"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Libri

Il monito della ninfea. Presentazione della seconda edizione
la copertina della seconda edizione

Sempre nell'ambito delle tre giorni "Aspettando Terra Madre" (Trento 27/28 maggio - Viote del Bondone 29 maggio)

 

Sabato 28 maggio 2022, alle ore 14.30

al Parco delle Predare, nel quartiere di San Martino a Trento

 

Presentazione della seconda edizione de "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" di Diego Cason e Michele Nardelli (Bertelli Editori, 2022)

La seconda edizione del libro (fresca di stampa, dopo che la prima è andata esaurita) è arricchita con una prefazione (due anni dopo) di Maurizio Dematteis, un nuovo capitolo che getta un ponte fra Vaia e la Pandemia (la prima edizione uscì proprio qualche giorno prima lo scoppio del Covid 19) come postfazione, due nuove appendici dedicate al "dopo Vaia" e alla crisi climatica.

 

Saranno presenti gli autori.

Il monito della ninfea a Motta di Livenza
Il manifesto della presentazione

Vaia, Covid-19, foreste in fiamme... cosa deve succedere ancora per capire che bisogna cambiare?

 

Nell'ambito della rassegna "Ricuciamo Foreste. Tra grande guerra (1918) e tempesta Vaia (2018) nel territorio veneto ricucire le ferite per generare bellezza e futuro" promossa dal Comune di Motta di Livenza, CAI Veneto e Club Alpino Italiano di Motta di Livenza.

La presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" con gli autori Diego Cason e Michele Nardelli si svolgerà venerdì 11 marzo 2022, alle ore 21.00 presso il Palazzo La Loggia di Motta di Livenza (Treviso)

 

«Il monito della ninfea» a scuola
Foto di Stefano Semenzato

Prende il via mercoledì 2 marzo 2022 a Trento un itinerario formativo attorno al libro “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite”.

 

«... resta pur sempre valido il monito espresso dall’immagine della ninfea

che raddoppia quotidianamente le sue dimensioni,

di modo che, il giorno che precede la copertura dell’intera superficie dello stagno

la metà ne resta ancora scoperta,

per cui quasi nessuno, alla vista di tanto spazio libero,

è portato intimamente a credere all’imminenza della catastrofe.»


Remo Bodei, Limite


Descrizione

Sono trascorsi più di tre anni da quella notte di fine ottobre 2018 quando la furia del vento abbatté 42.500 ettari di bosco e foreste dolomitiche. Si trattò dell'evento di maggior impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, cambiando in questo modo il volto di 494 Comuni, per un territorio complessivo di 2.306.000 ettari spalmati sull'arco alpino orientale. In un contesto nel quale gli avvenimenti si consumano in pochi giorni, a volte in poche ore, il lasso di tempo che ci separa da quel tragico evento può sembrare sufficiente per metterlo in archivio.

Se pensiamo che in questi due anni è accaduto di tutto, non solo il susseguirsi di altri eventi estremi che hanno scosso gli ecosistemi in ogni parte del pianeta ma soprattutto una sindemia che ancora sta devastando la vita di miliardi di persone, il ciclone tropicale Vaia potrebbe oltremodo apparire come un fatto verso il quale non riservare ulteriore attenzione. Questo mettersi le cose alle spalle senza averne colto il monito non va bene.

Allo stesso modo continuiamo a guardare gli avvenimenti come se fossero compartimenti stagni quando invece tutto si tiene. «Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe» scrive Walter Benjamin nel suo Angelus Novus. Un'esortazione che vale anche per questo nostro tempo, che ci dovrebbe aiutare a riconoscere le connessioni fra le cose che accadono e che appaiono solo apparentemente estranee l'una all'altra.

«Il Professore». La storia di un pluriomicidio che ci riporta in un tempo sospeso.
la prima di copertina del libro

Gianfranco de Bertolini

Il Professore

Storia documentata di delitto e di amicizia

Edizioni del Faro, 2023

 

di Michele Nardelli

Sono molteplici le sensazioni che ho provato quando sono giunto a pagina 621 del romanzo di Gianfranco de Bertolini “Il professore” (Edizioni del Faro, 2023).

La prima è quella di aver percorso un tratto ancora in buona parte da scrivere dell'effervescente ma anche tormentato secondo dopoguerra di una “periferia” che salì improvvisamente alla ribalta delle cronache politiche. Avvenimenti che intercettarono lo spirito del tempo e che contribuirono a cambiare nell'arco di qualche stagione le relazioni sociali e il nostro modo di vivere. Farne tesoro, fuori dagli stereotipi e dalle banalizzazioni, non sarebbe male.

Anche il tragico epilogo della vicenda narrata nel romanzo potrebbe essere assunto come emblematico di una società che dopo i grandi rivolgimenti degli anni '60 e '70 stava sempre più atomizzandosi, laddove il disagio del singolo non riusciva più a trovare risposte collettive. E questo malgrado il fatto che almeno una parte della politica, fra mille contraddizioni, seppe qui interpretare la transizione dalla prima alla seconda repubblica in maniera diversa e creativa rispetto alla deriva del rancore che conoscemmo altrove. Pensammo stoltamente che questa terra avesse anticorpi sufficienti, ma non era così e quando ce ne accorgemmo era ormai troppo tardi.

Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite
Monet

«Il monito della ninfea» al Centro Franca Martini

Il 10 febbraio 2022 alle ore 10.00, Michele Nardelli ci parlerà del libro “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite” presso il Centro Franca Martini – Associazione Trentina Sclerosi Multipla, in Via De Gasperi a Trento.

 

Premiato a LEGGIMONTAGNA 2020 nella sezione Saggistica.

«Un libro documentatissimo, ma agile, dedicato al tema degli equilibri, dei disequilibri e dei limiti. Un volume militante che nasce dalla constatazione che è ormai impossibile pensare alla realtà della montagna prescindendo da ciò che è accaduto alla fine di ottobre del 2018. Vaia, infatti, non ha lasciato soltanto segni di devastazione; ha inciso in profondità anche su analisi, riflessioni, capacità progettuali, obbligando a riflettere sugli effetti diretti e indiretti del nostro stile di vita e sulle scelte economiche e politiche che lo reggono. Ogni passaggio è sorretto da cifre e statistiche e accompagnato da citazioni mai casuali che rafforzano il concetto che è necessario uno sguardo globale che superi e dia significato alle analisi specialistiche e alla quantità di dati prodotti dai diversi settori della ricerca scientifica e sappia porre le basi per offrirci la capacità di cogliere le interrelazioni fra i fenomeni che caratterizzano gli squilibri ambientali e che possono influire anche su eventi ancor più drammatici come le pandemie».

 

Un grande albergo alle ex caserme delle Viote? Siamo alle solite...
Le ex caserme delle Viote

Si è riaperta nei giorni scorsi la discussione sul futuro delle ex caserme austroungariche delle Viote, sul gruppo montuoso del Bondone in Trentino, per l'annunciata intenzione da parte della Provincia Autonoma di Trento di alienare questo importante patrimonio pubblico destinandolo ad un utilizzo alberghiero.

Qualcuno potrebbe affermare che considerato l'attuale stato di abbandono del nucleo principale delle vecchie caserme adibito a suo tempo a Centro di Ecologia Alpina e di degrado per la parte delle caserme che nel corso degli anni non ha conosciuto che minimi interventi conservativi, si potrebbe giustificare l'alienazione di questo patrimonio. Ma non ci si rende conto che in questo modo si darebbe il là ad un nuovo capitolo di una vecchia storia che per più di mezzo secolo ha visto questo straordinario ecosistema oggetto di mire speculative, dall'insana idea di fare delle Viote il Sestriere trentino (la città in quota) degli anni '50, alla cementificazione dei decenni successivi lungo il versante orientale rivolto verso la città, dal progetto di rilancio degli anni '80 e '90 ancora incentrato sull'effetto piazza e sull'industria dello sci, al Patto territoriale che con le nuove volumetrie ancora rilanciava il modello fallimentare degli anni precedenti. Fino ad arrivare alla più recente proposta di un nuovo grande impianto funiviario capace di collegare la città alla località Vason, come se questa e non un'idea radicalmente diversa fosse la soluzione per uscire da un fallimento pluridecennale.

«Inverno liquido» su Radio Radicale nella Giornata della Terra
Un'immagine della presentazione di Roma

Un significativo spazio è stato dedicato da Radio Radicale al libro "Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa" nella Giornata della Terra.

Oltre all'intervista a Michele Nardelli andata in onda il 22 aprile alle ore 13.00 (https://www.radioradicale.it/scheda/696107/inverno-liquido-montagne-crisi-climatica-fine-del-turismo-di-massa-intervista-a), Radio Radicale ha dedicato una diretta della presentazione del libro a Roma di venerdì scorso nella splendida cornice della Libreria Spazio Sette in via dei Barbieri, a due passi da Largo di Torre Argentina (https://www.radioradicale.it/scheda/696175/presentazione-del-libro-di-maurizio-dematteis-e-michele-nardelli-inverno-liquido-la).

La presentazione - che ha visto la presenza di un folto pubblico - è stata coordinata da Silvano Falocco e ha visto la partecipazione di Filippo Tantillo, Paolo Piacentini e Marta Bonafoni in dialogo con gli autori Maurizio Dematteis e Michele Nardelli.