"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
«Tempi interessanti» (88)
Fino ad oggi avevamo immaginato gli effetti dei cambiamenti climatici con un andamento lineare che poco a poco avrebbe eroso coste e ghiacciai, desertificato aree prima coltivabili... e che avrebbe riguardato le generazioni a venire. E invece ci siamo immersi.
Gli eventi eccezionali, penso alla quantità d'acqua caduta fra il 28 e il 29 ottobre o al vento a duecentoventi all'ora, sono inediti, quindi escono dalla norma. Ma come non vedere che la straordinarietà diventa normalità? O come non vedere che molto di quello che chiamiamo “emergenza” è l'esito di fattori di tipo strutturale, dell'esplicarsi di interessi globali o di cambiamenti connessi ai nostri comportamenti e ai nostri approcci culturali?
«Tempi interessanti» (87)
Faccio legna per l'inverno...
L'esito delle elezioni in Trentino, per quanto previsto da tempo, non mi è facile da accettare, quasi che dell'impegno di una vita per fare del Trentino una terra diversa non rimanessero che macerie.
Così, negli spazi di tempo fra un appuntamento e l'altro – lunedì ero a Firenze a parlare di cooperazione internazionale, martedì all'Università di Parma a presentare “Sicurezza”, giovedì sera a Isera al primo di una serie di incontri promossi da Slow Food sul rapporto fra cibo e ambiente – faccio provviste e legna per l'inverno, come se la “cattiva stagione” dovesse durare a lungo, almeno una legislatura.
Faccio di tutto, insomma, pur di non prendere in mano carta e penna, laddove pensieri e parole mi sembrano improvvisamente inutili...
«La maledizione di vivere tempi interessanti» (86)
Domenica prossima 21 ottobre si vota per il rinnovo del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento e del Consiglio della Regione del Trentino Alto Adige / Süd Tirol. Sarà un passaggio molto delicato per questa nostra terra perché, stando alle previsioni, il Trentino potrebbe finire nelle mani dei partiti della paura e dell'egoismo sociale.
Spero che ciò non accada, ma non mi strapperò le vesti. Perché dobbiamo dirci lealmente e severamente che se l'anomalia trentina – il fatto che per venticinque anni questa terra sia stata l'unica regione dell'arco alpino a non divenire preda del berlusconismo e del leghismo – finirà in questo modo, sarà in primo luogo una nostra responsabilità.
«Tempi interessanti» (85)
Quel che accade nel dibattito politico italiano potrebbe apparire sconcertante e per certi versi lo è. Penso altresì sia pienamente descrittivo del cortocircuito in cui sono finiti i corpi intermedi e con essi le istituzioni e la società nel non saper far corrispondere alla fine di un'epoca un nuovo sguardo e nuove strade. La sensazione di insicurezza, poi, fatta di fantasmi ma anche di dati reali riconducibili all'insostenibilità globale del modello di sviluppo imperante, fa sì che il disorientamento diventi rancore e paura. Che si traducono in aperta ostilità e violenza verso ciò che viene percepito come insidia al proprio status. Le cronache di questi giorni ci raccontano di questa deriva, oltremodo legittimata da chi ogni giorno soffia sul fuoco, ora anche da posizioni di potere.
«Tempi interessanti» (84)
... Se non sapremo lasciarci alle spalle l'epoca della “dismisura” ogni nostra azione rischia di venir vanificata. Comprese le tante buone pratiche di cui i quasi cinquecento delegati presenti a Montecatini danno quotidianamente testimonianza nel loro impegno e nelle loro vite.
Uno scarto di pensiero che ponga al centro il concetto di limite: questo è il nodo cruciale sul quale vorrei misurare il mio stesso impegno nella chiocciolina, in Trentino (o meglio nella Regione Dolomiti) come nel Consiglio nazionale dell'associazione (nel quale sono stato eletto) ...
«Tempi interessanti» (83)
Il dibattito, meglio sarebbe dire le grida, sul tema delle migrazioni sta occupando la cronaca politica in tutto l'Occidente. Di per sé potrebbe essere positivo, se almeno questo comportasse la volontà di farsi carico della vita di tante persone e insieme di comprendere le ragioni di un esodo che almeno in queste forme non ha precedenti. Ma purtroppo così non è, tanto è vero che il problema per le cancellerie è in genere come evitarne l'approdo dentro i propri confini nazionali e di come all'interno di questi cavalcare il mantra della sicurezza per trarne consenso. Lo scopo di questa nota non è quello di trattare la questione, ma più semplicemente di mettere in evidenza la sostanza del problema e l'ipocrisia con la quale lo si affronta.
«Tempi interessanti» (82)
Non so se fossero diecimila le persone che hanno partecipato al Dolomiti Pride, ma erano davvero tante, gioiose, colorate... giovanissime ma anche con i capelli bianchi. Una società in trasformazione oltre gli stereotipi di un tempo che non c'è più... Certamente con una idea di famiglia che ha ben poco a che vedere con la patria delle bandiere tricolori che ancora segnano le strade di Trento. O con quella di un dio oppressivo ad immagine e somiglianza di religioni ostili al cambiamento nel modo di vivere delle persone.
Che cos'è la patria nel tempo dell'interdipendenza e della globalizzazione? Che cosa sono le religioni che impugnano i loro simboli come armi di divisione, che non s'interrogano sulla sostenibilità del pianeta e sul dio denaro? E che cos'è la famiglia che fa finta di non vedere la violenza quotidiana e il femminicidio che in essa si consuma? ...