"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
... Vent'anni di anomalia politica vengono cancellati con una rapidità sorprendente. Che ciò avvenga non con un cambio politico espressione del voto popolare, ma con la stessa coalizione che in maniera ferma si era sin qui opposta al completamento della Valdastico, contraddicendo lo stesso programma del centrosinistra autonomista, richiederebbe l'apertura di una crisi politica...
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(9 aprile 2015) Ci si interroga in questi giorni sulla qualità delle liste dei candidati presentate per le elezioni comunali in Trentino. E, prima ancora, sulle coalizioni di cui sono espressione i candidati sindaci. Quello su cui ci si interroga meno (o per nulla) è quel che sta accadendo nelle nostre città e nelle nostre borgate, come tengono i tessuti sociali, come si governano i processi economici, come interagire con una Provincia che ha scelto di non cedere poteri. Con il rischio concreto che, nel vuoto politico, siano gli interessi più forti a dettare le agende delle amministrazioni locali.
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Ma il nodo vero è: "quale modello di sviluppo?"
(21 marzo 2015) Nell'inchiesta della Procura di Firenze sulle Grandi Opere emerge un nuovo inquietante capitolo della corruzione nel “sistema” Italia. La fotografia per essere più nitida dovrebbe in realtà comprendere anche l'iniziativa giudiziaria sul Mose di Venezia, le inchieste su “Expo 2015”, le inchieste sulla penetrazione della 'ndrangheta al nord ed in particolare nel controllo degli appalti in Emilia Romagna e in Lombardia, la vicenda di “Mafia Capitale”, lo scandalo della corruzione attorno alla ricostruzione delle aree terremotate, i crimini perpetrati nelle “Terre dei fuochi”... Emerge così una vera e propria geografia del crimine nel quale l'intreccio fra affari, crimine organizzato e pubblica amministrazione diviene sistemico.
In queste ultime settimane si è parlato molto della nascita dell’associazione "territoriali#europei". Si è discusso – come è ovvio – attorno alle persone che la compongono, analizzandone i differenti passati e descrivendo anche, anticipatamente, le ambizioni future. Si è speso meno tempo per leggere il sottotitolo che accompagna il nome dell’Associazione anche nell’atto costitutivo. Infatti, oltre al richiamo ambizioso ad un pensiero e un’azione politica che sappia intrecciare sguardi locali e sovranazionali, è decisamente importante la dicitura “Spazi di condivisione per lo sviluppo di comunità”.
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(10 marzo 2015) «Il paese ha bisogno delle riforme e non ci fermeremo». Sembra essere questo il mantra della compagine governativa che da poco più di un anno governa l'Italia. E di fronte alle critiche che pure vengono anche o soprattutto dal fronte interno, si risponde che gli orientamenti sono stati discussi e approvati nelle sedi partito e che un comportamento diverso nel voto in Parlamento equivarrebbe ad una rottura del vincolo politico fondato sul criterio di maggioranza. Rimuovendo il fatto che il programma con il quale si è andati al voto nel 2013 era quello di Pierluigi Bersani e che la nascita del governo Renzi è avvenuta attraverso la formazione di una maggioranza anomala rispetto alle alleanze con cui ci si rivolse agli elettori.
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Nella società dell'immagine, dove tutto si gioca alla velocità della luce, realtà ed apparenza si confondono fino a non saper più distinguere il falso dal vero. Accade così che in un recente sondaggio alla domanda "Sentite di avere un maggiore controllo sul vostro futuro finanziario?" il 44% degli italiani intervistati (un campione di due mila persone) abbia risposto positivamente, qualche punto in più rispetto alla precedente rilevazione. Sufficiente per far dire ai media (e alla politica interessata ad incassare consenso) che l'Italia sta volgendo al meglio. E questo nonostante gran parte dei dati reali indichino livelli record di disoccupazione (il 12,7%, mai così alta dal 1977), il 43,9% di giovani senza lavoro, una crescita produttiva pari a zero, ampie fasce sociali a rischio di impoverimento. Strani effetti mediatici, ma nel comune sentire c'è aria di ripresa.
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(14 febbraio 2015) Colgo una profonda distanza fra la realtà e la sua rappresentazione politica e istituzionale. No, non intendo dire che ci sia un paese legale incapace di rappresentare il paese reale. Anzi, penso che per certi versi lo rappresenti benissimo. La nebbia è bella densa e diffusa, nessuno si può chiamare fuori. E ciò nonostante fa specie che i luoghi che dovrebbero proporsi di alzare lo sguardo volino radenti, incapaci di delineare futuro...