"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Ugo Morelli
Conflitto
Identità, interessi, culture
Meltemi, 2006
Il conflitto è un codice caratterizzante della contemporaneità e dell’avvento della civiltà planetaria: riguarda gli aspetti relazionali e locali dell’esperienza così come quelli politici e collettivi su scala globale. Manca tuttavia una scienza dei conflitti che, con un approccio transdisciplinare, sia in grado di analizzare tanto la dimensione profonda e intrapsichica del conflitto, quanto quella interpersonale, istituzionale e collettiva, verificando i fattori che le accomunano, i vincoli e le possibilità della loro evoluzione. Il libro valorizza una tradizione di studi intorno al conflitto e un’esperienza di ricerca e applicazioni più che trentennali, soffermandosi in particolare su alcune variabili significative per l’analisi e la comprensione dei conflitti: l’ambiguità, in quanto costitutiva delle relazioni e dell’esperienza umana e sociale; l’invidia; la difficoltà di riconoscere la fragilità e la generatività del legame sociale a livello di individuazione e identificazione; la mancanza come condizione di possibile perdita ma anche come vuoto necessario per accogliere la differenza e la progettualità; il margine, in quanto spazio critico della relazioni, della socialità e delle loro evoluzioni possibili.
Svetlana Broz
I giusti nel tempo del male
Edizioni Erickson, 2008
Un libro di Svetlana Broz raccoglie testimonianze di gesti positivi compiuti durante la guerra bosniaca. Grandi e piccole resistenze alla logica della divisione. Per una memoria non solo etnica. Una recensione.
Giulio Marcon
Le ambiguità degli aiuti umanitari
Indagine critica sul terzo settore
Feltrinelli, 2002
Forse il primo coraggioso atto d’accusa verso un umanitario senza idee.
Ermanno Rea
L’ultima lezione
La solitudine di Federico Caffé scomparso e mai più ritrovato
Einaudi, 1992
Il 15 aprile 1987 Federico Caffé esce di casa all’alba. Di lui non si saprà più nulla, nonostante le minuziose ricerche di parenti, allievi e amici. Suicidio o ritiro in convento...?
Ma innanzitutto: chi era Caffé? Economista disubbidiente al lavoro prima presso la Banca d’Italia e poi all’Università di Roma; teorico scontroso e problematico di un welfare state all’italiana, senza cedimenti a compromessi e clientele, collaboratore scomodo del quotidiano “il manifesto”, “seduttore intellettuale tutto dedito all’insegnamento e alla formazione dei propri allievi... Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffé era soprattutto, o si sentiva, un uomo solo, ormai “pensionato” dall’Università e dalla politica che lo avevano considerato per anni un estremista, un’intelligenza provocatoria che aveva sempre rifiutato i suoi consigli al Principe...
Alberto Magnaghi
Il progetto locale
Bollati Boringhieri, 2000
«…Dietro alla parola sostenibilità si celano molte insidie: essa rischia sovente di coprire le cause strutturali del degrado ambientale e sociale attraverso azioni di sostegno al modello di sviluppo dato che non mettono in discussione le regole generatrici del degrado stesso. A partire dalla settorialità e strumentalità con cui viene affrontata la questione ambientale, questi approcci non riescono a superare la dicotomia dei due paradigmi: lo sviluppo e la sostenibilità. …
Lo sviluppo è dettato dalle leggi dell’economia che decidono cosa produrre, dove, come, con quali tecniche, realizzando sistemi insediativi astratti dai caratteri peculiari dei luoghi e dalla loro storia: occorre tuttavia “posare” queste attività in modo “più leggero” che nel passato per non distruggere il supporto del sistema insediativo artificiale. Vale la metafora della bestia da soma: non essendo un soggetto con il quale avere interazione culturale, il territorio non deve essere caricato oltre le sue capacità di resistenza; l’asino non deve essere sfruttato oltre i limiti superati i quali muore, diventando così indisponibile a utilizzazioni successive. La sostenibilità si identifica con i limiti ammissibili di consumo di risorse, di sfruttamento di un territorio, di inquinamento dell’ambiente.
Tonino Perna
Aspromonte
I parchi nazionali nello sviluppo locale
Bollati Boringhieri, 2002
Il tema è quello del parco naturale, concepito originariamente nei grandi spazi del Nordamerica, riprodotto in Australia, Canada ed Europa settentrionale, e giunto negli anni novanta anche nel bacino del Mediterraneo, dove assume connotati profondamente diversi.
In ambienti caratterizzati dall’antica e densa presenza dell’uomo, il parco naturale diventa – o meglio può diventare – un vero e proprio laboratorio dello sviluppo locale autosostenibile, il luogo di una ricerca sul campo di un nuovo e più avanzato equilibrio tra natura, società ed economia.
Con le complicazioni rappresentate in Italia dalla diversa situazione dei parchi al Nord, dove soffrono della pressione dello sviluppo senza limiti, e al Sud, dove dello sviluppo si mimano gli aspetti esteriori in un quadro di gravi difficoltà economiche e sociali.
Come dimostra l’esperienza del Parco nazionale dell’Aspromonte, la mobilitazione delle forze locali – amministrazioni, associazioni, imprese e singoli cittadini – intorno a un progetto di tutela e valorizzazione del territorio può avere immediati effetti benefici sia sulla società sia sull’ambiente.
Zygmunt Bauman
Homo consumens
Edizioni Erickson, 2007
Risentimento, è il tema trattato da Zygmunt Bauman in un denso capitolo del suo ultimo saggio “Homo consumens”