«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
«Tempi interessanti» (48)
... Matteo Renzi, quand'anche a denti stretti, riconosce la sconfitta e cerca di piegarla a suo favore. “E' un voto di cambiamento” – afferma – quasi che ad essere sconfitto non fosse il partito di cui è “padre padrone” ma quel che ancora c'è nel PD del passato. Dopo l'immagine non proprio nonviolenta del lanciafiamme... il premier-segretario sembra cambiare i toni ma rilancia un referendum costituzionale in cui si gioca tutto senza nemmeno mettere in discussione l'Italicum, la legge elettorale che visti i risultati di domenica scorsa aprirebbe un'autostrada per Palazzo Chigi al M5S. La minoranza PD lo chiede a gran voce ma la vera svolta sarebbe quella di procedere allo “spacchettamento” del referendum affinché il voto di autunno diventi nel merito dei contenuti anziché sul futuro del premier. Temo che non avverrà né l'uno, né l'altro, perché Renzi intende invece cavalcare proprio il “voto di cambiamento” con quella sorta di populismo dall'alto che Gramsci ebbe a definire come “sovversivismo delle classi dirigenti” ...
«Tempi interessanti» (47)
Domenica 19 giugno in 126 Comuni italiani, fra i quali sei capoluoghi di Regione, si andrà al ballottaggio per decidere chi saranno i sindaci e il segno politico delle future amministrazioni...
... Al di là del giudizio anche molto severo che possiamo avere verso l'attuale leadership del PD, a me sembra che se al governo delle grandi città (come nei piccoli Comuni, sia chiaro) vi sia un barlume di civiltà, che le persone abbiano il diritto di esistere al di là della loro carta d'identità e che i bambini non siano cacciati dalle mense scolastiche perché le loro famiglie non riescono a pagare i pasti dei figli, tanto per fare degli esempi, possa fare la differenza. So però che se non ci si dispone ad imparare anche le lezioni più dure non servono granché...
«Tempi interessanti» (46)
... Come si fa di fronte all'insostenibilità di un modello di sviluppo che ha fatto della crescita il suo comandamento riproporre questo mantra come se fosse la soluzione e non invece parte rilevante del problema? Come non vedere che nel 2015 questo pianeta già a metà di agosto aveva consumato quanto gli ecosistemi erano in grado di produrre a livello globale nell'arco di un anno? Come non comprendere che il carattere limitato delle risorse (e la risposta che viene dall'asserita non negoziabilità dei propri stili di vita) è all'origine di quella terza guerra mondiale che si combatte fra inclusione ed esclusione e che invano Papa Francesco denuncia dall'inizio del suo apostolato? ...
«Tempi interessanti» (45)
... Lo scarto finale fra Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer è stato di 31.026 voti, indicando una geografia politica che ha colorato di blu gran parte del territorio e di verde solo le maggiori aree urbane. Il conflitto “città/campagna” è solo una delle chiavi di lettura (che peraltro abbiamo già tristemente conosciuto nelle fasi più acute di crisi del progetto politico europeo), cui sembra aggiungersi un'analoga geografia in base alla composizione sociale, al grado di istruzione e da ultimo anche all'espressione del voto di genere. Sarebbe interessante (e preoccupante) immaginare, secondo queste tendenze, la nuova colorazione dell'Europa...
«Tempi interessanti» (43)
Le iniziative giudiziarie che investono l'intreccio fra affari e politica in Italia fanno parlare di una nuova stagione di “mani pulite”. La prima di queste stagioni, per quanto doverosa, non ha sortito grandi cambiamenti sul piano della moralizzazione della nostra società. Al contrario ha avuto come effetti collaterali una crescente deresponsabilizzazione nella pubblica amministrazione e, sul piano politico, il farsi largo di un becero populismo all'insegna dei furbi e dei mascalzoni. In assenza di una seria elaborazione capace di intervenire sul retroterra culturale prima ancora che sulle regole, l'intreccio del malaffare è cresciuto senza trovare anticorpi...
«Tempi interessanti» (44)
... Tornando al Brasile, governare un paese come questo – ce lo ricordava spesso Alberto – è impresa temeraria. Farlo senza una maggioranza parlamentare ha reso l'impresa ancor più difficile. Non farcela, venire sconfitti, poteva dunque essere nell'ordine delle possibilità. Ma finire per effetto dell'intreccio fra affari e politica può solo far arrossire di vergogna. E parlare di “golpe” è da irresponsabili per le conseguenze tragiche ne ne potrebbero venire, in Brasile come in Venezuela.
Quando sapremo fare i conti con tutto questo, invece di continuare a darci risposte rassicuranti? Perché non riconoscere che la cultura dell'avere ha reso l'uomo schiavo delle cose e che la cultura del potere l'ha spinto a separare tragicamente fini e mezzi dell'agire politico?
«Tempi interessanti» (42)
Ci si aspetterebbe che da una stagione congressuale venissero sguardi e intuizioni in grado di indagare il presente e immaginare il futuro. In una parola, visioni. Per aiutare le istituzioni, i corpi sociali, i singoli individui ad abitare questo tempo complesso.
Se poi si ha la responsabilità del governo di un'autonomia pressoché integrale come la quella trentina, ai partiti di maggioranza si sarebbe dovuto richiedere una capacità di alzare lo sguardo e nel contempo di operare una verifica rispetto alle scelte compiute nella prima metà della legislatura. E invece? La stagione dei congressi per il centrosinistra autonomista trentino non si è ancora formalmente conclusa, ma già possiamo dire che di tutto questo c'è stato ben poco o nulla.