"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Europa e Mediterraneo

AttraVerso i Balcani. Da Zagabria a Belgrado.
Vukovar, immediato dopoguerra

I Piani Giovani di Zona dell'Alta e Bassa Val di Sole propongono un'esperienza alla scoperta dei Balcani.

L'iniziativa comincerà con 3 incontri preparatori prima di partire per un viaggio di 5 giorni alla scoperta di una parte d’Europa ai più sconosciuta, per scoprirne la sua storia recente e più remota.

Il primo incontro preparatorio si svolge a Croviana, presso la Sala Comunale, venerdì 18 ottobre 2024 con inizio alle ore 18.00 ed ha come obiettivo un inquadramento storico e geografico della regione balcanica. Relatore sarà Michele Nardelli. Il secondo avrà come focus il tema dell'allargamento dell'Unione Europea e vedrà come relatore Jens Woelk. Il terzo appuntamento verterà infine attorno alla questione della Rotta Balcanica che sarà curato da OBC-Transeuropa e dal Centro Astalli.

 

 

«Israele non avrà mai pace né sicurezza se non metterà fine all'occupazione»
Jaffa (Palestina), cent'anni fa.

Intervista allo storico Ilan Pappé (ebreo israeliano antisionista, uno dei principali "nuovi storici" che hanno rivisitato in chiave non-sionista la storia di Israele) pubblicata da Francesca Paci su "La Stampa" di ieri.


(2 ottobre 2024) Su Tel Aviv piomba la risposta degli ayatollah e il Medioriente si blinda, l'orizzonte prima della pioggia. Il commento dello storico israeliano Ilan Pappé, critico irriducibile del sionismo a cui è dedicato anche il suo ultimo libro “Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina” (Fazi), è lapidario: «Israele non avrà mai pace né sicurezza finché non metterà fine all'occupazione di milioni di palestinesi». Nessun cedimento alla memoria del 7 ottobre, all'alba del primo anniversario.

Pappé scuote la testa canuta: «La pulizia etnica iniziata nel '48 è la causa, la guerra la risposta». Chiusa lì, occhio per occhio.

L'invasione del Libano, i missili iraniani su Israele. Siamo già oltre il baratro? «Alla fine l'Iran dovrà trattenersi, non può affrontare una guerra regionale. In Israele invece la leadership politica è convinta che il potere militare sia l'unica strada, non considera alcuna soluzione diplomatica e vede il controllo dell'intera Palestina storica come l'unica chance di pacificare un Paese spaccato tra religiosi e laici. Per questo, come in Libano, Israele insisterà con la forza: non so se schiaccerà la terza intifada iniziata il 7 ottobre, ma non rimuoverà il vero ostacolo alla pace che non è Hezbollah né l'Iran bensì l'occupazione di milioni di palestinesi».

Nel libro racconta una società lacerata tra lo Stato d'Israele, che difende il proprio essere democratico, e lo Stato di Giudea, in odor di teocrazia. L'abbiamo vista nelle proteste del 2023 contro Netanyahu che però sta recuperando. Che Paese è oggi Israele?«Un anno dopo il 7 ottobre Israele è quel che era prima, un Paese fratto dove lo Stato di Giudea guadagna terreno. I più laici stanno facendo le valigie e quelli che restano si condannano al silenzio, perché rifiutano la teocrazia ma non hanno un piano per la Palestina. Israele è ormai guidato da una élite messianica che sogna di modellare il nuovo Medioriente con la complicità di un mondo sempre più a destra e in spregio delle Nazioni Unite».

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Il confine di brina. Eroi silenziosi
Il manifesto dell'evento

Nell'ambito della settimana dell'accoglienza, l'ANPI del Trentino – con l'adesione di ARCI, SOSAT e Movimento Nonviolento – invita alla presentazione del Docufilm

“IL CONFINE DI BRINA – EROI SILENZIOSI”

di Gabriele Donati

Narra la storia di Ettore Castiglioni, Adamello Collini, Bruno Pilat e Pietro Cortiula, uomini che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare quella degli altri.

 

La proiezione si terrà

sabato 28 settembre, alle ore 20.30

presso la Fondazione Caritro, in via Calepina a Trento

 

Nella serata parleremo anche delle Resistenze di oggi e, in particolare, della Partigiana per la pace Olga Karach. L'attivista bielorussa per i diritti umani rifugiata in Lituania, si trova in grave pericolo, colpevole di accogliere e dare sostegno legale a obiettori di coscienza e disertori di tutti i fronti (russo, uraino, bielorusso). Candidata al Premio Nobel per la pace, ha ricevuto nel 2023 il premio Alexander Langer. Massimiliano Pilati illustrerà la petizione del Movimento Nonviolento per chiedere al Consiglio europeo la protezione di Olga Karach.

L'Europa vista dai Balcani, fra aspettative e disincanto.
Darko Cvijetic

"Un viaggio di ritorno, un libro scritto a metà, una comunità di pensiero" (26 giugno - 3 luglio 2024). Il racconto.

 

di Domenico Sartori

 

Emozioni e paure

Partiamo dalla fine. “La mia follia è rimanere qui”. Incontriamo Darko Cvijetic al motel Le Pont. Insieme al “condominio rosso” dove ancora abita è il suo rifugio quando ritorna a Prijedor, in quella parte di Bosnia Erzegovina chiamata Republika Srpska. Poeta, scrittore, drammaturgo, attore, Cvijetic ha appena pubblicato l’ultimo romanzo della trilogia aperta con L’ascensore di Prijedor (uscito in Italia con Bottega Errante Edizioni). Il protagonista è un criminale di guerra, che ritorna dopo venticinque anni di galera. “Il criminale è cambiato, tutto il resto è rimasto come prima”. E la comunità non può accettarlo: è uno specchio che ne riflette l’immagine. “Perché” dice il romanziere “il criminale di guerra è un potenziale che ognuno di noi ha dentro”. Michele sorride, ne parla spesso nelle sue riflessioni sulla guerra.

E’ il tema, enorme, dell'elaborazione del conflitto. Senza, le guerre non finiscono mai. Elaborare. Conoscere. Guardarsi dentro. E’ fatica, dolore. Qui sta la tragedia. Il passato che non passa. Lo scontro solo “congelato” dagli accordi di Dayton (fine 1995) che hanno fermato le granate e la guerra in Bosnia Erzegovina. Un equilibrio precario dentro la geopolitica globale, l'altra guerra mai risolta fra Serbia e Kosovo, quelle in Ucraina e in Palestina, l’Europa dove risorgono sovranismi, fascismi e nazionalismi, gli Usa a rischio guerra civile. Un “equilibrio” che pare stare bene a tutti i principali attori. Se non altro perché, dentro la tregua, il grande business nei Balcani continua: quello delle privatizzazioni e delle delocalizzazioni, dell’energia e delle materie prime, dei traffici e del real estate. Ne è emblema la cementificazione del lungofiume di Savamala a Belgrado, voluta dall’attuale presidente della Repubblica, Aleksandar Vucic. Dalla fortezza di Kalemegdan, l’imponenza del gigantesco affare immobiliare, il progetto Belgrade Waterfront, taglia l’orizzonte: hotel di lusso, il più grande centro commerciale dei Balcani, 10 mila appartamenti riservati alle élite, 4 miliardi di euro di investimento, la Eagle Hills Company di Abu Dhabi protagonista.

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I Balcani, venticinque anni dopo. Incontro formativo
Sarajevo, assenze

Il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) ha previsto un incontro che si svolgerà online il 4 settembre 2024 alle ore 14.30, in preparazione dell'ormai prossimo viaggio di una delegazione del Consiglio Nazionale CNCA in Bosnia Erzegovina.

Per questo si è immaginato un momento formativo sulla regione balcanica a venticinque anni dalla fine della guerra che ha concluso il secolo scorso, con Daniele Bombardi di Caritas Italiana e Michele Nardelli, fra i fondatori di Osservatorio Balcani Caucaso.

Principi, poeti e visir
Principi, poeti e visir

Maria Rosa Menocal

Principi, poeti e visir

Il Saggiatore, 2003

 

Nel 755 d.C. Adb al-Rahman, ultimo erede di una dinastia sconfitta, dopo essere fuggito da Damasco approdò nella penisola iberica dove unificò le popolazioni arabe già presenti e fondò un califfato indipendente, al.Andalus. Nel Medioevo il nuovo regno rappresentò un'isola di tolleranza dove musulmani, ebrei e cristiani poterono convivere pacificamente e creare una cultura unica al mondo.

Con Abd al-Rahman venne ripreso anche oltre mare il movimento delle traduzioni nato a Damasco nel VI secolo prima e proseguito poi a Baghdad: così arrivarono in Europa le traduzioni delle opere di Aristotele e di Platone, i saperi dell'alchimia, della matematica e dell'astronomia, la tradizione della poesia araba preislamica e delle canzoni d'amore.

L'ecosistema dolomitico e la regione che non c'è
Il monte Peralba, incrocio di regioni nelle Dolomiti

Dosoledo (BL), 19 – 20 luglio 2024

 

Nuove geografie per descrivere il nostro tempo

L'ecosistema dolomitico e la regione che non c'è.

 

Un incontro informale per confrontarsi su nuovi scenari e nuove relazioni fra territori che hanno in comune un ecosistema.

 

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