviamo sia della salute umana e degli organismi viventi. Stiamo seguendo e studiando la pandemia dal suo arrivo e siamo preoccupati per il presente e per il futuro. Per questo, oltre a contribuire allo studio dei fenomeni collegati alla pandemia, siamo interessati alle elaborazioni ed alle scelte per la ripresa economica e sociale1.

Siamo consapevoli della necessità di affrontare la sfida di una ripartenza che non sia basata sugli stessi modelli che hanno determinato la grave situazione in cui ci troviamo. Per imboccare una traiettoria diversa c’è bisogno di un cambio di paradigma del modello di sviluppo e di consumo oggi prevalente, ed è necessario che molte scelte siano fatte con immediatezza. Trattandosi di una profonda crisi sanitaria, sociale, economica, perfino esistenziale, un piano di ripresa post-pandemica deve necessariamente confrontarsi con una miriade di problemi, come illustrato dal Green Deal europeo. Osserviamo con grande interesse l’evoluzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed apprezziamo gli sforzi fatti in molte direzioni, seguendo le indicazioni di quello europeo.

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