"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
«Tempi interessanti» (53)
L'assemblea generale della CGIL si è espressa per il No al referendum sulla riforma costituzionale. Essendo io propenso ad un giudizio negativo sulla riforma dovrei ricavarne un motivo di conforto, ma non è così. Leggendo infatti il documento approvato nei giorni scorsi (e che potete trovare in allegato) emerge un approccio culturale di stampo centralistico non nuovo per la verità alla cultura maggioritaria di una sinistra ancorata a chiavi di lettura e paradigmi novecenteschi che nei fatti impediscono l'aprirsi ai nuovi scenari che segnano il nostro presente ...
«Tempi interessanti» (52)
... Il lavoro dei corpi e dei volontari che mettono in gioco la loro stessa vita per salvare quella degli altri è una grande manifestazione di generosità e di responsabilità. Vorrei che la stessa determinazione venisse usata nell'andare oltre l'emergenza, nel mettere in sicurezza le tante aree a rischio dei nostri ecosistemi come nell'andare alla radice delle grandi crisi che attraversano il pianeta. Queste richiedono un cambiamento profondo, nel pensiero, nell'agire politico, nei comportamenti personali. ... finita l'emergenza tutto rientrerà nella normalità, continueremo a guardare distrattamente un mondo alla deriva, a blindare le nostre case costruite di sabbia, a scandalizzarci per il telefonino nella mani di un disperato o a commuoverci di fronte al bambino con la pancia gonfia e pieno di mosche esibito dall'industria dell'umanitario. In fondo essere angelo costa solo otto euro al mese.
«Tempi interessanti» (51)
... Che cosa ci vuole a dire che questo collegamento, autostradale o no, non ci interessa in quanto portatore di un modello di sviluppo che non vogliamo? Una scelta politica a tutto tondo, per dire che questa scelta va contro l'idea che abbiamo del Trentino.
Credo che, in fondo, il problema sia tutto qui. Se continuiamo a ragionare secondo il paradigma della crescita, secondo il quale più merci e denaro sono in circolazione più aumenta il benessere, rimarremo prigionieri di un pensiero che ci ha portati all'insostenibilità. E la sostenibilità non è un lusso che non ci possiamo permettere ma la condizione per poter guardare negli occhi le generazioni a venire...
di Vincenzo Calì
La lettura dell’articolo di Berardelli sul Corriere della sera nel quale si nega alla radice l’attualità del pensiero espresso a Ventotene nel 1941 da Spinelli e Rossi (l’autore immagina una nuova centralità degli stati nazionali) ci spinge a ribadire con forza il valore di quel manifesto.
Partiamo dal nostro piccolo: una settimana, la prossima, da segnare fra quelle che possono ridare quella spinta di cui il paese intero e la nostra Regione ha grande bisogno. Intanto, al rientro al nostro paesello alpino di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè non mancheranno le occasioni per sottolineare come l’abnegazione l’impegno e il comune sentire delle nostre atlete siano un esempio da seguire da parte delle due comunità da cui le nostre campionesse provengono.
«Tempi interessanti» (50)
... Il coraggio delle riforme non può tradursi nel combinato disposto fra rafforzamento del potere esecutivo e leggi elettorali ultra maggioritarie. E' cambiato il mondo, dovremmo immaginare nuovi scenari e spazi di azione politica europea (un sistema di difesa integrato che superi gli eserciti nazionali, un quadro di macro regioni europee oltre i confini statuali, un rapporto di cooperazione e di integrazione con l'area mediterranea...); dovremmo riscoprire il valore dei territori come chiave per responsabilizzare gli attori locali e valorizzare quelle straordinarie unicità per le quali questa parte d'Europa è conosciuta nel mondo e troppo spesso svilite e banalizzate; dovremmo agire sulle potenzialità umane affinché la conoscenza diventi il retroterra di una nuova partecipazione civica...
... L'esasperazione dei toni sul referendum d'autunno non ci aiuta a capire. Non c'è nessun golpe in arrivo e, per altro verso, il cambiamento è altra cosa. La riforma costituzionale del governo Renzi non è il “male minore” - come afferma Cacciari - ma semplicemente un approccio sbagliato (e fuorviante) che non ci aiuta ad affrontare i nodi veri che attraversano questo tempo in bilico fra il "non più" e il "non ancora"...
«Tempi interessanti» (49)
Il 24 aprile 2013 a Savar, nella grande periferia di Dacca (Bangladesh), crollava come un castello di carte il “Rana Plaza”, un edificio di otto piani che ospitava decine di laboratori tessili, oltre a negozi, abitazioni e una banca. Questi ultimi erano stati in precedenza evacuati per il manifestarsi di crepe nel palazzo, i laboratori no. Morirono 1129 persone, i feriti furono 2515...
... dovremmo sapere che “l'esercito invisibile che solca il mondo” di cui parlava Mario Calabresi su “la Repubblica” non è un tutt'uno indistinto, che gran parte dell'internazionalizzazione si fonda sulla deregolazione più offensiva verso i diritti della persona, che anche nella “banalità del bene” alberga l'insidia dei “civilizzatori” e che non basta aiutare una ong per togliersi di torno la falsa coscienza...
«Tempi interessanti» (48)
... Matteo Renzi, quand'anche a denti stretti, riconosce la sconfitta e cerca di piegarla a suo favore. “E' un voto di cambiamento” – afferma – quasi che ad essere sconfitto non fosse il partito di cui è “padre padrone” ma quel che ancora c'è nel PD del passato. Dopo l'immagine non proprio nonviolenta del lanciafiamme... il premier-segretario sembra cambiare i toni ma rilancia un referendum costituzionale in cui si gioca tutto senza nemmeno mettere in discussione l'Italicum, la legge elettorale che visti i risultati di domenica scorsa aprirebbe un'autostrada per Palazzo Chigi al M5S. La minoranza PD lo chiede a gran voce ma la vera svolta sarebbe quella di procedere allo “spacchettamento” del referendum affinché il voto di autunno diventi nel merito dei contenuti anziché sul futuro del premier. Temo che non avverrà né l'uno, né l'altro, perché Renzi intende invece cavalcare proprio il “voto di cambiamento” con quella sorta di populismo dall'alto che Gramsci ebbe a definire come “sovversivismo delle classi dirigenti” ...